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WineNews
N. 2.955 - ore 17:00 - Venerdì 31 Luglio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Champagne in dono a chi va in Champagne
La Champagne, che fa i conti con un crollo delle vendite causa Covid (-32% tra gennaio e maggio 2020 sul 2019, secondo il Comité Champagne), prova a rilanciare con l’enoturismo, in maniera originale. Il Comune di Reims, una delle capitali del territorio, ha fatto di necessità virtù, portando il vino come attrattore turistico ad un livello superiore: dal 15 luglio 2020 l’Ufficio Turistico della città di Reims regala 3.000 bottiglie di Champagne ai vacanzieri che soggiornano nella regione almeno 2 notti, mangiano nei ristoranti locali e così via. 68 le maison che hanno aderito all’iniziativa. 
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Primo Piano
“Grande attenzione, ma niente panico”. Parla Renzo Cotarella, ad Marchesi Antinori
La flotta del vino italiano sta attraversando, come quella di ogni altro settore, la tempesta Covid. Una tempesta che ancora è difficile da superare, ma va affrontata con la consapevolezza che si può evitare un naufragio che in troppi, forse, danno per inevitabile. “Grande attenzione, in altre parole, ma assolutamente niente panico, perché qualcosa cambierà, ma non credo a delle rivoluzioni dei modelli di consumo di vino”. È il messaggio che arriva da Renzo Cotarella, uno dei manager più esperti del vino italiano, e “timoniere” (amministratore delegato) dalla nave ammiraglia dell’Italia enoica, la Marchesi Antinori, la più importante realtà privata del vino italiano, incarnazione di una storia di famiglia di 26 generazioni, oggi guidata da Albiera Antinori, con le sorelle Allegra e Alessia ed il “Leonardo da Vinci contemporaneo del vino italiano”, Piero Antinori, con oltre 222 milioni di euro di fatturato nel 2019, 2.937 ettari di vigneti con tenute nei territori più importanti d’Italia, dal Chianti Classico a Bolgheri, da Montalcino alle Langhe, dall’Umbria alla Puglia, e una redditività pazzesca con un rapporto tra ebitda e fatturato del 47,5% (secondo l’analisi della giornalista economica Anna Di Martino). “È evidente che ci siano condizioni di criticità - sottolinea Cotarella - soprattutto per realtà come la nostra che sono molto orientate all’on-trade e all’alto di gamma, perché la ristorazione d’Italia e del mondo (che nel complesso per Antinori vale oltre il 60% delle vendite, ndr) è in grande difficoltà. Ma detto questo, almeno dal nostro osservatorio, le previsioni di -35/-40% a fine anno per il settore mi sembrano eccessive in negativo. Certamente non sarà un anno normale il 2020, e con la grande incertezza che c’è non solo sulla durata della pandemia, ma anche nella sua gestione, è difficile fare previsioni, ma credo che ci si potrà assestare tra un -15% ed un -25%. Sono situazioni che vanno gestite, con grande attenzione, ma senza panico, soprattutto quando si ha una solidità non solo economica, ma anche di marchio e di gestione come Antinori, anche grazie ad una famiglia proprietaria che non ha mai drenato risorse all’azienda, ma lasciato tutto al suo interno e reinvestito sempre gli utili. E che ha costruito anche un team manageriale che condivide al 100% i suoi valori” (intervista completa nell’approfondimento).
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La finanza investe (ancora) nel vino
Anche in tempi più incerti che mai, la finanza continua ad investire nel mondo del vino, ed è un segnale importante. Ultima news in questo senso, l’ingresso al 25%, con tanto di aumento di capitale, nella storica realtà abruzzese Nestore Bosco (120 anni di storia alle spalle), da parte di Prosit Spa, società che fa capo al “Made in Italy Fund”, il fondo di Private Equity di Quadrivio & Pambianco, progetto che punta a mettere insieme un polo di cantine italiane di fascia premium e super premium, con un fatturato complessivo di 100 milioni di euro, attraverso ingressi nel capitale, e che aveva debuttato, a fine 2019, con la cantina pugliese Torrevento, guidata da Francesco Liantonio, e con Collalbrigo Grandi Vini, realtà con sede a Conegliano, nel cuore della Docg del Prosecco.
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Focus
Promozione ed eventi, l’Italia riparte (con Iem)
Con i mercati del vino mondiale in grande difficoltà, per cantine e territori italiani diventano sempre più importanti da coltivare quei Paesi più piccoli, con potenzialità importanti. Come Danimarca e Polonia, due mercati in crescita che, nei primi 3 mesi 2020, hanno mosso, insieme, 69 milioni di euro di importazioni di vino italiano (sui 63 del primo trimestre 2019, dati Istat). Paesi da cui provano a ripartire anche gli eventi “fisici” per la promozione del vino italiano nel mondo, con Iem-International Exibithion Management, leader storico nell’organizzazione degli eventi all’estero del vino italiano, guidato da Marina Nedic e Giancarlo Voglino. “Ci crediamo, tra ottimismo e cautela, ma convinti più che mai che, nonostante la crescita del digitale, il contatto personale diretto e la presenza fisica siano insostituibili”, spiegano Nedic e Voglino. La prima tappa del “Simply Italian Europe 2020 Tour” sarà a Copenhagen, in Danimarca, il 22 settembre, mentre il 24 settembre toccherà a Varsavia, in Polonia. Tanti i protagonisti nei calici, con masterclass, degustazioni guidate e walkaround tasting: dai vini dei produttori del Pinot Grigio del Consorzio delle Venezie a quelli della Doc del Collio, dall’Istituto Marchigiano Tutela Vini al Consorzio Vini d’Abruzzo e, a Varsavia, anche dell’Asti Docg. 
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Cronaca
Consorzio Valpolicella, nuovo corso
Il marchio “Amarone”, a tutela di uno dei vini italiani di maggior successo nel mondo, è stato riconosciuto in Cina, dopo una lunga battaglia legale. Punto di ripartenza importante per investire in un mercato tanto grande quanto complesso come quello cinese, che è l’ultimo successo del Consorzio Vini Valpolicella, che rinnovato il suo Consiglio di Amministrazione, con il ritorno alla presidenza, come da rumors WineNews, di Christian Marchesini. Migliorare l’equilibrio nella filiera, oltre alla tutela di marchio collettivo e territorio, le linee guida del nuovo mandato.
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Wine & Food
Gli eventi del vino ripartono da Villa Cimbrone, con i vini di Allegrini e Feudi di San Gregorio
Ripartono in grande stile gli eventi del wine & food. A Montalcino, terra del Brunello, tocca a “Jazz & Wine in Montalcino” n. 23, il festival aziendale più importante del Belpaese, firmato da Castello Banfi (fino al 2 agosto). Feudi di San Gregorio e Allegrini, con la cucina di Emanuele Scarello (Agli Amici a Udine, 2 stelle Michelin), il 5 agosto danno il via ad una serie di appuntamenti di alto livello a Villa Cimbrone, luogo dalla storia millenaria, nella Costiera Amalfitana, che ha fatto innamorare personaggi come Greta Garbo e Paul Newman, le nobiltà inglese e non solo. Forlimpopoli, dall’1 al 9, agosto nella “Festa Artusiana” celebra i 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi, padre nobile della cucina e della letteratura italiana, con il suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” tra i libri italiani più diffusi, insieme ai pilastri “Pinocchio” e “Cuore”.
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WineNews.tv
La ripartenza dell’enoturismo italiano: le riflessioni di Roberta Garibaldi 
“Il settore del turismo enogastronomico è stato tra i più colpiti dalla pandemia, ma già durante il lockdown abbiamo visto iniziative di grande slancio, anche molto interessanti, come le degustazioni digitali, che fanno ben sperare per il futuro. Gli operatori hanno conquistato i turisti di prossimità, sono una grande risorsa. Tornare alla “normalità” di prima non è possibile, la pandemia ha lasciato dei segni, che vanno valorizzati: la digitalizzazione, la sostenibilità ambientale, l’interesse verso l’enogastronomia, anche in viaggio”.
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