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N. 4.299 - ore 17:00 - Lunedì 8 Settembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | In Valpolicella, tra i più importanti territori italiani legati al vino rosso, dove Amarone, Valpolicella, Ripasso e Recioto muovono un giro d’affari di 600 milioni di euro, è iniziata la vendemmia, con ottime premesse per la qualità, e quantità volutamente in calo, come spiega il presidente del Consorzio dei Vini della Valpolicella, Christian Marchesini: “la vendemmia dovrebbe attestarsi complessivamente intorno agli 850.000 quintali di uva, il 10% sul 2024. Una riduzione produttiva che, insieme ad altre azioni del Consorzio, ha l’obiettivo di mantenere il posizionamento e la competitività della Valpolicella nel complesso contesto internazionale”. | |
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| | Il rumor era nell’aria da tempo (come avevamo scritto a giugno). Ma ora, e tra non poche polemiche, emerge che nella revisione delle Linee Guida sulla salute in Usa, attesa per fine 2025, non si terrà più conto dello studio “Alcohol Intake and Health Study” firmato dall’Interagency Coordinating Committee on the Prevention of Underage Drinking, anche quello discusso e che sosteneva, di fatto, il “no safe level” di alcol, bensì di un altro, redatto dalla National Academies of Sciences, Engineering and Medicine, che invece, come molti sostengono, e anche qui non senza controversie, appoggia la teoria per la quale un consumo moderato possa essere addirittura benefico per la salute complessiva, come avevamo riportato in diversi articoli dedicati ad un tema quanto mai significativo anche per il mondo del vino. Ed ora il cambiamento verso questo nuovo orientamento meno restrittivo sui consumi di alcol, lo riporta, tra gli altri, l’autorevole quotidiano americano “The New York Times”. Il dibattito politico ovviamente infuria, tra chi da tempo sostiene che gli studi come quello del Commitee siano eccessivamente allarmistici, come il gruppo nominato “Science over bias” (“la scienza contro i pregiudizi”), di cui fanno parte, tra le altre, tante realtà che rappresentano il mondo del beverage alcolico, della ristorazione e del vino, come “Wine America”, “Wine Institute”, “Wine & Spirits Guild of America” e “Wine & Spirits Wholesalers of America”, e chi, di contro, sostiene che studi come quello della National Academies siano invece influenzanti e spinti dall’industria degli alcolici. Ma al netto di questo, resta il fatto che un Paese importante per il mercato degli alcolici, ma anche per la sua influenza politica, come gli States, sembrano segnare un cambio di rotta netto sul tema della gestione del rapporto tra alcol e salute, dando una spallata ai sostenitori dei regimi di consumo più restrittivi, e un assist a coloro che sostengono i benefici di un consumo moderato. In un dibattito che però, ovviamente, è tutt’altro che chiuso. | |
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| | “Costruire la propria reputazione attraverso l’Aoc e poi rinnegarla non aiuterà il settore ad adattarsi alle sfide climatiche. L’Aoc è uno strumento vivo, flessibile, in continua evoluzione”. Così Jérôme Bauer, presidente della Confédération Nationale des producteurs de vins et eaux de vie de vin à Appellations d’Origine Contrôlées (Cnaoc), che interviene su un altro dei piccoli-grandi terremoti che stanno interessando il mondo del vino francese: quello della crisi climatica che spinge alcune cantine ad abbandonare la denominazione per avere più autonomia decisionale e quindi regole meno restrittive e più flessibili. Per Bauer “l’Aoc è, soprattutto, una promessa di unicità. Rivendicare una denominazione è una scelta: non è imposta, è costruita dagli stessi viticoltori. Le denominazioni sanno evolversi. Guardate la Provenza: chi irrigava 25 anni fa?”. | |
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| | | L’eccezione che conferma la regola. In un’annata solare, dal calore incessante e precipitazioni minime, culminata in una vendemmia anticipata, i Barolo 2022 esprimono finezza e armonia, già oggi equilibrati, in un’inconfondibile interpretazione dell’autenticità territoriale. Questo perché i produttori hanno ascoltato la terra e risposto con saggezza e rispetto. E in un’annata sfidante, la vite si è autoregolata adattandosi alle avversità. Tra purezza, fedeltà e capacità di evoluzione, in un millesimo chiaro e lineare, ecco il ritratto dell’annata 2022 del Barolo del Comune di Serralunga d’Alba, prima denominazione comunale al mondo, nata oltre 30 anni fa e più che mai identitaria. I produttori, ogni anno, si riuniscono nel “Serralunga Day”, l’anteprima a Fontanafredda, teatro dell’amore tra il Re Vittorio Emanuele II e “La Bela Rosin”, ma anche dove, nel 1988, fu prodotto il primo Barolo a menzione comunale, vinificando separatamente le uve di Serralunga, oggi di proprietà della famiglia Farinetti. Un’occasione di incontro con esperti (con uno studio del “cartografo del vino” Alessandro Masnaghetti), Master of Wine, ristoratori e media (tra cui WineNews: presto online i nostri video), e con i produttori del Brunello di Montalcino, per un confronto tra i grandi rossi italiani per guardare al futuro del settore. | |
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| | | Il “salotto buono” del vino italiano premia WineNews: per il “Merano WineFestival”, il miglior “Wine & Food Journalist Web” è il direttore Alessandro Regoli, tra le “The WineHunter Stars” 2025, riconoscimento alle personalità che illuminano l’enogastronomia con la loro passione, dedizione e straordinario impegno, conferito, con le commissioni di assaggio, da Helmuth Köcher, patron dell’evento che riunirà a Merano l’eccellenza del wine & food (7-11 novembre). | |
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| | Da oggi, a partire da Bolzano, si torna a scuola. E per quanto riguarda la Secondaria di Secondo Grado, le scelte degli studenti sembrano continuare a non premiare istituti tecnici come quello di Agraria, agroalimentare e agroindustria, per cui, secondo le iscrizioni online pubblicate nel sito del Ministero dell’Istruzione, per l’anno scolastico 2025-2026, la quota iscritti copre soltanto l’1,33% (era l’1,39% nel 2024-2025). E se le richieste di forza lavoro dal comparto alberghiero e dei pubblici esercizi sono pressanti, gli istituti professionali legati ad Enogastronomia e ospitalità alberghiera, raggiungono “solo” il 3,94% degli iscritti, in calo. Infine l’indirizzo professionale Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane che raggiunge lo 0,72% delle iscrizioni (era lo 0,76% nel 2024-2025). | |
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| | | “Il messaggio del “bere meno ma meglio” è passato, ma il vino si beve ancora. Certo ci sono meno occasioni di consumo, quasi nessuno ormai a pranzo beve più. Stiamo vivendo un periodo di grande cambiamento, ma il vino resta centrale quando si mangia bene. I vini dealcolati? Sono fuorvianti, sono delle bevande insalubri. La crisi dei rossi? Noi, almeno a certi livelli e su una fascia di consumatori appassionati, non lo vediamo, anzi. Il tema dei ricarichi eccessivi? Per chi fa qualità i costi sono alti, ma il giusto prezzo del vino fa lavorare meglio tutti, incentiva a stappare una bottiglia in più”. | |
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