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WineNews
N. 3.053 - ore 17:00 - Martedì 15 Dicembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Le bollicine, un must per le feste
Il Belpaese si conferma protagonista nelle vendite di spumanti nel mondo anche nell’anno del Covid-19. Nonostante tutto, nessuno vuole rinunciare a un simbolo delle feste, che registra però un effetto sostituzione: giù i top di gamma, Champagne in primis, su i prodotti più accessibili. Il risultato, secondo le stime sui consumi di bollicine nelle prossime festività dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea, è in linea con lo scorso anno sul fronte dei volumi, con 273 milioni di bottiglie tricolore vendute nel mondo (+1,3% sul 2019), di cui 74 milioni in Italia (-2,3%). Diverso invece il trend a valore, in calo del -9%, tra domanda interna ed estera.
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Primo Piano
Agricoltura nel futuro: da Coldiretti, i messaggi di Papa Francesco e del premier Conte
Gran parte del futuro dell’Europa passa da come verrà utilizzato il Recovery Plan, al centro del dibattito politico insieme all’emergenza Covid. E anche l’agricoltura guarda a questo strumento (che, nel complesso, porterà all’Italia 209 miliardi di euro) per evolvere e guardare al domani. Un domani in cui ognuno di noi dovrà “ripensare, ancor più oggi, al rapporto tra l’uomo, la natura e il Creatore come fattore di profondo equilibrio e comunione, nella ricerca non della logica del profitto, ma del servizio, non dello sfruttamento delle risorse, ma della cura e dell’attenzione per la natura come casa accogliente per tutti”. Riflessione che arriva da Papa Francesco, nel messaggio inviato agli agricoltori di Coldiretti, nell’assemblea nazionale, dove l’organizzazione agricola, guidata da Ettore Prandini, ha tracciato la sua rotta. In un futuro in cui cibo e agricoltura saranno centrali, come ricordato anche dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Il cibo è coesione sociale, è sviluppo, occupazione e crescita, come dimostra il valore economico del made in Italy. Il cibo deve e può essere il baricentro della rivoluzione verde che il Governo ha sposato con coraggio. Gli agricoltori sono gli ambasciatori del buon cibo e buon vivere italiano, le nostre produzioni sono uniche nel mondo, il nostro tesoro è straordinario. L’agricoltura sarà un asse portante del piano di resilienza, e servirà a rilanciare tutto il comparto”, ha detto Conte. Serve, però, una strategia di cose concrete. E quella di Coldiretti è fatta di “digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà, dai cereali all’allevamento, fino all’olio di oliva. Sono alcuni dei progetti strategici elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese”, afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che “dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza. L’Italia è prima in Europa per qualità e sicurezza alimentare ed è possibile investire per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero e creare un milione di posti di lavoro nei prossimi 10 anni”.
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La resilienza della cooperazione
Dalle difficoltà di un 2020 che, per tante cantine, rischia di chiudersi con perdite dei fatturati fino al 30/40%, come emerso dal sondaggio di WinenNews di fine ottobre, spicca la capacità di resistere, e persino di invertire la rotta, di alcuni dei più importanti alfieri della cooperazione del vino. Un trend che accomuna Mezzacorona, Cavit, Cantina Valpolicella Negrar e Terre Cevico (ma anche un gigante privato come Schenk Italian Wineries). Vero è che la stragrande maggioranza delle cooperative chiude il bilancio a metà anno, ma dentro ci sono sia i numeri di una metà di 2019 piuttosto positiva che quelli di una prima parte di 2020 molto indicativa, che comprende la dura fase del lockdown totale, oltre al primo afflato della ripresa estiva. Insomma, un dato a metà, ma indicativo e incoraggiante.
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Focus
Top 100 di Wine Spectator, una manna per il mercato secondario dei fine wine
Certi riconoscimenti e certe classifiche, in termini commerciali, sono una vera e propria manna dal cielo. Pochi raggiungono il peso specifico della “Top 100” di Wine Spectator, il magazine più influente e letto dagli appassionati di vino Usa. Che da decenni accompagna sulla ribalta i migliori vini del mondo, compresi tanti italiani. Etichette di ogni tipo, perlopiù dai territori più prestigiosi dell’enologia italiana. Quelli che contribuiscono a far volare l’Italy 100 e, più in generale, i fine wine italiani sul mercato secondario del vino: essenzialmente, il Barolo e il Brunello di Montalcino. Ma attenzione, perché se la piramide del vino italiano è così solida è perché sotto al vertice cresce una base fatta di tanti territori in crescita. Come racconta la presenza di vini in “Top 100” da ogni vigna d’Italia (con griffe come San Filippo, Massolino, Castello di Volpaia, Tolaini, Caprili, Caiarossa, Produttori del Barbaresco, Foradori, Marchesi de’ Frescobaldi, Boscarelli, Vietti, Istine, Travaglini, Il Conte Villa Prandone, Suavia, Jermann, San Leonardo, Tormaresca e Grifalco). E allora, se il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno 2013 è il più scambiato, a valore, sul Liv-ex nel 2020, il merito è anche di tutte quelle etichette meno prestigiose, ma altrettanto preziose.
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Cronaca
“Il Provinciale” di Quaranta in prima serata?
La provincia italiana operosa, scrigno di storie secolari, giacimento inesauribile di produzioni enogastronomiche e agricole tipiche e di grande valore, museo diffuso di capolavori dell’arte, cartolina di paesaggi bellissimi creati dalla sinergia tra uomo e natura, antologia di persone e pensieri. Un mix che, raccontato con passione, entusiasmo e competenza, “alla Mario Soldati”, piace al grande pubblico: “Il Provinciale” di Federico Quaranta, su Rai2 il sabato pomeriggio, potrebbe approdare in prima serata, la “fascia nobile” della televisione.
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Wine & Food
La svolta green delle distillerie: 500.000 tonnellate di anidride carbonica in meno nel 2019
500.000 tonnellate di anidride carbonica risparmiate, 300.000 megawattora di energia elettrica verde prodotta e oltre 300.000 metri cubi di potenzialità installata per bioetanolo sostenibile: sono solo alcuni dei numeri del primo “Report di sostenibilità” presentato da AssoDistil, che racconta la svolta green di uno dei settori, quello delle grappe e dei distillati, che è un pezzo di storia del made in Italy. Nel 2019 sono 606.795 i gigajoule (Gj) di energia prodotti, con un recupero di energia sui rifiuti prodotti dell’88,9%, pari a 12.541 tonnellate. I rifiuti pericolosi costituiscono solo lo 0,5% del totale e, di questi, quelli inviati in discarica sono solo lo 0,3%. Il totale di energia autoprodotta proveniente da fonti rinnovabili è pari a 3.732.000 Gj. Le vinacce utilizzate come materie prime superano le 534.000 tonnellate, mentre le fecce utilizzate sono oltre 209.000 tonnellate.
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Marchi di cui i consumatori si fidano, qualità che cresce: così il vino italiano resiste in Usa
Le riflessioni di Thomas Matthews e Bruce Sanderson, editor in chief e responsabile delle degustazioni italiane di “Wine Spectator”, che nella sua “Top 100” del 2020 ha premiato 19 etichette del Belpaese, con Brunello e Barolo al vertice. Nel racconto di un’Italia del vino fatta di qualità, varietà e diversità, che negli anni hanno conquistato i consumatori Usa, con un Belpaese che regge l’urto del Covid nel suo mercato straniero più importante.
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