Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 4.178 - ore 17:00 - Giovedì 20 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | 44 milioni di ettolitri: è il dato ufficiale della vendemmia 2024, somma delle comunicazioni delle varie agenzie regionali al Ministero dell’Agricoltura nelle scorse ore, che WineNews è in grado di anticipare. Di cui 17,4 di vini rossi e rosati e 26,5 tra bianchi e spumanti, oltre a poco più di 200.000 tra mosti e succhi d’uva. Un dato nettamente più alto di quello ufficiale 2023, a 38 milioni, e in leggero rialzo sulle stime di 41-42 milioni di ettolitri di settembre 2024. Con una produzione dell’ultima campagna fatta per poco più di 21 milioni di ettolitri da vini Dop, per 11,7 milioni di ettolitri da vini Dop e Igp, e con 10,7 milioni di ettolitri di vini generici. | |
|
| | Che il mondo in generale e il vino in particolare si trovino davanti ad un cambiamento epocale, legato ai consumi, ai consumatori, al clima e non solo, è un dato di fatto. Ma questo, nella storia, è accaduto ciclicamente, con il vino che, come e meglio di altri settori, ha saputo adattarsi. E così sarà anche questa volta, anche se nulla o poco sarà più come prima. Parola di Jean-Marie Cardebat, tra gli economisti del vino più autorevoli al mondo, professore di Economia all’Università di Bordeaux, Davide Gaeta, professore di Economia dell’Impresa Vitivinicola all’Università di Verona, e Federico Girotto, ad Masi della famiglia Boscaini, tra le pochissime realtà del vino italiano quotate in borsa, case history dello studio “Resilienza e preparazione al prossimo ciclo di consumo globale di vino. Masi: un caso studio originale”. “Se, da un lato, l’attuale contesto economico e geopolitico ha portato ad una contrazione dei consumi - ha detto Cardebat - la natura stessa dei cicli economici suggerisce che, mantenendo il fenomeno inflattivo sotto controllo, il 2026 potrebbe segnare l’anno di svolta con l’avvio, nel 2027, di una fase di ripresa per una nuova crescita sostenuta per il settore vitivinicolo”. Un nuovo ciclo con nuovi trend da anticipare: la premiumisation, il rafforzamento dei marchi, la valorizzazione dell’enoturismo ed i mercati emergenti. Come? “La nostra ricerca - ha spiegato Gaeta - ha individuato alcuni fattori-chiave di resilienza per consentire alle imprese vitivinicole di consolidare la crescita e sostenere le evoluzioni dei mercati: un modello organizzativo strutturato ed una governance solida, una gestione trasparente delle informazioni, strategie mirate di acquisizione e diversificazione del portafoglio prodotti, l’adattarsi alle evoluzioni della domanda nell’approvvigionamento delle uve e nella gamma prodotti, la segmentazione della distribuzione, una presenza diversificata sui mercati, l’attenzione all’identità aziendale, il marketing strategico, e l’innovazione verso la sostenibilità. Abbiamo dunque analizzato un caso di brand leader di mercato quale Masi, e rilevato come l’azienda abbia saputo muoversi in un contesto sfidante. E in tutto questo, analizzando questa case history, Masi rappresenta un modello di resilienza capace di trasformare le sfide in opportunità di crescita”. | |
|
| | Alla “Vinitaly Preview” a Bruxelles il Vice Premier Tajani, ad una domanda fuori programma, ha risposto in merito alla richiesta degli Stati Uniti di ricevere consegne di uova dall’Europa e dall’Italia per far fronte alla grave crisi oltreoceano provocata dall’aviaria (che, nelle ultime settimane, ha visto i supermercati americani rimanere con gli scaffali delle uova vuoti o con prezzi alle stelle, +60% in un anno, ndr): il Vicepremier ha detto che “la politica di export e gli accordi si fanno a livello comunitario”. Tajani incontrerà il Commissario Europeo per il Commercio Šefčovič e “insisterò - ha detto - affinché possa essere tutelata la produzione italiana e quindi l’esportazione dei nostri prodotti di qualità anche sul mercato americano. Intanto venerdì (domani, ndr), a Roma, “presenteremo il piano d’azione per l’export”, ha concluso. | |
|
| | | Un fronte compatto, per supportare il settore e scongiurare i dazi Usa: il mondo del vino e delle istituzioni italiane si è dato appuntamento, per il secondo anno, a Bruxelles, per ribadire la centralità socioeconomica e culturale del vino, prodotto identitario dell’Europa e dell’Italia. Il Vice Premier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sono intervenuti all’Ambasciata d’Italia in Belgio per l’evento “Vinitaly Preview: l’eccellenza del Made in Italy a Bruxelles”, anteprima della fiera (6-9 aprile, Verona). A ribadire l’unità del comparto c’erano, tra gli altri, anche il presidente Veronafiere, Federico Bricolo, il presidente Ice - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Matteo Zoppas, il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, e la vicepresidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna. “In questo momento complicato dobbiamo tutelare il prodotto italiano e le esportazioni dei vini nazionali”, ha dichiarato Tajani. Per Lollobrigida “la criminalizzazione del vino va evitata all’interno del’Ue ed è una battaglia su cui anche le forze politiche nazionali dovrebbero trovare un punto di incontro. Non si tratta di una questione sanitaria o scientifica, ma di riconoscere il valore della nostra cultura alimentare”. | |
|
| | | Di fronte alla retorica anti-alcol, l’argentina Laura Catena, medico laureato ad Harvard e Stanford e viticoltrice nella sua azienda Bodega Catena Zapata, torna a difendere il ruolo del vino. Lo riporta la rivista Vitisphere.“Mi dà fastidio sentire che fumare una sigaretta non è diverso dal bere vino in termini di salute”, dice Catena, che si avvale di uno studio di Jama Network dove si evince che “il rischio di mortalità aumenta del 50% da 1 a 4 sigarette fumate al giorno, mentre con 1-2 bicchieri di alcol al giorno si ha un effetto positivo sull’aspettativa di vita”. | |
|
| | Continua a restare acceso il dibattito sul nuovo Codice della Strada che, secondo più voci e pareri, dai ristoratori alle associazioni di categoria, sta portando ad una diminuzione dei consumi, preoccupazione emersa anche dal mondo del vino. E se, come abbiamo ripetuto a più riprese ma vale ancora una volta la pena ribadirlo, i limiti per le sanzioni non sono cambiati rispetto a quelli già stabiliti dal 2010, alcune novità ci sono. La più significativa è quella dell’introduzione dell’alcolock, strumento che può esser imposto solo se trovati con tasso superiore allo 0,8. Ma come funziona e chi dovrà utilizzarlo? Il “Corriere della Sera” ha letto in anticipo il testo del provvedimento che il Ministero dei Trasporti ha inviato a Bruxelles e che si trova, ora, in fase di revisione. Potrebbe arrivare presto, forse già a luglio, e costerà tanto, circa 2.000 euro è la stima (in approfondimento). | |
|
| | | A WineNews, Jean-Marie Cardebat, professore di Economia all’Università di Bordeaux e presidente dell’European Association of Wine Economists: “la situazione si è complicata con l’arrivo di Trump: c’è un’incertezza economica notevole e condizioni macroeconomiche degradate, soprattutto per via dei dazi. La ripresa prevista per il 2026 è solo ritardata al 2027”. Una crisi che finirà ma che schiaccerà i più deboli, in una specie di selezione naturale: “ci sarà una concentrazione di terre e di produzioni nelle mani dei più forti, ma il settore ne uscirà più sano di prima”. | |
|
|
|