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N. 2.871 - ore 17:00 - Mercoledì 1 Aprile 2020 - Tiratura: 31.103 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Per le aziende italiane del wine & food arriva, in un momento di evidente difficoltà sui mercati internazionali, un prezioso aiuto in chiave export: Italiaonline, la più grande internet company italiana, e Alibaba.com, la piattaforma di riferimento per l’e-commerce B2B e parte del Gruppo Alibaba, hanno firmato un accordo di collaborazione per favorire l’esportazione delle piccole e medie aziende del made in Italy del Belpaese. Le Pmi clienti di Italiaonline, connettendosi col marketplace business to business di Alibaba, potranno così entrare in contatto con 18 milioni di acquirenti di oltre 190 Paesi nel mondo. |
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L’emergenza è, prima di tutto, sanitaria. Ma una volta superata, sarà l’economia ad aver bisogno di tutto il sostegno necessario per far ripartire il Belpaese. A tutti i livelli e per tutti i settori, anche con l’aiuto della finanza, specie quando si parla di piccole e medie imprese, comprese quelle del vino, dove, a fronte delle spese sostenute per continuare a lavorare, le entrate sono pressoché azzerate. Ci vorranno strumenti nuovi e piattaforme ad hoc, come quelle cui sta lavorando, insieme a tanti altri player del mondo bancario, professionale e finanziario, Massimo Gianolli, presidente della griffe della Valpantena La Collina dei Ciliegi (Doc Valpolicella) e presidente di GeneralFinance, società finanziaria specializzata nel factoring alle pmi distressed, segmento in cui è leader in Italia. Il punto di partenza, è “la fiducia - racconta Massimo Gianolli a WineNews - che dovranno avere sia le Istituzioni che le banche e gli imprenditori, insieme al credito”. Guardando al mondo del vino, “le attività vanno avanti, con tutti i costi che questo comporta, visto che le bottiglie non partono più, l’incoming è bloccato e le attività di promozione anche, sperando che possano ripartire da settembre in avanti. Cosa serve? Tenere la barra dritta - dice Gianolli - senza farsi prendere dal panico e senza seguire la Borsa: ci vuole una ripresa ordinata, non liberarsi in fretta delle scorte in cantina”. Il settore finanziario, nel suo complesso e quindi anche nell’ottica dell’imprenditoria vinicola, “deve pensare che le imprese avranno bisogno di maggiore liquidità, ed è ciò che cercheremo di garantire con gli strumenti cui stiamo lavorando”. Di cui anche il settore del vino, evidentemente, può beneficiare, facendo forza su un plus: “il magazzino, che rappresenta una ricchezza incredibile per chi fa vino di qualità, e che può essere reso liquido - ricorda il proprietario de La Collina dei Ciliegi - attraverso lo smobilizzo ed il sostegno al circolante, agli ordini ed alle fatture Italia-estero, ma sono possibili anche operazioni di finanza legate alla valorizzazione dell’asset magazzino. La risposta più importante, specie in termini di programmazione, deve però arrivare dalla politica”, chiosa Massimo Gianolli. |
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Un sistema che vale l’80% delle uve prodotte nella Regione, per un valore di produzione di 1,3 miliardi di euro (il 40% del valore fatturato in Italia), che, a causa della crisi sanitaria del Coronavirus, scricchiola pericolosamente: sono i Consorzi di tutela dei vini del Veneto, una delle Regioni più colpite dal Covid-19, che quantificano in un 30%-40% il calo delle vendite. Al momento, tengono solo i consumi nella grande distribuzione, azzerato il circuito dell’ho.re.ca., ferme le esportazioni. A preoccupare sono anche le prospettive per la prossima vendemmia, i surplus produttivi che si genereranno in cantina a fronte del vino 2019 rimasto invenduto, la crisi di liquidità determinata dalla frenata di vendite ed export e gli impegni finanziari richiesti dai programmi di promozione e commercializzazione Ocm. |
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“Ora che siamo tutti sulla stessa barca, non credo, tutto sommato, che l’immagine dell’Italia sia compressa, perché è così per tutti, e anche tutti gli altri Paesi dovranno recuperare la propria. Anzi, per la prima volta, sta succedendo che altrove stanno studiando quello che facciamo noi. E passate l’emergenza e la paura, l’Italia avrà una tale voglia di rifarsi che ci sarà un’effervescenza che coinvolgerà tutto. Non condivido le ipotesi economiche pessimistiche: di solito dopo guerre e catastrofi i Paesi rifioriscono. Sconfortano all’inizio, ma poi fanno esplodere tutti gli anticorpi della comunità”. Riflessioni, a WineNews, dell’antropologo Marino Niola, professore di Antropologia e Miti e Riti della Gastronomia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. “Gli italiani non possono mettere in discussione il loro rapporto con il cibo, e lo conferma il fatto che, forse, non hanno mai cucinato e non si sono mai scambiati tante ricette come in questo momento”. E quando lentamente torneremo alla normalità, “non ci dimenticheremo di quello che abbiamo imparato, come ad ottimizzare, a massimizzare e a non sprecare. Anche il vino non è che non si sta bevendo, anzi - aggiunge - l’enoteca sotto casa che mi rifornisce a domicilio, mi dice di non aver mai venduto tanto”.
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Piemonte e Francia, Langhe e Borgogna, mai così vicini come sotto il martello di Bolaffi. Che, ieri, ha messo all’incanto online 318 lotti di fine wines e spirits. Raccolta a 280.000 euro e tra i top lot del vino sei bottiglie di Barolo Monfortino Riserva 1985 di Giacomo Conterno (6.250 euro), tre bottiglie di Gevrey Chambertin Grand Cru 2009 di Domaine Armand Rousseau (5.625 euro), una selezione di quattro bottiglie di Bruno Giacosa (4.400 euro) e due bottiglie di La Tâche Grand Cru 1976 di Domaine de la Romanée-Conti (3.900 euro). |
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Buone notizie in arrivo per i tartufai e per una delle eccellenze prelibate del made in Italy. Il Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha infatti approvato la proposta di candidatura a Patrimonio culturale immateriale della “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”, avanzata dalla Federazione delle Associazioni Tartufai Italiane (Fnati) e dalle Città del Tartufo, su iniziativa di Giacomo Oddero, fondatore del Centro Studi Tartufo di Alba. La presentazione avverrà entro aprile al Segretario Unesco, e così, dopo il riconoscimento di Langhe Roero e Moferrato, Dieta Mediterranea, Pizza, Colline vitate del Prosecco, la “famiglia Unesco” italiana potrebbe allargarsi. |
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L’emergenza stravolge le abitudini, anche degli acquisti di vino, che passano sempre di più per l’online. Una rivoluzione che resisterà anche al ritorno alla normalità? Ne abbiamo parlato, a WineNews, con Marco Magnocavallo, ad di Tannico. “Cambiamento che arriva per questioni drammatiche, ma che durerà. Sono in tantissimi ad approcciarsi all’e-commerce per la prima volta, sarà un salto di discontinuità. L’online da solo, però, non può salvare il settore, le cantine devono cambiare approccio ed aprirsi ai consumatori con le vendite dirette”. |
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