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N. 4.242 - ore 17:00 - Mercoledì 18 Giugno 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | “Il titolo di enotecnico è legge, un passo avanti nella formazione enologica di qualità”: così la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, uno dei punti di riferimento della ricerca e della formazione viti-enologica, commenta “il riconoscimento dell’anno di specializzazione post-diploma per la formazione dell’enotecnico, che è stato collocato al V livello del Quadro Nazionale delle Qualificazioni”, come prevede la norma pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 6 giugno scorso. Una legge che, per semplificare, “garantisce il rilascio del titolo ufficiale di enotecnico, ne chiarisce l’inquadramento nel Quadro Europeo delle Qualifiche”, e non solo. | |
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| | Un omaggio alla bellezza italiana, rappresentata da un patrimonio culturale, naturale ed enogastronomico unico, del quale gli chef, con i loro piatti e il racconto che c’è dietro ogni ingrediente, fatto di storie su materie prime, territori, comunità, artigiani del cibo e tradizioni, sono sempre più ambasciatori. E che è capace di rubare anche un po’ la scena ai migliori chef al mondo. È una delle letture della scelta di “The World’s 50 Best Restaurants” 2025, il più importante evento della gastronomia mondiale, di svelare per la prima volta in Italia i migliori chef al mondo “come volevamo fare da molti anni”, ha detto il direttore contenuti William Drew, domani a Torino, prima “capitale” d’Italia, dove si sono scritte pagine di storia anche della cucina, e del Piemonte, “una terra che esprime un’altissima qualità gastronomica, che però non sempre è percepita come tale. Ospitare questo evento è una scelta strategica per posizionare Torino e il Piemonte al centro delle rotte della ristorazione mondiale”, ha spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio, annunciando la presenza alla cerimonia al Lingotto Fiere - con main partner S.Pellegrino & Acqua Panna, nei calici i vini di Piemonte Land of Wine e il Consorzio del Parmigiano Reggiano per la prima volta “Official Cheese Partner” - del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, anche “per rilanciare la candidatura Unesco della cucina italiana”. E per la quale cresce l’attesa tra gli oltre 1.300 ospiti, più di 250 media, 89 ristoranti e oltre 100 chef invitati (tra cui WineNews) di conoscere la nuova classifica, al cui vertice, nel 2024, c’era il Disfrutar di Barcellona (che esce ed entra nella “Best of the Best” dei ristoranti n. 1 al mondo con l’Osteria Francescana di Massimo Bottura), seguito da Asador Etxebarri di Atxondo (2) e Table by Bruno Verjus a Parigi (3), e nelle prime 50 posizioni gli italiani Lido 84 dello chef Riccardo Camanini a Gardone Riviera (14), Reale di Niko Romito a Castel di Sangro (19), Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba (39) e Uliassi di Mauro Uliassi a Senigallia (50). Già svelate, invece, le posizioni 51-100 con la news entry, e unico ristorante italiano, di Al Gatto Verde di Modena con la chef Jessica Rosval. E a tutti gli chef saranno donati un Barolo dell’anno di nascita, Nutella personalizzata e accessori da cucina firmati Ugo Nespolo. | |
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| | Gli Usa, dazi o meno, aspettando le evoluzioni della situazione, restano il mercato principale del vino italiano nel mondo. Che ora più che mai va coltivato e presidiato. E va in questa direzione l’edizione n. 2 di Vinitaly Usa, che tornerà a Chicago il 5 e il 6 ottobre 2025, con una novità, visto che in una delle capitali economiche degli Usa approderà anche il “wine2wine business forum”. Sarà un format ibrido, spiega Veronafiere, con sessioni in presenza e live streaming, in cui si affronteranno temi cruciali come il posizionamento dei brand made in Italy negli Usa, l’evoluzione del canale direct-to-consumer e la percezione del vino italiano nel consumatore americano. Tra gli “highlight”, una degustazione alla cieca con Trentodoc e Alta Langa a confronto con etichette sparkling internazionali. | |
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| | | Se i consumi calano, così come cambiano le abitudini dei consumatori, e i mercati storici mostrano segnali di stanchezza e la pressione competitiva aumenta in uno scenario complesso segnato da incertezze geopolitiche, le aziende vitivinicole italiane non possono permettersi solo di sopravvivere: per restare competitivi serve evolversi e per farlo il settore sta puntando “sull’uomo” e sulle risorse professionali. Quattro, in particolare, sono i ruoli più cercati nel primo semestre 2025 secondo Pierluigi Catello, manager specializzato nella selezione profili per le imprese vinicole in Michael Page, che cita anche un report di Mediobanca, secondo il quale più della metà delle aziende ha dichiarato come prioritaria la necessità di investire su nuove competenze e figure manageriali capaci di affrontare il presente con strumenti diversi dal passato. Ma quali? L’export manager per crescere nei mercati internazionali (mentre si afferma anche la figura del “resident export manager” che vive direttamente nel mercato chiave con anche meno costi per l’azienda), il trade marketing manager (il ponte tra cantina e scaffale), l’enologo (tra terroir, innovazione e strategia industriale, e quindi anche con compiti di direzione tecnica) e il responsabile acquisti (garante dell’equilibrio tra qualità, costo e strategia produttiva). | |
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| | | Tra gli eventi che hanno fatto la storia dell’enogastronomia, portando nella Penisola Sorrentina i più grandi chef e le nuove promesse , da Massimo Bottura a Carlo Cracco, da Pino Cuttaia a Bruno Verjus, tra gli oltre 180 protagonisti, per far conoscere ed assaggiare a tutti l’alta cucina, rendendola accessibile e democratica come in una vera e propria “Repubblica del Cibo”, “Festa a Vico” 2025, voluta dallo chef Gennaro Esposito nella Vico Equense del suo ristorante Torre del Saracino, ha donato il ricavato di 280.000 euro a realtà impegnate in sociale, educazione e sanità. | |
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| | Da Tenuta Meraviglia (del gruppo Alejandro Bulgheroni Family Vineyards-Abfv) a Terlano, da Diego Morra a Fratelli Serio & Battista Borgogno, da Donnachiara a Donnafugata: questi i produttori dei 6 vini “Best in Show” italiani ai “Decanter World Wine Awards” 2025, competizione tra le più importanti in Uk, mercato da oltre 851 milioni di euro in valore nel 2024 per il vino italiano. Con l’Italia seconda, per premi complessivi, dietro alla Francia, con 30 medaglie di platino di cantine come Siddùra, che fa tripletta, Berlucchi, Zaccagnini, Casa E. Di Mirafiore, Tenuta Castelbuono, Ruggeri, La Collina dei Ciliegi e non solo, e 102 medaglie d’oro di nomi come Banfi, Frescobaldi, Carpineto, Zymè, Dievole, Abbazia di Novacella, Bellavista, Fontanafredda, Mazzei, Feudo Arancio (del Gruppo Mezzacorona), Kettmeir (del Gruppo Herita Marzotto Wine Estates) e Velenosi, tra gli altri. | |
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| | | Viaggio tra le tessere di un mosaico enoico di vitigni e territori dalla storia millenaria, che vuole farsi conoscere dal mondo. Tra uve dimenticate e uniche, vigneti che si specchiano nel mare o si arrampicano su colline e vulcani, a “Campania Stories”, le testimonianze di Nicola Caputo (assessore Agricoltura Regione Campania), Vincenzo Nocerino (Tenuta Augustea), Andrea Ferraioli (Marisa Cuomo), Beppe Pagano (San Salvatore 1988) e Antonio Spina (Tenuta Fontana, che cura la Vigna della Reggia di Caserta). | |
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