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N. 3.479 - ore 17:00 - Lunedì 8 Agosto 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Tenuta San Guido, culla del Sassicaia, leader assoluta per redditività, con un rapporto tra Ebitda e fatturato del 62,6%, davanti alla Marchesi Antinori (che è anche prima impresa a guida familiare per fatturato, con 259 milioni di euro), con il 45,6%, e la cantina siciliana Planeta, che scala la classifica e si piazza terza, con un rapporto del 37,95%: scco i campioni della redditività del vino italiano, secondo l’analisi sul vino italiano realizzata dalla giornalista economica Anna di Martino. In “top 10” altri tob brande del vino italiano come Frescobaldi, Santa Margherita, Castellani, Argiolas, Donnafugata, Famiglia Cotarella e Cusumano. |
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Cantine Riunite & Civ al vertice per fatturato con 635,2 milioni di euro nel 2021, davanti a Italian Wine Brands con 423,6 e Botter-Mondodelvino con 419,6; Marchesi Antinori al top per ettari vitati di proprietà tra le aziende private, con 3.000, davanti a Zonin con 1.800 e Frescobaldi con 1.480: sono gli atout che emergono dall’ultima edizione della storica e autorevole analisi sul vino italiano realizzata dalla giornalista Anna di Martino, e pubblicata oggi sul “Corriere Economia”, il settimanale economico del “Corriere della Sera”, realizzata sui bilanci 2021 delle più grandi ed importanti realtà del vino italiano. 115 le aziende analizzate, con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro, di cui 73 realtà private e 42 cooperative, capaci di mettere insieme 8 miliardi di euro di fatturato, di cui 4,6 all’export, per una produzione complessiva di oltre 2,3 miliardi di bottiglie, 167.700 ettari di proprietà (e 11.023 in affitto), capaci di dare lavoro a 13.651 dipendenti. Un campione rappresentativo della grande ricchezza diffusa del vino italiano (che pesa per il 55,6% del giro d’affari totale), e che testimonia una volta di più la forza di un settore che, nel 2021, ha messo a segno una crescita dei fatturati del 18,3% sul 2021 +15% in Italia e +20,8% all’export). E che è capace di far prosperare modelli diversi di impresa, dalla grande cooperazione ai privati, che siano grandi aziende strutturate, realtà a conduzione familiare, con o senza management esterno, di proprietà di imprenditori o di gruppi finanziari o di investimento. A livello di fatturato, 24 sono le cantine che superano i 100 milioni di euro nel 2021. Ovvero Cantine Riunite & Civ con 635,2 (di cui 431 imputabili al Gruppo Italiano Vini), Italian Wine Brands con 423,6, il Polo Botter-Mondodelvino con 419,6, il gruppo Caviro con 390, Cavit con 271, Antinori con 259, Gruppo Santa Margherita a 220,6, Fratelli Martini a 219,4, Zonin a 198,5, Mezzacorona a 196,5, in “Top 10”, e poi via via La Marca (179), Terre Cevico (136,6), Gruppo Lunelli (134), Cantina di Soave (133), Frescobaldi (131,8), Schenk Italian Wineries (129,8), Ruffino (125,1), Villa Sandi (121,3), Collis Veneto Wine Group (116), Vi.Vo. Cantine (115,9), Mionetto (104,5), Tenute Piccini (102), Gruppo Ermes (101,6) e Contri Spumanti (100,5). Ma tanti sono i primati nell’export, nella crecita dei fatturati e non solo (in approfondimento). |
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Investire in vigna, per un produttore di vino, non vuol dire solo patrimonializzare, ma anche, e soprattutto, radicarsi al territorio, avere il controllo della filiera produttiva, e creare valore. E in Italia, le aziende che lo hanno fatto in maniera più intensa, sono spesso ai vertici per fatturati, redditività e non solo. Tra i privati, al top assoluto c’è Antinori, con 3.000 ettari di proprietà, davanti a Zonin con 1.800, e Frescobaldi con 1.408. Ancora, tre le prime 10 realtà su questo fronte, ci sono nomi come Banfi (1.046 ettari vitati di proprietà), Tenute del Leone Alato di Genagricola (900), il gruppo Terra Moretti (896), Tommasi Family Estates (714), il Gruppo Santa Margherita (552), Cusmano (525) e Feudi di San Gregorio (490). Una “top 10” che vede al vertice grandi imprese che hanno messo radici, negli anni, in tanti dei territori più importanti dell’Italia del vino. |
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Se in alcune zone d’Italia la vendemmia è già in corso, eventuali piogge che potranno cadere da qui a Ferragosto potrebbero rivelarsi decisive per definire l’annata 2022, dopo la sofferenza patita dalle uve con l’estrema siccità dell’andamento stagionale. Le prime considerazioni raccolte da Confagricoltura, intanto, concordano su un calo generalizzato dei livelli quantitativi, stimato in un -10%, più accentuato laddove ci sono state grandinate, mentre sulla qualità si conferma determinante l’attenta gestione agronomica del vigneto. Dal Nord al Sud del Paese (l’analisi completa in approfondimento), in Piemonte la vendemmia è iniziata in anticipo per le basi spumanti in alcune zone dell’Astigiano e dell’Alessandrino, mentre sui rossi è impossibile fare previsioni, ma c’è ottimismo. In Veneto i vigneti senza irrigazione sono in una situazione drammatica, e il calo produttivo si attesterà sul 10%. In Toscana la totale assenza di piogge su quasi tutta la Regione da tre mesi non consente di individuare facilmente l’andamento produttivo, anche dal punto di vista qualitativo. In Sicilia si vendemmia dagli ultimi giorni di luglio sul livello del mare, chi ha vigneti irrigui, grazie alle piogge autunnali, si è difeso bene, con la previsione di una buona qualità, ma in generale la diminuzione è nell’ordine del 10%. |
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Essere miti del vino, vuol dire essere al centro dell’attenzione del mercato, dei collezionisti e degli appassionati. Ma, a volte, anche dei malfattori, come successo alla Tenuta San Guido, culla del Sassicaia, vittima di una tentata estorsione sventata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno. Che, dopo la denuncia dell’azienda, hanno indagato un uomo di 47 anni, residente in provincia di Trieste, che coprendo la propria identità con strumenti digitali, il pagamento di 150.000 euro, pena il danneggiamento di strutture e vigneti. |
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Finanziare i piani di sviluppo delle imprese delle filiere strategiche dell’economia italiana (a partire da quella del vino), sostenere le eccellenze e favorirne l’accesso al mercato dei capitali: ecco gli obiettivi del “Basket Bond di filiera”, il programma da 200 milioni di UniCredit e Cassa Depositi e Prestiti, che con la terza emissione, da 25 milioni di euro, sostiene i piani delle toscane Barone Ricasoli e Tenute Piccini, Cantine Ermes (Sicilia), e le pugliesi Cantine Paololeo e Mastropasqua International, che hanno emesso minibond di durata pari a sei anni, raccogliendo risorse utili a finanziare la propria crescita produttiva e commerciale. Ad oggi, sono 67 i milioni di euro a disposizione delle aziende, con la prima emissione che coinvolse Feudi di San Gregorio, Masi Agricola e Pasqua Vigneti & Cantine. |
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A WineNews il celebre attore italiano, protagonista di cult come “Benvenuti a Casa Gori” o “I Delitti del BarLume”. “Senza eccedere, il vino è un compagno piacevole di tanti momenti, attraverso i sensi rende più gradevole la fase della “ricreazione” dopo il lavoro, che sia creativo o meno. Il vino è come arte, se viene portato a livelli di eccellenza, grazie al lavoro di chi ne fa qualcosa di sublime”. |
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