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N. 4.286 - ore 17:00 - Mercoledì 20 Agosto 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | “Il mercato cinese rappresenta per noi una sfida e una grande opportunità. Con la “Chianti Academy” vogliamo fare un passo in più rispetto alla semplice promozione: formiamo figure che possano diventare ambasciatori del nostro vino e raccontare la Toscana in modo autentico”. Parola di Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, che tutela la più grande denominazione rossista di Toscana e d’Italia, pronta a partire per un tour che, dal 22 agosto al 13 settembre, toccherà quattro città chiave del mercato cinese: Guangzhou (22-23 agosto), Shanghai (29-30 agosto), Chengdu (5-6 settembre) e Pechino (12-13 settembre). | |
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| | Le donne di Langa stavano “un passo indietro” rispetto ai loro padri, mariti, fratelli, titolari di aziende vitivinicole. Negli ultimi vent’anni, tra le vigne intorno ad Alba qualcosa è cambiato: sono sempre di più le imprenditrici alla guida di cantine langarole. Molte di loro sono le eredi dei patriarchi del vino, come Bruna Giacosa, le cugine Roberta e Lisa Ceretto, le sorelle Gaia e Rossana Gaja, la figlia di Bartolo Mascarello, Maria Teresa, e quella di Elio Altare, Silvia, e tante altre giovani che hanno fondato loro aziende, come le “Lalù” di Monforte, Elena Gillardi, le Argamante dei Poderi Ruggeri Corsini e Giovanna Garesio. A tutte loro, e a tante altre colleghe, è dedicato il libro in uscita martedì 26 agosto, Barolo Girls. La rivoluzione rosa del re dei vini (Gribaudo, 216 pagine, 24 euro), scritto dalla coppia di autori albesi Clara e Gigi Padovani. “Abbiamo impiegato due anni di lavoro per realizzare quest’opera - dicono gli autori, in anteprima a WineNews - in un viaggio ricco di emozione, attraverso le storie di oltre sessanta viticoltrici intervistate. Inoltre ognuna di loro risponde a cinque domande più “personali” uguali per tutte ed espone le difficoltà, le speranze, la visione che ha del Barolo”. Il titolo del libro rimanda a quella pattuglia di “giovani ribelli” che nel 1993 furono battezzati Barolo Boys. Le figlie dei “modernisti” (come Barbara Sandrone, le sorelle Scavino, Silvia Altare) e dei tradizionalisti (come le sorelle Carlotta e Marta Rinaldi e Maria Teresa Mascarello) oggi affermano che le divisioni di allora non esistono più. Il racconto di queste pagine diventa così corale, partecipato, condiviso. E il libro si apre con una interpretazione al femminile della storia del Barolo, attraverso sette protagoniste: la Marchesa Giulia Colbert Falletti di Barolo, che nelle sue tenute creò il Barolo “moderno”; la Contessa di Mirafiori Rosa Vercellana (detta “la bela Rosin”) alla quale il re Vittorio Emanuele II, suo amante, regalò la tenuta di Fontanafredda; la prima imprenditrice donna, “Tota Virginia” (Virginia Ferrero, 1865-1949), in Serralunga d’Alba; la prima vicepresidente donna della cooperativa “Terre del Barolo”, Rosa Oberto; la “rivoluzionaria” Chiara Boschis, la prima “Barolo Girl” tra i “Barolo Boys” e Claudia Ferraresi, della storica cantina Rocche di Costamagna di La Morra. | |
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| | La cucina piemontese monta in sella alla gastronomia spagnola per la “Salida Oficial” (sabato 23 agosto), ovvero per la partenza di una delle corse ciclistiche più importanti al mondo: la Vuelta a Espana 2025. E, accanto allo spettacolo sportivo, la cerimonia di presentazione ufficiale il 21 agosto in Piazzetta Reale a Torino sarà anche l’occasione per raccontare un incontro tra territori e culture attraverso il linguaggio universale del cibo: la Regione Piemonte, in collaborazione con la Vuelta, la Città Metropolitana di Torino e con i Cuochi della Mole, ha ideato un progetto enogastronomico tematico per celebrare le affinità e le differenze tra le tradizioni culinarie piemontesi e spagnole. Dalle “Tapas Sabaude” al “Sangretto” e la “Padella Piemontese”: un viaggio tra sapori che proseguirà anche nei menù dei ristoranti della zona. | |
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| | | Con molta probabilità, vino e alcolici non saranno nella lista dei prodotti “zero-for-zero” che le diplomazie di Usa e Ue dovrebbero completare a giorni, nonostante da entrambe le sponde dell’Atlantico tutti gli operatori del settori spingano per un mercato senza dazi. L’indiscrezione arriva in queste ore da uno dei quotidiani più autorevoli al mondo, il “New York Times”, che cita un funzionario della Casa Bianca che ha voluto rimanere anonimo. “I negoziatori dell’Ue hanno sostenuto per settimane che l’America non dovrebbe applicare una tariffa del 15% su vino e alcolici e mantenere, invece, una tradizione di lunga data con le tariffe sugli alcolici a zero su entrambe le sponde dell’Atlantico. Ma mentre gli Stati Uniti e il blocco dei 27 Paesi europei si avvicinano ad un testo finale del loro accordo commerciale recentemente raggiunto, sembra sempre più improbabile che l’alcol “prenda una pausa””, spiega il giornale americano, secondo la cui fonte, nonostante le dichiarazioni di intenti, vini e alcolici non sarebbero mai stati inclusi nella bozza dell’accordo commerciale che, tuttavia, è ancora in fase di negoziazione. “Ma a questo punto del processo, il fatto che non sia stata concordata alcuna esenzione, non è di buon auspicio per l’industria degli alcolici”, scrive il “The New York Times”. | |
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| | | Una candidatura con le bollicine. Dalla Regione Veneto arriva il “placet” a sostegno della candidatura di 14 Comuni dell’area di Conegliano e Valdobbiadene a “Città Italiana del Vino” 2026, promossa da Recevin-Rete Europea della Città del Vino. Per quello che sarebbe un ulteriore riconoscimento per le colline che sono già patrimonio Unesco dal 2019. “Le colline di Conegliano e Valdobbiadene - ha affermato l’assessore veneto all’agricoltura, Federico Caner - sono simbolo mondiale di qualità e bellezza. La candidatura è la celebrazione di un territorio”. | |
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| | Cristian Specogna, enologo dell’Azienda Agricola Specogna, terza generazione alla guida di una delle cantine gioiello del Friuli Venezia Giulia del vino, nei Colli Orientali del Friuli, e Tommaso Canella, ad della Casa Vinicola Canella, a San Donà di Piave, in terra di Prosecco ma icona, soprattutto, del celeberrimo Bellini, cocktail icona di Venezia (a base di spumante Brut, succo e polpa di pesche bianche e lampone): ci sono anche loro a rappresentare il made in Italy tra i “Wine Enthusiast’s Future 40 Tastemakers 2025”, le personalità che, secondo la rivista Usa, Wine Enthusiast’s (le cui firme dall’Italia sono Danielle Callegari e Jeff Porter, ndr), influenzeranno il settore nei prossimi anni. Una lista di 40 nomi scelti tra enologi, produttori, sommelier, distillatori, birrai, imprenditori, educatori e non solo, destinati a cambiare, in qualche modo, l’industria del beverage, secondo il magazine. | |
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| | | ''La viticoltura urbana è uno strumento nella lotta contro il consumo di suolo nelle periferie delle città'': così, a WineNews, Nicola Martinelli, ordinario di Urbanistica al Politecnico di Bari e membro del Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici del Ministero della Cultura. “L’esempio del patto città-campagna in Puglia è servito a migliorare la pianificazione comunale, cercando una convivenza tra chi lavora in agricoltura e chi governa e costruisce la città. Il futuro è patrimonializzare le vigne urbane, come quella di Leonardo a Milano, come elementi di storia e cultura”. | |
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