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WineNews
N. 3.781 - ore 17:00 - Giovedì 31 Agosto 2023 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Crea: vendemmia scarsa ma “profumata”
“La vendemmia 2023 si presenta inevitabilmente segnata dalle piogge e dal freddo primaverili, che hanno ritardato la maturazione delle uve posticipando la vendemmia di una settimana rispetto alla passata stagione. Avremo meno produzione del 2022, ma con un interessante profilo aromatico, grazie alle temperature più fresche di questo periodo”. Parole di Riccardo Velasco, direttore Crea Viticoltura ed Enologia, che si aggiunge così al carosello delle voci sulle stime di vendemmia. Che stima una contrazione tra il -5% ed il -10% al Centro Sud (con picchi del -50% per il biologico), ma anche un aumento del +5/10% al Nord.
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Primo Piano
Capire il passato (ed il presente) per costruire il futuro del mercato globale del vino
Forse mai come in questo momento storico, c’è bisogno di fare ordine nella storia, più e meno recente, del commercio globale di vino, per provare a capire, lucidamente, cosa riserva il futuro. È l’obiettivo del report “State of the International Wine Market in 2022: New market trends for wines require new strategies”, curato da Rafael Del Rey dell’Observatorio Espanol del Mercado del Vino (Oemv) e dal professor Simone Loose della Geisenheim University, analizzando ed incrociando i dati dell’Oemv e dell’Università tedesca, insieme alla ProWein. Fino agli anni Settanta meno del 15% del vino consumato nel mondo veniva scambiato tra Paesi diversi, ma nel 2022 questa percentuale era più che triplicata, arrivando al 46%. Le esportazioni enoiche sono arrivate a registrare, nei primi 11 anni del 2000, una crescita annua del 4,3%, per poi rallentare drasticamente, fino ad un flebile 0,4%. In maniera quasi speculare, tra il 2000 e il 2010, i prezzi medi sono rimasti costanti, per cambiare improvvisamente marcia e crescere del 4% ogni anno, passando da 2,32 euro al litro nel 2011 a 3,59 euro nel 2022. Dal 2000 al 2022, quindi, il valore del commercio enoico globale è passato da 14 a oltre 37 miliardi di euro. Un altro aspetto fondamentale, nel lungo termine, è stato lo spostamento geografico dei consumi, con il vino che nel tempo è diventato di moda in Paesi che tradizionalmente preferivano birra e superalcolici, come la Cina, perdendo contestualmente quote di mercato proprio nei suoi mercati tradizionali. Per quanto sia esteso, il mercato globale, comunque, negli ultimi 25 anni, si è sempre consumato meno vino di quanto ne è stato prodotto, tanto che nel periodo 2002-2021 il surplus medio è stato di 28,5 milioni di ettolitri, e dal 2017 al 2021 la media è stata addirittura di 31,8 milioni di ettolitri. Nel frattempo, è cambiata la distribuzione dei consumi: tra i primi cinque mercati in termini di valore, il Regno Unito, e in modo più evidente gli Stati Uniti, sono cresciuti molto più velocemente dal 2000 ad oggi rispetto a Germania, Canada e Giappone. Nel 2022, le spedizioni verso la Cina, a valore, erano di 1,3 miliardi di euro più alte che nel 2000, ma le stime preliminari dell’OIV per il 2022 evidenziano che il consumo cinese è sceso a 8,8 miliardi di ettolitri, la cifra più bassa dal 1998.
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Sì al “Sistema Prosecco”, no alle “Colline”
Sì al “Sistema Prosecco”, tra  Prosecco Docg, Prosecco Doc e Asolo Prosecco Docg, no alle “Colline del Prosecco” senza Conegliano Valdobbiadene: in sintesi, ruota attorno a questo la discussione delle ultime settimane tra i principali attori del territorio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg Patrimonio Unesco. Che la necessità di un marketing e di una comunicazione più semplice e diretta ha portato a chiamare “Colline del Prosecco” o “Prosecco Hills”, come sui bus navetta “Prosecco Hills Link” di Trenitalia/Mom, sui quali i produttori hanno chiesto di aggiungere Conegliano-Valdobbiadene, così come fanno da tempo per il “Cammino delle Colline del Prosecco” per differenziare il Prosecco Docg. Per questo nasceranno un codice etico e un linguaggio di comunicazione comuni tra Consorzio Docg, produttori e istituzioni.
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Focus
Il peso del cambiamento generazionale sui consumi di domani
Dal report Oemv e Geisenheim University emerge il ruolo decisivo delle nuove generazioni nelle prospettive future, tutt’altro che rosee, del commercio futuro del vino: la disaffezione per il vino da parte dei giovani, infatti, rischia di rivelarsi sconfortante. Secondo il California Wine Institute, nel 2022 la disaffezione dei Millennials e della Gen Z ha fatto precipitare i consumi di vino statunitensi, a 10,8 litri pro capite, la cifra più bassa dal 2015. Se per lungo tempo il vino è stato sostanzialmente rosso, fruttato e potente, oggi il gusto internazionale guarda a vini più leggeri, freschi, come racconta la crescita dei consumi dei vini bianchi e degli spumanti, e la contrazione del mercato dei rossi. La nicchia dei vini premium e super-premium rappresenta il 10-15% dei volumi, ma esiste un ampio segmento di consumatori altamente sensibili al prezzo, che preferiscono vini più popolari e facili vini da bere, e i beneficiari di questa tendenza saranno così le grandi aziende, ma anche i vini Igp e i vini monovarietali, che possono reagire in modo più flessibile ai cambiamenti delle preferenze del mercato, a scapito della “classe media” del vino, tanto che l’istituzione di nuove Dop, oggi, non è più così conveniente (continua in approfondimento).
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Cronaca
Cosa influenze la Flavescenza Dorata
Se la Peronospora si è guadagnata la ben poco invidiabile palma di “protagonista negativa” in vigna dell’estate 2023, tra i filari corre un’altra minaccia, ancora più pericolosa: la Flavescenza Dorata. Che, secondo uno studio dell’Inrare di Bordeaux, si propaga in maniera diversa in base ad alcune precondizioni: l’altitudine, l’età e il vitigno sono i principali fattori che influenzano l’infezione da Flavescenza Dorata. Ad esempio, il rischio di infezione è due volte più elevato nei filari di Cabernet Sauvignon rispetto a quelli di Merlot
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Wine & Food
31 agosto, Giornata Internazionale del Cabernet Sauvignon, il vitigno più piantato al mondo
I grandi nomi di Bordeaux, i gioielli del vino italiano come il Sassicaia di Tenuta San Guido o il Solaia di Antinori, passando per il San Leonardo di Tenuta San Leonardo, o l’Ornellaia di Frescobaldi, per citarne solo alcuni tra i tantissimi possibili, e ancora le migliori etichette di California e non solo: sono tutti “figli nobili” del Cabernet Sauvignon (sia nei casi in cui è “in purezza” che in quelli in cui è predominante ma in blend, ndr), il vitigno a bacca rossa più piantato (e amato) nel mondo, con oltre 310.000 ettari in tutto il pianeta. Ad evidenziarlo Catawiki, nel 31 agosto, giorno in cui si celebra la Giornata Internazionale del Cabernet Sauvignon, che, per l’occasione, manda on line un’asta speciale con alcune grandissime bottiglie, tra le quali una rarissima 6 litri di Château Mouton Rothschild 2000, ma anche tante annate di Sassicaia, in diversi formati, e non solo.
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Consorzio Vini di Romagna
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Fieramente
WineNews.tv
Vino e lavoro: cantine focalizzate su marketing e commerciale, ma resta il nodo manodopera
A WineNews le riflessioni di Andrea Pecchioni, fondatore di “Wine Job”, la prima ed unica realtà specializzata sul fronte del lavoro nella filiera vitivinicola. “Nel settore c’è sempre dinamismo, soprattutto sul fronte del marketing e dell’export, ma la formazione è fondamentale, il mercato chiede sempre più preparazione. Per i lavori manuali, come in altri settori, però, c’è difficoltà a trovare manodopera, soprattutto in campagna”. E ad ottobre, a Firenze, torna il Master in Marketing Internazionale del Vino.
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