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N. 4.327 - ore 17:00 - Giovedì 16 Ottobre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Per i turisti che visitano il Belpaese - italiani e stranieri - il settore vitivinicolo rappresenta uno degli attrattori più amati: lo conferma un sentiment record di 94 punti su 100. Parola del report di The Data Appeal Company (Gruppo Almawave) - data provider specializzato nel settore turismo - in base ad un’analisi su 29,5 milioni di tracce digitali. E per i premi “Italia Destinazione Digitale” 2025, considerati gli “Oscar” del turismo italiano, il riconoscimento di “Destinazione con la migliore offerta enogastronomica” è stato assegnato al Trentodoc, territorio in cui nascono le bollicine di montagna per eccellenza. | |
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| | I dati Istat delle esportazioni di vino italiano, analizzati da WineNews e aggiornati a luglio 2025, nel confronto con i primi 7 mesi 2024, mostrano nuovamente un segno negativo, ma non drammatico: -0,9% in valore (contro il -0,47% di giugno) a 4,63 miliardi di euro, e -3,4% a volume (era -3,1% a giugno) a 1,23 miliardi di litri. Luglio 2025, in valore, paradossalmente, ha fatto registrare, fino a questo momento, la migliore performance in valore dell’anno, con 726,7 milioni di euro di export a livello mensile, ma, a pesare, questa volta, è il dato degli Stati Uniti che continua a calare (135,4 milioni di euro a luglio 2025 in confronto ai 183,8 di luglio 2024, -26,3% mese su mese). Non un buon segnale, in previsione futura, considerata l’applicazione dei dazi al 15% entrati in vigore lo scorso agosto. Stati Uniti, che, ovviamente, restano il mercato leader per il vino italiano con 1,1 miliardi di euro nei primi 7 mesi 2025, ma, per la prima volta, vanno in segno negativo, se pur minimo, nei 7 mesi, a -0,1%. Ammontano, invece, a 208 i milioni i litri di vino importati dall’Italia, dato stabile rispetto a quello di un anno fa. La Germania si conferma il primo mercato europeo per il vino italiano, a 677,5 milioni di euro (-2,2%, ma era -1,8% a giugno), scendendo a 278,5 milioni di litri (-7,9%). Il Regno Unito resta alla posizione n. 3 e la buona notizia per il vino italiano è che a luglio ha esportato di più rispetto allo stesso mese 2024: nel complessivo dei 7 mesi, siamo a 449,4 milioni di euro, dato comunque in calo del 3,1%. Il Canada sale a 242,9 milioni di euro, continuando la sua brillante ascesa (+15,2%). La Francia importa dall’Italia per 190 milioni di euro e rimane in territorio positivo con una piccola crescita (+1,9%). Ma, di contro, guardando Oltralpe, il vino transalpino, nei primi 8 mesi 2025, ha totalizzato 6,6 miliardi di euro di export, perdendo 56 milioni di euro sullo stesso periodo 2024. Un dato, anche questo, che mostra stabilità, ma che, guardandolo nel complesso, ha cambiato marcia, in negativo, con l’estate. Infatti, sono 243 i milioni di euro di export persi tra giugno e agosto 2025 sullo stesso periodo 2024, dai francesi con il passivo più pesante registrato ad agosto (-15% e quindi -122 milioni di euro), non a caso il mese che ha visto l’inizio dell’applicazione dei dazi Usa ... | |
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| | È tutto da capire, ancora, se abbiano pesato più le scorte fatte in precedenza, l’incertezza sulla percentuale dei dazi (poi fissata al 15%, dopo ipotesi di tassi ben più pesanti) o sul modo di applicarli. Fatto sta che, come previsto, ad agosto 2025, rispetto ad agosto 2024, le importazioni di agroalimentare italiano in Usa hanno subito una brusca frenata, pari al -23%, con una perdita di 126 milioni di euro in soli 30 giorni. Lo dice l’Ufficio Studi Cia/Agricoltori Italiani, analizzando i dati diffusi oggi dall’Istat, con la Coldiretti, che aggiunge come i dati “confermino le previsioni delle scorse settimane sull’andamento di alcuni settori, a partire dal vino, dove si stima una percentuale superiore al 30%”. Come ribatte, del resto, l’Unione Italiana Vini (Uiv), che evidenza un -28% in valore, nel bimestre luglio-agosto 2025, sullo stesso periodo 2024. | |
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| | | Dopo Vinitaly.Usa a inizio ottobre, l’Italia torna protagonista negli States, con la “New York Wine Experience” n. 44 firmata “Wine Spectator”, uno degli eventi più longevi e glamour del grande vino in America, dal 16 al 18 ottobre. Con l’Italia, come sempre, grande protagonista, con oltre 60 cantine di assoluto prestigio presenti (in approfondimento), e al centro dei seminari più importanti. Come quello sull’annata 2020 del Brunello di Montalcino, con tre cantine di assoluto rilievo, come Pieve Santa Restituta, con Giovanni Gaja ed il Brunello di Montalcino Sugarille 2020, Castello Romitorio, con Filippo Chia, ed il Brunello di Montalcino Filo di Seta 2020, e Argiano, con Bernardino Sani ed il Vigna del Suolo 2020, selezione della cantina del magnate brasiliano André Esteves. Ma il Belpaese sarà presente anche nelle “Wine Stars”, con Renzo Cotarella, ceo Marchesi Antinori, ed il tasting di uno dei più grandi vini bianchi d’Italia, il Cervaro della Sala 2019 di Castello della Sala, in Umbria. Ancora Italia, poi, nel tasting dei 10 migliori vini della “Top 100” 2024, con il Barolo Albe 2020 di G. D. Vajra, raccontato dal winemaker Giuseppe Vajra, che si era piazzato al n. 9, ed il Tignanello 2021 di Marchesi Antinori, sul podio al n. 3, nella degustazione guidata direttamente da Albiera Antinori. | |
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| | | Raccontare i grandi territori del vino dando voce a bellezza, storia, cultura, cucina e, ovviamente, ai produttori di vino. È quello che facciamo sempre, e che abbiamo fatto anche nel Collio, tra le “enclave” bianchiste più importanti d’Italia, dove i vigneti sono i “giardini di casa” dei produttori, con il nostro video-racconto, che è valso a WineNews il riconoscimento per il “miglior storytelling digitale” del “Premio Collio”, promosso dal Consorzio Tutela Vini Collio (la consegna, con gli altri premiati, il 26 ottobre a Cormons, nel quadro di “Collio Evolutions”). | |
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| | Leader indiscussa tra i prodotti da forno certificati, la Piadina Romagnola Igp si conferma protagonista del comparto con un valore di mercato che nel 2023 ha raggiunto i 62 milioni di euro, secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2024. Con una produzione che ha toccato le 25.675 tonnellate nel 2023, quintuplicata rispetto al 2014 (6.778 tonnellate), la piadina rappresenta oltre il 50% del valore totale del settore panificati Dop/Igp, pari a 115 milioni di euro nel 2023. Ed a suggellarne il successo, è arrivato il riconoscimento ufficiale da parte dell’Instituto Nacional da Propriedade Industrial (Inpi) brasiliano, che, nei giorni scorsi, ha registrato la Piadina Romagnola come prodotto Igp. Che è un piccolo primato: si tratta, infatti, della prima Indicazione geografica protetta straniera mai concessa dall’ente sudamericano, che finora aveva riconosciuto 112 Igp, tutte nazionali. | |
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| | | Le riflessioni di Chiara Lungarotti (Lungarotti), Laura Bosio (Bosio Franciacorta), Stefano Antonucci (Santa Barbara) e Giovanna Prandini (Perla del Garda). Tra la necessità di un maggior dialogo tra chi produce e chi vende al consumatore finale, la consapevolezza che tutta la filiera attraversa una fase complessa per fatturati e consumi, il rispetto dei ruoli, ma anche con la perplessità per ricarichi che, talvolta, sono alti al punto da scoraggiare i consumatori. | |
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