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N. 4.281 - ore 17:00 - Martedì 12 Agosto 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Buone notizie per il vino “made in Australia” che vede crescere il proprio export. A giugno 2025, nell’arco dei 12 mesi, secondo quanto riportato da Wine Australia, le esportazioni sono aumentate del 13% in valore, toccando quota 2,48 miliardi di dollari australiani (pari a circa 1,38 miliardi di euro, ndr), e del 3% in volume, a 639 milioni di litri. Il valore medio delle esportazioni è aumentato del 10%, raggiungendo i 3,88 dollari al litro. A trainare il risultato è il dato che arriva dalla Cina, che segna +123% in valore a 893 milioni di dollari (circa 500 milioni di euro), e che dimostra quanto, ormai, siano lontani i tempi del conflitto commerciale con i dazi cinesi. | |
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| | “Bisogna governare il limite”: è il futuro del settore indicato da Angelo Gaja, l’“artigiano” del vino italiano, nei giorni scorsi, sul “Corriere della Sera”, in un’intervista con il vicedirettore Luciano Ferraro. Per il quale, dopo anni di crescita che hanno portato l’Italia al primo mondiale della produzione, in un “annus horribilis” di consumi in calo, salutismo, giacenze ancora alte nelle cantine in fase di vendemmia (le cui stime parlano di 45 o addirittura 50 milioni di ettolitri), effetti del clima e i dazi Usa, “il periodo d’oro del vino italiano sembra lontano”, tanto che al Tavolo Vino con la Premier Giorgia Meloni e il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, si è parlato anche di estirpazione. Una misura estrema, come la distillazione, “mi chiedo se non siano auspicabili pratiche coerenti con il governo del limite”, dice Gaja, spiegando che “sarebbe ottimale una produzione annuale tra 35 e 42 milioni di ettolitri. Produrre meno, ma meglio”. Come? abbassando “il limite per i vini da tavola da 400 a 250 quintali di uva per ettaro. Ridando dignità a questi vini” e “di produrre vini da tavola con uve da tavola”, con “la riduzione della burocrazia” e facendo sì che i fondi pubblici “servano a favorire l’intero settore e non gli individui”. E se sui dazi che “sono un rischio di impresa” e colpiranno tutti, Gaja dice “aspettiamo, la trattativa è in corso”, sul calo dei consumi parla più di congiuntura che di crisi strutturale. “I produttori devono essere capaci di operare come sempre nei mercati occidentali” e “esplorare i mercati asiatici e africani, dove i consumatori spesso bevono bevande molto alcoliche e vanno educati ad abbassare il livello di alcol, bevendo vino, che contiene cultura”, a differenza dei dealcolati. Un Gaja “ottimista” per il quale “il fattore umano è la nostra forza”, perché “i produttori esportano vino, italianità e poesia, muovono la curiosità che spinge i turisti a venire in Italia. I consumi diminuiscono da molti decenni, ma siamo sempre andati avanti. Continueremo a farlo. Con realismo, perché il mondo cambia”. Insomma, come sottolineato anche dal direttore WineNews Alessandro Regoli su “Avvenire” al giornalista Andrea Zaghi, “governare il limite produttivo è fondamentale per mantenere in equilibrio il mercato, sul fronte della remuneratività dei vini e delle uve”. | |
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| | Se l’amico ed “ex collega” dei “Take That”, Gary Barlow, si era lanciato sul vino con la linea “Gary Barlow Organic”, Robbie Williaws si sta dedicando alla birra e precisamente a quella analcolica, seguendo un trend, quello del “No-Lo”, che sta attirando le attenzioni di tante celebrities, Lewis Hamilton compreso, come abbiamo raccontato, solo ieri, su WineNews. La star inglese di pezzi iconici come “Angels” o “Rock Dj”, è un fan della birra Heaps Normal, azienda indipendente, di proprietà e produzione australiana, specializzata in birre analcoliche e lanciata ufficialmente nel 2020 quando parlare di birre analcoliche era ancora una scommessa soprattutto verso il pubblico di massa. E, ora, Robbie Williams si è unito a Heaps Normal in qualità di “collaboratore creativo”, dopo aver già investito denaro nel marchio. | |
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| | | In un periodo storico, per il vino, caratterizzato da un calo dei consumi, ma anche da abitudini che cambiano e quindi più vicine a prodotti dalla beva più facile e dal grado alcolico ridotto, c’è una categoria che sembra trovarsi maggiormente a proprio agio, ed è quella degli spumanti. Un trend confermato anche dagli acquisti dei wine lovers, compresi quelli online, che denotano un ulteriore scenario che si sta stabilizzando: la crescita dei bianchi e la discesa dei rossi. Infatti, secondo i dati rilevati da Gruppo Italiano Vini (Giv), prima azienda vinicola italiana per produzione e commercializzazione di vini di pregio, proprietaria di 15 cantine storiche nei territori di riferimento del vino italiano, con il partner Making Science, società di accelerazione digitale, il 56% del fatturato generato nel 2024 sulla piattaforma proprietaria Vinicum.com proviene dalla categoria dei vini mossi, segnando un trend di crescita costante negli ultimi tre anni: nel 2022 erano al 48%, nel 2023 al 54%. La distribuzione per macro categorie di prodotto vede dopo gli spumanti i vini bianchi fermi (18%), che, nel 2024, a differenza del 2022 e del 2023, superano i rossi fermi (16%), mentre i rosati si attestano al 10%. Il pubblico più attivo in termini di acquisto di vini online ha tra i 25 e i 34 anni (24% del fatturato). E si conferma anche la tendenza alla premiumizzazione. | |
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| | | Una cucina americana, una cena a due, ed ecco comparire una bottiglia di vino italiano, l’Alta Mora Etna Bianco (la tenuta di Alberto e Diego Cusumano sulle pendici del vulcano siciliano): niente di strano, se non fosse che siamo in una delle puntate di “And Just Like That”, nella stagione n. 3 su Sky, seguitissimo sequel di “Sex & The City”, una delle serie tv più iconiche di sempre, con protagonista la scrittrice e giornalista Carrie Bradshaw, ovvero Sarah Jessica Parker, modello di stile amatissimo dalle donne di tutte le generazioni. | |
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| | Quasi 6 italiani su 10 trascorreranno Ferragosto tra gite in giornata, visite a parenti e amici e vacanze. A dirlo, un’indagine Coldiretti/Ixe’ sul “capodanno d’estate” che sarà dominato dalla convivialità, con pranzi in compagnia e grigliate, seguiti da escursioni al mare, in campagna o in montagna. E se il 27% degli italiani, invece, vivrà il 15 agosto come un giorno qualunque, spesso lavorando nei servizi e nella ristorazione, e il 16% resterà a casa per riposare, tra chi mangerà fuori, il picnic è la scelta preferita per 7,5 milioni di italiani, seguito da ristoranti, agriturismi, sagre e take-away. L’agriturismo registra una crescita con 650.000 turisti attesi nelle oltre 26.000 strutture nazionali, grazie al boom del turismo enogastronomico: il 39% di italiani parteciperà a degustazioni, visite nelle aziende e corsi di cucina. | |
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| | | In un’epoca in cui anche il cibo è “social”, riscoprire le radici della nostra cultura alimentare è un gesto rivoluzionario. Davvero sappiamo cosa mangiavano i nostri antenati, come Dante ? A WineNews rispondono gli ideatori di “AtLiTeG-Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità d’Italia”: Giovanna Frosini, Chiara Murru e Valentina Iosco, mentre Riccardo Pratesi recita la “Divina Commedia” (credit: il vero volto di Dante per i ricercatori dell’Università Federale di Uberlândia in Brasile, Cicero Moraes/3D OrtogOnLineMag). | |
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