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N. 4.123 - ore 17:00 - Venerdì 3 Gennaio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Se una birra alla taverna di Boe è la “bevuta” preferita di Homer, protagonista del “Bottle Episode” de “I Simpson” (il n. 13, stagione 36, uscito il 29 dicembre 2024 in Usa, inedito in Italia) è il vino. Montgomery Burns, padrone della centrale nucleare e capo di Homer, già noto collezionista di vino, acquista un Gevrey-Chambertin appartenuto a Napoleone Bonaparte, per un milione di dollari. Ad Homer il compito di far arrivare il vino icona di Borgogna nella sua cantina, ma succede di tutto. Anche il Chianti fu protagonista nell’episodio n. 8 della stagione 17, “Italian Bob”, con il “Chianti di Salsiccia” nella tappa in Toscana del viaggio in Italia dei Simpson. | |
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| | Salutismo, risparmio e “casalinghitudine”: ecco le tendenze che delineano uno stile di vita degli italiani sempre più “zen”, e che, guardando al 2025, influenzeranno anche la scelta del cibo nel carrello della spesa, tra la crescente attenzione alla salute, differenze socio-economiche che si acuiscono in tutto il Paese, e, nelle strategie di risparmio, il persistere del ricorso ai prodotti di qualità a Marca del distributore - Mdd (+29%) e ai discount (+24%). Per la prima volta dopo lungo tempo, gli italiani che ipotizzano una crescita dei consumi superano del 6% quelli che prevedono di diminuirli, ma riguardano soprattutto le “spese obbligate” (utenze in primis), anche se il saldo è positivo per quelle per la salute fisica (24%) e il consumo domestico di cibo (21%), mentre tutti gli altri settori hanno segno negativo, a partire da ristorazione, viaggi e intrattenimento extradomestico. A dirlo, sono le previsioni del Rapporto Coop 2024 Winter Edition dell’Ufficio Studi di Coop Italia, tra i leader della gdo italiana, con un giro d’affari di 16,4 miliardi di euro nel 2023 (a +2% sul 2022, di cui 14,8 miliardi sviluppati solo dalla parte retail, e derivante dal wine & food per una quota intorno al 90% del totale), con una “market share” pari all’11% della gdo nazionale, che ne fa il secondo player del settore, con una crescita imponente, come da strategia industriale, del prodotto Mdd (che ha raggiunto i 4,5 miliardi di euro di fatturato ed una quota del 40% sul totale in volume). Previsioni secondo le quali, a crescere nel nuovo anno sarà il consumo domestico, tra home dining e long cooking, con quello fuori casa appannaggio dei più abbienti (se la upper class sale di 13 punti, la lower class indietreggia di ben 35 e anche la classe media mostra segnali di fatica attestandosi su -14). In linea con questa tendenza, il 71% privilegerà piatti dalle preparazioni lunghe a discapito dell’acquisto di piatti pronti, mentre il cibo preferito sarà salutare (66%), semplice (53%) e tradizionale (51%). Infatti, nelle intenzioni di consumo prevalgono le diete più salubri con un maggior contenuto di verdure (31%), frutta (28%) e pesce (23%), mentre appaiono in forte calo salumi (33%), dolci (29%), carni rosse (29%) e anche le bevande alcoliche, ovvero vino, birra e altri alcolici (24%). Avanguardia di queste tendenze, i giovani (18-25enni). | |
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| | Il nuovo Codice della Strada, con sanzioni più severe rispetto a prima per chi viene trovato alla guida in stato di ebbrezza (con un tasso alcolemico oltre 0,5 grammi per litro, limite che non è cambiato rispetto a prima), ha suscitato grande preoccupazione. Nei consumatori, con molti che rinunciano anche a bere un solo (e pressoché innocuo) calice di vino al ristorante, ma anche nei ristoratori che stanno da più parti lamentando un crollo verticale dei consumi, e, di conseguenza, anche i produttori di vino soffrono. In questo contesto nasce il progetto “Portami a casa”, firmato dall’Assoenologi guidata da Riccardo Cotarella. Che, sostanzialmente, consiste in shopper personalizzate fornite dai produttori e dai ristoratori, per portare via la bottiglia che non si finisce, e consumare il vino che resta comodamente ed in sicurezza, tra le mura domestiche. | |
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| | | In Usa si accende ancora il dibattito politico tra chi promuove un consumo moderato di alcolici, vino incluso, e chi spinge per la tolleranza zero, in nome del salutismo. E se il “Surgeon General”, ruolo oggi ricoperto da Vivek Murthy - che sarà sostituito dal Presidente eletto Trump con Janette Nesheiwat - ha chiesto in queste ore di inserire nelle etichette degli alcolici avvisi sul rischio cancro legato al consumo, arriva anche un messaggio da non sottovalutare. Che, beninteso, non è un invito al bere alcolici, o ad iniziare a farlo per chi non lo fa, ma un parere autorevole ed ufficiale che riafferma quello che molti sostengono, ovvero che un consumo moderato e in assenza di particolari patologie, se da un lato vede crescere alcune percentuali di rischio di sviluppare problemi come il cancro al seno per le donne, dall’altro vede una riduzione complessiva dei rischi di morte “per tutte le cause”, ed in particolar modo per quelle associate alle malattie cardiovascolari, rispetto a chi non beve affatto o, evidentemente, beve troppo. Emerge dal “Review of Evidence on Alcohol and Health” 2025, studio (in approfondimento) realizzato dalle National Academies of Sciences su incarico dell’U.S. Department of Agriculture, anche in vista della revisione delle “Dietary Guidelines for Americans”, nel 2025. | |
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| | | Nell’agenda che ogni settimana WineNews dedica agli eventi wine & food in Italia, il 2025 inizia con “Wine & Siena” n. 10 nella città del Palio (25-27 gennaio) e “Grandi Langhe”, l’anteprima dei Consorzi del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e del Roero a Torino (27-28 gennaio). E, ancora, dai “Sommelier in pista” con i Vini Alto Adige e Ais in Alta Badia (14-28 gennaio) al compleanno di Eataly (27 gennaio), da Sigep a Rimini (18-22 gennaio) a “Eccopinò” con gli Appennino Toscano Vignaioli di Pinot Nero in Mugello (13 gennaio). | |
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| | Anche in tempi difficili per il commercio mondiale, il cibo made in Italy continua ad affascinare i palati di tutto il mondo, tanto che le esportazioni dell’agroalimentare italiano sono raddoppiate in valore nel corso di un decennio, passando dai 34 miliardi del 2014 ai quasi 70 stimati per il 2024, che farà segnare il record di sempre. Il prodotto più esportato è il vino, davanti all’ortofrutta trasformata, i formaggi, la pasta, gli altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche, salumi e olio d’oliva. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti su dati Istat nel tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso sul fronte delle vendite all’estero. Un patrimonio dell’economia nazionale che, sottolinea l’organizzazione agricola, ha tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo di portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030. | |
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| | | “L’attuale fase di contrazione del settore del vino impone confronti sul come “riallargare” una torta che si sta stringendo. Servono cultura d’impresa: saper organizzare le risorse, avere visione strategica, comprendere le tendenze di consumo e anche saperle dettare. Troppe aziende oggi hanno approcci poco ragionati e questo non può durare all’infinito. Altrimenti ci sarà una fase di saturazione che porterà la torta, cioè gli affari, a ridursi”. Così, a WineNews, Piero Mastroberardino, vicepresidente Federvini e produttore.
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