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N. 4.219 - ore 17:00 - Giovedì 15 Maggio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Una media annua di 32,3 milioni di visitatori, ovvero oltre un milione di turisti all’anno per ciascuna delle 28 Ig del panel, l’importanza nel contribuire ad aumentare l’attrattiva turistica e la visibilità delle loro regioni, la resilienza certificata, pur in un anno difficile a livello internazionale, dal numero di occupati ma anche aspettative, per il 2025, non univoche e con poco ottimismo: sono alcune delle evidenze emerse dal panel “Tendenze Ig” 2025 by Origin presentato a Bruxelles in occasione dell’anniversario n. 50 dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra la Cina e l’Ue e che mostra il forte legame tra Ig e turismo. | |
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| | Progetti da presentare tramite portale del Sian entro le ore 12 del 14 luglio 2025, contributo massimo richiedibile non oltre i 4 milioni di euro (e con differenza a seconda del fatturato, fino al 5% del valore del fatturato globale riportato nell’ultimo bilancio oppure in altro documento da cui esso possa essere desunto per le medie e grandi imprese, fino al 10% per le piccole e medie imprese), con premialità per progetti rivolti a nuovi Paesi terzi o a nuovi mercati del Paese terzo, o a Paesi emergenti, e ancora per contributi richiesti sotto la soglia massima del 50% di cofinanziamento: sono alcuni degli aspetti previsti dal nuovo avviso relativo alla misura Ocm Vino - Promozione sui mercati dei Paesi terzi, per l’annualità 2025/2026, pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura, che, come sempre, mette a disposizione del settore vitivinicolo risorse per un totale di 98 milioni di euro, di cui oltre 22,5 milioni destinati al bando nazionale (mentre le restanti somme saranno assegnate attraverso bandi regionali e multiregionali che saranno pubblicate nei prossimi giorni dalle Regioni, ndr). “La misura, che finanzia attività di promozione e informazione nei mercati esterni all’Unione Europea, si conferma uno strumento strategico per rafforzare la presenza del vino italiano nel mondo, che già nel 2024 ha superato gli 8,5 miliardi di euro in esportazioni”, spiega una nota del Ministero. “Se oggi è ancora possibile promuovere il vino - ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - è grazie a Nazioni come l’Italia, che si sono battute per non demonizzarlo. Il vino non è un nemico: fa parte della nostra cultura da millenni. Questa misura è fondamentale per sostenere le imprese del settore e migliorare i risultati, già significativi, raggiunti nel 2024”. Ora, mentre tutte le organizzazioni di categoria plaudono al bando, tocca ad aziende e operatori leggere e valutare il decreto, e partecipare alla misura, il cui accesso, negli ultimi anni, secondo molti è stato più difficoltoso che in passato, con diversi soggetti che hanno preferito utilizzare altri strumenti per la promozione del vino italiano, che resta fondamentale, visto che oltre la metà del giro d’affari (che, per alcune cantine e territori, arriva anche ben oltre il 70-80%) viene realizzata all’estero. | |
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| | Acquistare vini rarissimi, spesso introvabili, talvolta reperibili solo nel mercato delle aste, o in canali riservati, diventa più semplice e accessibile a tutti (portafoglio permettendo), e via web. È l’obiettivo di Vinodoo, startup che ha inaugurato il primo marketplace “Business to business to consumer” europeo dedicato ai vini pregiati, rari e iconici. Tra le curiosità, le bottiglie più preziose attualmente in vendita sul portale, tra i vini rossi, per esempio, sono due magnum di Pétrus 2006 a 12.078 euro l’una, ed una doppia magnum di Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno ad 11.000 euro. Le più vecchie? Un Barolo Riserva 1947 di Giacomo Borgogno, e un Barolo 1952 di Marchesi di Barolo. Ma i pezzi più quotati sono Champagne: una 6 litri di Cristal Brut 2012 di Louis Roederer a 26.840 euro, ed una di Vintage Brut 2002 di Dom Pérignon a 13.420 euro ... | |
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| | | Così come il turismo vive sempre più di servizi e prenotazioni via web e social, così fa l’enoturismo. Che ha i suoi campioni del made in Italy. Con le cantine italiane più “popolari” che sono, nell’ordine, Ca’ del Bosco, cantina icona della Franciacorta, Donnafugata, tra le perle della Sicilia del vino, Tedeschi, una delle griffe storiche della Valpolicella, Marchesi Antinori, nome tra i più importanti del vino italiano nel mondo, e ancora due gioielli del Trentino come la Tenuta San Leonardo e Ferrari Trento, passando per una delle realtà più belle del Chianti Classico, Lamole di Lamole (del gruppo Herita Marzotto Wine Estates, ndr), ed ancora la cantina culla del Franciacorta, Guido Berlucchi, guidata dalla famiglia Ziliani, con la “Top 10” chiusa da una delle cantine più prestigiose di Bolgheri, Ornellaia, del Gruppo Frescobaldi, e da Argiano, gemma del territorio di Montalcino dell’imprenditore Brasiliano Andrè Esteves, guidata dall’ad Bernardino Sani (che, nel 2023, ha visto il suo Brunello di Montalcino 2018 al n. 1 della prestigiosa classifica del magazine Usa “Wine Spectator”, ndr). A dirlo la classifica stilata dal portale Imco, analizzando un “elenco delle migliori cantine di Italia, in base al numero di post su Instagram e TikTok, alla valutazione media delle recensioni su Google e al costo minimo per una degustazione”. | |
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| | | Firenze come Parigi, Londra e Venezia, non solo per bellezza e la ricchezza del suo patrimonio culturale, ma grazie anche all’“urban vineyard” a Piazzale Michelangelo: compie un anno “Vigna Michelangelo” con vista sulla “culla del Rinascimento”, una vera collezione dei vitigni storici della Toscana custoditi dall’azienda bolgherese Donne Fittipaldi, 700 barbatelle tra Sangiovese, Pugnitello, Foglia Tonda e Canaiolo (con dedica: ci sono anche quelle dei fondatori WineNews Alessandro Regoli e Irene Chiari), e che oggi fa parte dell’Urban Vineyards Association. | |
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| | Un terzo del cibo che mangiamo dipende direttamente dall’opera di impollinazione delle api e sono ben 4.000 le varietà di vegetali che esistono grazie al loro “servizio”, tanto che senza impollinatori il 75% delle colture subirebbe una drastica riduzione a livello quantitativo o qualitativo. A pochi giorni dalla “Giornata Mondiale delle Api” (20 maggio), Greenpeace ricorda che dall’impollinazione dipende la vita stessa del pianeta e che non è ancora troppo tardi per fermare l’estinzione di questi preziosi insetti, la cui vita è costantemente minacciata da inquinamento e pesticidi. L’Ong invita tutti a fare il proprio passo, anche attraverso il 5 x 1000 (con una firma sulla dichiarazione dei redditi dopo aver inserito nell’apposito spazio il Codice Fiscale 97046630584). Mentre nascono sempre più “Boschi delle Api”: dopo Roma anche Cremona. | |
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| | | Le parole di Rita Babini, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che rappresenta oltre 1.800 piccoli produttori italiani. “Confidiamo nella semplificazione di accesso alle misure di Promozione nei Paesi terzi, fino ad oggi molto difficile per i piccoli. Dobbiamo ragionare anche delle rese dentro le denominazioni, tanto più in una congiuntura difficile come quella che stiamo vivendo, puntando sempre più sulla qualità. Per noi è fondamentale avere maggiore accesso anche a misure per migliorare le condizioni di lavoro e di cantina. A partire dal via libera all’utilizzo dei droni”. | |
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