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WineNews
N. 3.371 - ore 17:00 - Giovedì 10 Marzo 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti,
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La News
L’ombra della guerra sugli eventi internazionali
Superato il Covid, o quanto meno entrati in una fase più o meno avanzata di gestione della pandemia, per il ritorno dei grandi eventi internazionali, del vino e non solo sembrava andare tutto liscio. Poi è arrivata la guerra tra Russia e Ucraina a complicare le cose, anche su questo fronte. Ad oggi, va detto, non c’è nulla che faccia pensare ad un nuovo stop. Ma qualche preoccupazione, chiaramente, nella testa degli organizzatori c’è, come ha spiegato Bastian Mingers, direttore ProWein di Dusseldorf (che sarà di scena regolarmente dal 15 al 17 maggio, ndr), in un’intervista al magazine Uk “The Drink Business” (in approfondimento).
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Primo Piano
Vino italiano, nel 2021 è record delle esportazioni, a 7,1 miliardi di euro (+12,4% sul 2020)
Come ampiamente annunciato dai dati Istat dei mesi scorsi, è record storico per il commercio di vino italiano nel mondo: il 2021 si chiude in crescita del 12,4% in valore, per un corrispettivo di 7,1 miliardi di euro e una bilancia commerciale, tra le più performanti del made in Italy, che segna un attivo di quasi 6,7 miliardi di euro. Lo annuncia l’Osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea, che ha elaborato i dati rilasciati, oggi, da Istat, sull’export nei 12 mesi 2021. Secondo l’analisi, in un anno fortemente condizionato dalla revenge spending (la spesa di rivalsa), il vino tricolore (22,2 milioni di ettolitri esportati, +7,3%) consolida il ruolo di superpotenza enologica grazie in particolare alle proprie produzioni Dop, che fanno meglio della media generale (+15,8% in valore) con gli spumanti (+25,3%) che grazie all’ennesimo exploit del Prosecco (+32%) doppiano il pur lusinghiero incremento dei vini fermi (+12,3%). Complessivamente le Dop del Belpaese rappresentano oggi i 2/3 delle esportazioni in valore registrate nel 2021. In rialzo, più contenuto, anche le Igp (5,4%) e i vini comuni, a +8,9%. “Un anno sicuramente “gonfiato” da una congiuntura favorevole ai consumi di rivalsa post-Covid, ma che - secondo Unione Italiana Vini (Uiv), Vinitaly e Ismea - ha accelerato il trend di crescita della domanda di vini di qualità, come dimostra l’ulteriore crescita, +4,7%, del prezzo medio. Un anno, infine, “irripetibile”, anche alla luce di un 2022 che si è aperto con numerose criticità date dai costi delle materie prime, dalla crescita dell’inflazione e, ora, dal conflitto in Ucraina. Conferme importanti arrivano dalle diverse aree della domanda, in particolare dall’extra-Ue (+14,2%), che oggi vale il 61% del mercato. Tra i Paesi, luce verde per tutta la “top 10” guidata come al solito dagli Stati Uniti (+18,4%), seguita da Germania e Regno Unito. Segno più anche per Svizzera, Canada, Paesi Bassi, Francia, Svezia, Belgio, e Danimarca. Tra gli emergenti, exploit di Cina (+29,2%) e Corea del Sud (75,5%). Ma se il vino italiano nel 2021 ha mostrato la sua forza, ha sottolineato il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani, ora tra aumento dei costi e guerra, con le sue conseguenze, “il quadro è preoccupante”, commenta il segretario generale di Unione Italiana Vini (Uiv), Paolo Castelletti.
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Champagne & ecstasy
A prima vista potrebbe sembrare uno scherzo di pessimo gusto, e invece l’allarme che arriva dal Sistema di allerta rapida per alimenti e mangimi del Ministero della Salute è decisamente serio: 11 casi di intossicazione ed un decesso, avvenuti nei Paesi Bassi e in Germania, a seguito del consumo di una doppia magnum di Champagne “Moët & Chandon Imperial Ice”del lotto “LAJ7QAB6780004”, che conterrebbero MDMA. Dalle informazioni al momento disponibili, sembrerebbe che queste bottiglie siano state manipolate, visto che i tappi non corrispondono agli originali. Inoltre,  lo Champagne con MDMA liquido non farebbe bollicine, perché non contiene anidride carbonica, avrebbe un colore bruno rossastro e un odore aromatico-fruttato. Non si registrano casi in Italia, e l’indagine di Polizia in corso riguarda Francia, Belgio, Germania e Olanda.
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Focus
L’agroalimentare italiano a “Cibus 2022”
Le statistiche dell’export dell’industria alimentare raccontano la crescita costante della domanda di agroalimentare italiano nel mondo: Usa +14,3%, Cina +32,7%, Corea del Sud +30,7%, Cile +50,5%, Sud Africa +21,2%, Polonia +21,4%, Spagna +19,6%, Germania + 6,7%, Francia +7,1%, secondo i dati Federalimentare (elaborati su base Istat relativi al periodo gennaio/novembre 2021), che spingono così il comparto verso il record dei 52 miliardi di euro di spedizioni. Un trend che, adesso, dopo la pandemia è chiamato ad affronta nuove sfide, perché passata (si spera) la pandemia, la guerra in Ucraina e la delicata situazione geopolitica internazionale stanno condizionando il settore alimentare, con gli aumenti del gas e delle materie prime e i problemi logistici che stanno mettendo a dura prova il food and beverage italiano. Che, dal 3 al 6 maggio a Parma, torna a “Cibus 2022”, la fiera internazionale dell’agroalimentare, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, con 3.000 aziende in expo e 60.000 visitatori, compresi buyer e operatori commerciali da ogni continente, che potranno partecipare senza grandi difficoltà grazie all’allentamento dell’emergenza pandemica e alle nuove norme a favore della partecipazione fieristica da parte di operatori extra-Ue.
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Cronaca
Lorenzo Cesconi nuovo presidente Fivi
Lorenzo Cesconi, vignaiolo in Trentino, con la storica cantina di famiglia, è il nuovo presidente Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti). Cesconi succede a Matilde Poggi, che è stata alla guida di Fivi per nove anni (e presidente della Confédération Européenne des Vignerons Indépendants). “Fivi è cresciuta siamo ormai quasi a 1.400 soci, ma anche come autorevolezza: Fivi è ormai riconosciuta sia a livello politico che sindacale come un interlocutore serio e affidabile. Continuerò il lavoro di Costantino Charrere e Matilde Poggi”, ha detto Cesconi.
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Wine & Food
La Vodka Stolichnaya cambia nome: sarà solo “Stoli”, dal nome del gruppo di Yuri Shefler
Le multinazionali abbandonano in fretta e furia la Russia, ma ci sono anche imprenditori russi che  hanno costruito la loro carriera all’estero, proprio per scappare da un Governo dispotico come quello di Vladimir Putin. Tra questi, nel settore wine & spirits, c’è Yuri Shefler, che con Tenute del Mondo ha rilevato da Angelina Jolie il 50% di Château Miraval ed è proprietario di una quota di minoranza del gruppo Tenute di Toscana (controllato dalla famiglia Frescobaldi), che raggruppa cantine mito del vino italiano come Masseto, Ornellaia e Luce. Ma anche la  popolare vodka “Stolichnaya” a cui, in segno di dissenso verso l’invasione dell’Ucraina, ha cambiato nome: sarà ora venduta e distribuita semplicemente come “Stoli”. Gli impianti di produzione, comunque, erano stati trasferiti in Lettonia già nei primi anni 2000.
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WineNews.tv
Il vino italiano con Iem sulle rotte dei nuovi mercati: in Texas tra calici e cowboy
Oggi, dietro alla Florida, con un’evoluzione impressionante negli ultimi anni, c’è il Texas, quinto Stato Usa in valore per le esportazioni enoiche del Belpaese, con 98,8 milioni di dollari nel primo semestre del 2021. Non è un caso, allora, che la seconda tappa del “Simply Italian Great Wines Americas Tour 2022” della Iem di Marina Nedic e Giancarlo Voglino sia Houston, metropoli ricchissima e vivace, aperta e progressista, ormai pronta a farsi conquistare dalle eccellenze enoiche del made in Italy, come raccontano a WineNews i produttori del vino italiano e gli importatori texani.
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