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WineNews
N. 3.927 - ore 17:00 - Venerdì 29 Marzo 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti,
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La News
Cina: basta ai dazi sul vino australiano
Stop ai dazi sul vino australiano da parte della Cina, una svolta importante confermata dal Primo Ministro australiano, Anthony Albanese. Dazi arrivati a punte del 218% e terminati oggi, chiudendo un doloroso capitolo per il vino australiano. Nel 2020 l’Australia era il primo esportatore in Cina, sia in termini quantitativi (104 milioni di litri) che in valore (627 milioni di euro), ma a seguito di una crisi diplomatica le esportazioni enoiche si sono pressoché azzerate. Lo stop ai dazi arriva al momento opportuno, visto lo “stallo” del vino australiano alle prese con una “ristrutturazione” macchinosa e con una crisi decollata proprio con l’introduzione dei dazi.
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Primo Piano
Alcol e pubblicità, il Belgio propone stretta ben oltre l’Irlanda 
Da quel Belgio che guarda ai palazzi del potere europeo, Paese celebre anche per la sua produzione di birra e, tra le altre cose, sede dello storico “Concours Mondial de Bruxelles” (e mercato non trascurabile per il vino italiano, che, nel 2023, ha portato nelle casse delle cantine tricolore oltre 235 milioni di euro, secondo i dati Istat, ndr), arriva un’iniziativa legislativa di fortissima restrizione alla pubblicità e alla comunicazione sulle bevande alcoliche, passata un po’ in sordina fino ad oggi, e che, negli effetti e nell’impostazione, sembra andare ben oltre gli “health warnings” introdotti dall’Irlanda nei mesi scorsi, comunque limitati alle etichette. E che arriva direttamente dal “cuore” dell’Unione Europea. Da quanto apprende WineNews, infatti, il Regno del Belgio ha notificato il 19 gennaio scorso alla Commissione europea nel quadro della cosiddetta procedura Tris, il Regio decreto sulla pubblicità delle bevande contenenti alcool (2024/0032/BE). Che, in breve, vede le autorità belghe voler vietare la pubblicità di bevande alcoliche (tutte quelle con una percentuale di alcol superiore allo 0,5%) su tutti i mezzi di comunicazione, fisici e digitali, destinate principalmente ai minori. Ma anche la distribuzione gratuita di bevande alcoliche a fini promozionali o nei ricevimenti, fatta eccezione per le degustazioni. Più in dettaglio, la volontà è quella di vietare la pubblicità sulle bevande contenti alcol nei 5 minuti precedenti e successivi ad un programma rivolto principalmente a minorenni, su giornali e periodici rivolti soprattutto ai minori, così come per i film al cinema e sui media digitali rivolti principalmente agli under 18. Ma non solo: il Governo del Belgio vuole introdurre un messaggio di avvertenza sanitaria nella pubblicità di bevande alcoliche, prescrivendo che solo il messaggio che sarà individuato dal Ministero della Salute belga potrà essere utilizzato. Tante, ovviamente, le criticità che vengono evidenziate tra i corridoi di Bruxelles, da rumors WineNews (in approfondimento). Un’iniziativa destinata nuovamente a far discutere. E che, in ogni caso, va contestualizzata in un quadro in cui la Commissione Ue ragiona da tempo sulla proposta di mettere avvertenze sanitarie obbligatorie sulle bevande alcoliche, per frenare il consumo dannoso di alcol, diffuso soprattutto nel Nord Europa.
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SMS
Nuovo codice della Strada, l’ok dalla Camera
Il disegno di legge per la revisione del Codice della Strada, voluto dal Ministro Matteo Salvini, che punta anche a contrastare la guida in stato di ebbrezza, è stato approvato alla Camera e adesso deve attendere l’ok dal Senato per diventare realtà. Meno tolleranza per la guida in stato di ebbrezza: se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro c’è una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, c’è l’arresto fino a 6 mesi e un’ammenda da 800 a 3.200 euro (e sospensione della patente da 6 mesi a un anno); se invece è superiore a 1,5 grammi per litro, scatta l’arresto da 6 mesi ad un anno con ammenda da 1.500 a 6.000 euro (e sospensione della patente da uno a due anni). Novità per i recidivi con l’installazione sulla macchina dell’alcolock a proprie spese.
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Focus
Usa e vino: volumi giù a valori stabili fino al 2027
Gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale del vino, e partner n. 1 del vino italiano, con i suoi 1,76 miliardi di euro nel 2023, nonostante un calo del -5,3% sul 2022. E se molti operatori e produttori sperano in una ripartenza nel 2024, le previsioni dell’Iwsr-International Wine & Spirits Research non regalano grande tranquillità, visto che si prevede un calo aggregato dei consumi del -2% all’anno, in volume, soprattutto a danno dei vini fermi (che valgono l’85% del mercato americano in quantità, previsti in calo del -3%), con la crescita di altri segmenti dalla base di partenza molto più piccola (spumanti, vini liquorosi e altri vini) che non compenserà le cose. E anche la premiumisation, che ha fatto crescere il valore complessivo nonostante volumi in calo, non basterà più, tanto che da qui al 2027, in termini di valore economico, la crescita prevista è pari a zero. E questo, spiega Iwsr, riflette il declino a lungo termine del vino che, allo scaffale in Usa, va a meno di 9,49 dollari a bottiglia, che vale il 62% dei volumi totali, e che calerà ancora fortemente nei prossimi anni, mentre a guadagnare saranno i vini premium e superiori (nelle fasce di prezzo tra i 15 ed i 49,99 dollari).
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Cronaca
Un rosé italiano primo al mondo
Il miglior vino rosato al mondo parla italiano: il “Villa Cordevigo Gaudenzia” 2019 della cantina veneta Vigneti Villabella si aggiudica il “Trofeo Vinolok” Rivelazione Internazionale, Gran Medaglia d’Oro al Concours Mondial de Bruxelles, tra le più prestigiose competizioni mondiali, trionfando tra 1.205 vini rosati in arrivo da tutti i Paesi. Oltre alla rivelazione internazionale, altri due vini italiani hanno vinto la Gran Medaglia d’Oro: il “Sangro Rosato” 2023 della Cantina Frentana e l’ “Anfora Chiaretto Classico Rosato” 2022.
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Wine & Food
Pasqua, è boom per le uova, ma cala l’agnello. E al ristorante vince il menù tradizionale
Tra storia e cambiamenti, il menù di Pasqua è certamente un’esplosione di sapori ma anche di forte attaccamento alle zone di origine dei buongustai, con ogni tavola che si lascia “contagiare” da piatti diversi ispirati alla tradizione locale. Le uova sono un “must” in tutta Italia tanto che, nella Settimana Santa, se ne consumano 6 pro-capite per un valore pari a 130 milioni di euro (fonte Unitalia). Un altro dei piatti simbolo, l’agnello, faticherà invece a trovare posto tra le seconde portate: i suoi consumi sono in calo del 20% a causa dei prezzi in rialzo e della carenza di prodotto, segnala Cia-Agricoltori Italiani. Sarà una Pasqua che tanti italiani festeggeranno fuori casa: oltre 6 milioni andranno al ristorante, per una spesa di 450 milioni di euro e in 8 locali su 10 il menu sarà legato alla tradizione e alle ricette regionali, secondo Fipe-Confcommercio.
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La cucina italiana nel mondo, letta dagli chef stranieri, e dagli italiani che la “esportano”
In attesa del riconoscimento Unesco, il parere di grandi chef stellati tra Parigi e Berlino, e di chi, venuto dall’estero, ha fatto fortuna in Italia. Come Bruno Verjus (Table di Parigi, due stelle Michelin), René Frank (Coda di Berlino, due stelle Michelin), Roy Caceres (dalla Colombia al Ristorante Orma di Roma, una stella Michelin), Oliver Piras e Alessandra del Favero (Il Carpaccio di Parigi, una stella Michelin). Tra varietà della materia prima e biodiversità, “arte”, forza evocativa e non solo, che fanno amare i sapori italiani nel mondo.
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