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N. 4.028 - ore 17:00 - Lunedì 19 Agosto 2024 - Tiratura: 31.235 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Più adatti all’estate, ma sempre più in voga tutto l’anno, perchè più in linea con i gusti dei consumatori di oggi, che cercano meno alcol e più freschezza. Ma anche perchè più trasversali, e versatili più dei rossi, adatti ad un aperitivo leggero o ad un pasto più strutturato, grazie a tanti vitigni, interpretazioni territoriali e aziendali diverse. Sono alcuni dei motivi dietro alla inarrestabile avanzata dei vini bianchi, tipologia di vino che cresce in un contesto di contrazione dei volumi. Come confermano tanti studi, e come raccontano a WineNews alcuni dei distributori più importanti del Belpaese (in approfondimento).
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| | La perdita di potere di acquisto, il cambiamento dei consumi, il salutismo, la concorrenza di altre bevande, l’invecchiamento della popolazione, i giovani meno interessati, i ricarichi non di rado elevatissimi di ristoranti e bar: sono tanti gli elementi che stanno rallentando il mercato del vino, in Italia e non solo. E se nel Belpaese frena, in volume, la gdo, con valori sostenuti quasi solamente dall’inflazione, mentre qualche segnale più positivo, benché tutt’altro che solido, arriva dalle esportazioni dei primi 5 mesi 2024, come dicono i dati Circana e Istat, analizzati da WineNews, è più variegata la lettura del fuoricasa in Italia, canale sempre importantissimo, e che soprattutto in estate, la fa da padrone grazie al turismo. E qui, c’è chi vede poco di positivo, e chi punta ad una crescita dei fatturati, magari, però, soprattutto grazie ai vini di alta gamma su cui si concentra la sua attività, e spesso stranieri, Champagne in testa. Mentre i vini italiani a volte tengono, più spesso rallentano, anche per le denominazioni più blasonate. Semplificazione estrema di un quadro ben più complesso, che arriva dalle interviste di WineNews ai vertici di alcune delle più importanti realtà della distribuzione di alta gamma in Italia, come Marcello Meregalli, alla guida del Gruppo Meregalli, Carlo Alberto Sagna, ai vertici di Sagna, e Luca Cuzziol, alla guida di Cuzziol Grandi Vini e della Società Excellence, che riunisce 21 importanti nomi del settore, da quelli già citati a Pellegrini, Balan, Sarzi Amadè, Vino Design, Teatro del Vino, Proposta Vini, Bolis, Les Caves de Pyrene, Premium Wine Selection Pws, Ghilardi Selezioni, Visconti 43, Première, Agb Selezione, Apoteca, Ceretto Terroirs, Philarmonica, Spirits Colori e ViteVini. E se secondo Cuzziol i vini italiani soffrono più di quelli stranieri di alta gamma, con qualche sofferenza che si inizia a vedere anche per denominazioni top come Barolo o Etna, è eccessivo parlare di crisi, secondo Marcello Meregalli, se vanno bene i vini da 50 euro in su in lista, a soffrire di più sono la fascia media e quella bassa. Mentre secondo Carlo Alberto Sagna, a tenere meglio, senza dubbio, sono i brand consolidati, che danno maggiore sicurezza e continuità qualitativa al consumatore. Come confermano anche le analisi, tra le altre, di Proposta Vini ed Edoardo Freddi International (in approfondimento).
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| | Con l’Italia in vendemmia in tanti territori, e mentre prendono piede anche la raccolta del pomodoro, delle mele e così via, continua il piano di contrasto al caporalato, in tutta Italia, con una campagna di controlli messa in campo dal 1 al 10 agosto. Al termine delle attività, spiegano gli stessi Carabinieri, sono state controllate 958 aziende, di cui 507 sono risultate irregolari (52,92%). Nelle ispezioni si è provveduto a verificare 4.960 posizioni lavorative, di cui 1.268 sono risultate irregolari (di queste, 346 erano lavoratori “in nero”); tra i lavoratori controllati, 2.314 erano lavoratori extracomunitari, di cui 213 risultavano impiegati “in nero”, e 29 i minori, di cui 9 impiegati “in nero”. E sono state elevate sanzioni e ammende, inoltre, per oltre 4,9 milioni di euro, e sequestrati 3 furgoni per il trasporto di braccianti agricoli nei campi.
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| | | C’è Madonna, che, dopo aver visitato in notturna gli scavi di Pompei, in un tour privatissimo e blindato, lontano dalle telecamere, si è concessa una cena stellata - realizzata dagli chef Mellino e da Vincenzo Castaldo di Villa Treville, location costosissima dove la diva ha pernottato, ex dimora dell’indimenticabile regista Franco Zeffirelli - chiedendo espressamente un vino fuori lista, il rosé salentino Furia di Calafuria di Tormaresca (la tenuta pugliese della famiglia Antinori, ndr), che già aveva assaggiato nella sua visita in Puglia nel 2016; c’è Robert De Niro, che ha raggiunto Ischia con il suo mega-yacht ed insieme alla moglie si è goduto un bel pranzo di pesce vista mare; c’è l’attrice Anne Hathaway, che, ad Orbetello, in Toscana, ha mangiato pasta alla carbonara e carne alla griglia; c’è Sofia Vergara, che, a Forte dei Marmi (ospite di Andrea Bocelli per le serate-evento per i 30 anni di carriera del tenore), si è concessa grandi spaghettate sulla spiaggia; c’è l’attrice Gwyneth Paltrow, che cucina la torta al testo in Umbria; insieme a loro, tante altre celebrities che hanno scelto il Belpaese per le vacanze estive, conquistate da cibo & vino made in Italy, una passione che condividono sui social, dimostrando, ancora una volta, il grande potere di attrazione esercitato dal nostro patrimonio enogastronomico.
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| | | L’enoturismo affascina anche le più alte cariche dello Stato. Così è stato per il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che, per Ferragosto, è stato in Trentino Alto Adige facendo tappa anche ad Ansitz Heufler, dimora storica del XVI secolo, dove, per l’occasione, ha cucinato Norbert Niederkofler, uno degli chef più prestigiosi, già nella storia per aver ottenuto, in una sola volta, da zero a tre Stelle Michelin per un nuovo ristorante, l’Atelier Moessmer di Brunico, e per la sua cucina basata sulla filosofia sostenibile “Cook the Mountain”.
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| | Moët & Chandon è ancora il primo brand di vino & Champagne al mondo, con un valore di 1,4 miliardi di dollari (+9% sul 2023). I primi quattro marchi che valgono di più a livello internazionale nel 2024 - Moët & Chandon, Chandon, Veuve Clicquot e Dom Pérignon - appartengono tutti a Lvmh, il gruppo francese del lusso controllato dalla famiglia Arnault. Invece il gigante del vino cinese Changyu passa dal secondo al quinto posto, con un calo del 33%, pur mantenendo tuttavia il punteggio più alto del Brand Strength Index (Bsi). É quanto emerge dal rapporto di Brand Finance, la principale società di consulenza per la valutazione dei marchi al mondo. Chandon, che ha sede negli Usa, è il secondo marchio più prezioso al mondo (1 miliardo di dollari) davanti a Veuve Clicquot (+2%, 959 milioni di dollari) e Dom Pérignon (+7%, 780 milioni di dollari). | |
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| | | “Oggi, c’è molta ricerca di vini e vignaioli legati al territorio e c’è interesse per chi rispetta l’ambiente e il lavoro etico, puntando sempre sulla qualità, e che porta alla ricerca di “vini naturali”: una nicchia di mercato che attrae i clienti per approcciarsi al vino da un altro punto di vista che non è solo quello del consumo e del piacere, ma anche del come è fatto. Qui entriamo in gioco noi che facciamo da tramite tra i produttori, anche i più piccoli, e i consumatori finali”. Così, a WineNews, Filippo Gastaldi, presidente Aepi-Associazione Enotecari Professionisti Italiani. | |
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