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N. 2.909 - ore 17:00 - Mercoledì 27 Maggio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Un tesoro archeologico tra le vigne: non è stata una sorpresa la scoperta, a Negrar, letteralmente tra i filari della Valpolicella, di un mosaico perfettamente conservato risalente al terzo secolo. Le prime tracce della villa Romana di Negrar, infatti, erano state portate alla luce nel lontano 1922, ma da allora la ricerca archeologica era stata ferma per quasi un secolo: non se ne conoscevano i limiti, né la struttura. Fino all’agosto del 2019, quando gli scavi, grazie al supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e al lavoro dell’archeologo Gianni de Zuccato, sono ripresi, facendo riemergere la prima parte della pavimentazione della villa. |
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Fino ad oggi, almeno allo scaffali, il vino ha girato, con i consumi domestici che, in parte, hanno assorbito il calo dei consumi fuori casa, in bar e ristoranti, che è drammatico per tante piccole cantine del Belpaese, ma le prossime settimane sono un’incognita, a partire dall’impatto della crisi economica sul potere d'acquisto delle famiglie italiane, passando per la ripresa del canale Horeca. Inoltre, se fin qui la distribuzione moderna si è dimostrato un canale solido ed efficiente, dovrà fare anche i conti la pressione di tante piccole cantine che premono per entrare tra gli scaffali. Insomma, un quadro a tinte più chiare di quello della ristorazione, ma con qualche incertezza per i mesi a venire, quello tratteggiato, a WineNews, da diversi dei più importanti player del vino italiano. “La crescita c’è stata - spiega Giorgio Forlani, responsabile gdo Italia di Caviro - ma non in maniera esponenziale”, a cui fa eco Enrico Zanoni di Cavit: “se guardiamo al prezzo medio e al mix di acquisto, non ci sono stati grandi cambiamenti”. In linea con il 2019, nonostante “la crescita iniziale, dovuta ad una corsa allo stoccaggio” i fatturati di Feudi di San Gregorio, come ricorda Antonio Capaldo. “Siamo andati meglio della media del mercato, nonostante il rallentamento delle ultime settimane”, dice Stefano Fambi, direttore della Nosio Spa, la commerciale del gruppo Mezzacorona. “Ci sono state settimane positive - conferma Corrado Casoli, presidente Gruppo Italiano Vini (Giv) - in media con l’andamento del settore”. “Le vendite stanno andando bene nel canale - commenta Paolo D’Adamo, responsabile gdo Italia per Settesoli - ma nei prossimi mesi non si tornerà a consumi fuori-casa pre Covid”. Valentino Di Campli, alla guida di Codice Citra, sottolinea “la crescita dei negozi di prossimità e l’importanza del presidio dei territori”. Con la fine del lockdown, per Mario Piccini “il fenomeno si andrà esaurendo”. Dal Chianti, Cesare Cecchi sottolinea le “differenze tra le varie fasce di prezzo: molto bene tra i 3 ed i 5 euro a bottiglia, sopra i 10 euro si fa più fatica”. Enrico Gobino di Mondo del Vino, ricorda come “tutto questo deve far riflettere sull’importanza della multicanalità”, mentre per Raffaele Cani di Santadi, “quando tutto tornerà alla normalità, i marchi importanti del vino continueranno ad investire sulla Gdo”. |
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Con un fatturato 2018 di 4,36 miliardi di euro, E.&J. Gallo Winery si conferma come il principale gruppo del vino al mondo, di gran lunga davanti alla francese Lvmh, che si ferma a 2,37 miliardi di euro, poco più dell’altro colosso Usa, Constellation Brands, che in Italia controlla la Ruffino, storica realtà del Chianti Classico con vigneti anche in terra di Prosecco, con un fatturato di 2,2 miliardi di euro. Ecco il podio che emerge dal report sul settore vino di Mediobanca, con il vigneto più grande del mondo che è quello della cinese Yantai Changyu Pioneer Wine che, con le acquisizioni in Australia e Cile, controlla 22.910 ettari vitati. Al secondo posto l’australiana Treasury Wine Estates (13.025 ettari), quindi la cilena Concha Y Toro (11.624 ettari), E. & J. Gallo Winery (9.312 ettari vitati), Constellation Brands (8.296 ettari vitati) e Pernod Ricard (5.625 ettari vitati). |
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I vini preferiti dai wine lover? Non sono poi così diversi dai più celebrati dalla critica. A metterli in fila sono i “Vivino’s 2020 Wine Style Awards”, che ha analizzato i punteggi dei milioni di enoappassionati che, sulla più grande comunità del vino al mondo, condividono quotidianamente migliaia di recensioni, su ogni genere di bottiglia, da ogni territorio e di ogni annata immaginabile. Per l'Italia, tra i 30 Best Red Wines, Sassicaia 1985 di Tenuta San Guido (Best Italian Bolgheri), Barolo Riserva Monfortino 2013 di Conterno (Best Italian Barolo) e Masseto 2006 (Best Tuscan Red). E ancora, La Mattonara Amarone della Valpolicella Classico Riserva 2006 di Zymè (Best Amarone) e Amarone della Valpolicella Monte Lodoletta 2008 di Romano Dal Forno. Tra i 30 Best White Wines, primo tra gli italiani il Gaia & Rey Langhe 2015 di Gaja (Best Northern Italy White), davanti all’Orestilla 2017 di Montonale, ed allo Chardonnay Toscana Collezione Privata 2017 di Isole e Olena (Best Central Italy White). Spostandoci sui 30 Best Sparkling Wines, Italia presente con solo due etichette: Prosecco Superiore di Altaneve (Best Italian Prosecco) e La Serra Moscato d’Asti 2018 di Marchesi di Gresy (Best Italian Moscato d’Asti). |
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È la cantina che ha unito due star “destinate all’eccellenza”: il Brunello e la Ferrari. Nata quasi come “buen retiro”, è diventata oggi una realtà da 9 ettari rivendicati a Brunello di Montalcino. É La Fiorita, cantina condotta dalla ex attrice americana Natalie Oliveros e dal compagno Louis Camilleri, presidente di Philippe Morris e ad Ferrari. “Camilleri ama il Brunello - racconta Natalie Oliveros - ha alcune delle più importanti etichette nella sua collezione. I legami tra Brunello e Ferrari? Simboli italiani che inseguono la perfezione”. |
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Sono 49,5 milioni gli ettolitri di vino in giacenza nelle cantine del Belpaese al 21 maggio 2020, in calo dell’1,5% sullo scorso 14 maggio (742.408 ettolitri in meno) e stock inferiori rispetto al 15 maggio 2019 del 3,5%, quando le scorte ammontavano a 51,3 milioni di ettolitri. Ecco l’istantanea scattata dall’ultimo bollettino di Cantina Italia, curato dal Ministero delle Politiche Agricole, da cui emerge come le scorte di vini a Denominazione (25,9 milioni di ettolitri) siano essenzialmente sul livello dello scorso anno (+0,8%), mentre a calare vistosamente sono i vini da tavola, passati dagli 11,5 milioni di ettolitri del 15 maggio 2019 ai 9,9 milioni di ettolitri di oggi (-14,4%). A livello territoriale, in Veneto è presente un quarto del vino nazionale (24,9%), mentre il 52,4% del vino detenuto è a Dop ed il 26,2% del vino è a Igp. |
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A WineNews uno degli incontri più emozionanti, un anno fa, con il co-proprietario della cantina mito di Borgogna, sul passato ed il presente di uno dei territori del vino più importanti del mondo. Dove “il valore culturale ed umano è inestimabile, e dove sono le cantine guidate dalle famiglie a preservarlo. Un valore che non deve essere mai superato, per importanza, da quello economico”. I prezzi stellari dei vigneti di Borgogna? “Un pericolo per il futuro”. |
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