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N. 2.842 - ore 17:00 - Giovedì 20 Febbraio 2020 - Tiratura: 31.110 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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A livello di prestigio e di fama, per il vino la Toscana, il Piemonte ed il Veneto sono al vertice nel mondo. E si confermano in cima ai desideri enoturistici degli italiani. Emerge da un’indagine di Wine Monitor Nomisma presentata nel quadro delle “Anteprime di Toscana” 2020, da cui emerge che i consumatori di vino italiano vorrebbero visitare, nell’ordine, proprio la Toscana (27%), il Piemonte (12%) ed il Veneto (7%), oltre che Sicilia e Friuli Venezia Giulia, in “top 5”. Tra i wine lovers internazionali, mentre gli americani mettono sul podio Toscana, Sicilia e Veneto, gli inglesi Toscana, Sicilia e Sardegna, i tedeschi preferiscono Toscana, Alto Adige e Sicilia. |
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Il Piemonte del grande vino, e soprattutto delle grandi espressioni del Nebbiolo - Barolo e Barbaresco - è in grande salute. I prezzi dei vigneti migliori di Barolo, con i cru che partono da quotazioni superiori a 2 milioni di euro, sono una spia sintomatica di un grande successo. Con i vini del territorio sempre più desiderati dagli appassionati, dai collezionisti e anche da chi investe nelle grandi bottiglie. Al centro del primo report dedicato al Piemonte di Wine Lister, società che si occupa di analisi del mercato e di rating dei fine wine, di recente acquisito dal Group Figaro. Partendo dal fronte prezzi, il “Piedmont Index” di Wine Lister (che annovera le migliori etichette di Giacomo Conterno, Gaja a Bartolo Mascarello), in 6 anni ha registrato una crescita del 160%, la più alta in assoluto, così come negli ultimi 12 mesi, con un +20%. Secondo i parametri di Wine Lister, che mette insieme i giudizi su qualità, marchio e andamento economico, il Piemonte, con un punteggio medio di 860 su 1.000, si posiziona davanti alla Toscana, ma dietro a Borgogna, Bordeaux e California. Il parametro che eccelle, per i vini piemontesi, è quello della qualità, dove il rating è secondo alla sola Borgogna, e sostanzialmente alla pari con Bordeaux. Interessante il sondaggio tra importatori, distributori ed operatori del mercato del vino, secondo cui i trend più significativi sono la crescita dei vini da singola vigna, ovvero i Cru, e il ritorno a vini più tradizionali. Tra i produttori su cui il mercato ha un indice di confidenza più alto, domina Giacomo Conterno, con un punteggio di 9 su 10, davanti a nomi come Gaja, Luciano Sandrone, Bruno Giacosa, Roagna, Bartolo Mascarello e Giuseppe Rinaldi con 8 e, con 7, vengono Vietti, Elio Grasso, Aldo Conterno, Giuseppe Mascarello e Figlio, G. D. Vajra, Elio Altare, Roberto Voerzio, Produttori del Barbaresco ed E. Pira e Figli. I vini più importanti, ancora, secondo il Wine Lister Score, sono il Barolo Monfortino Riserva ed il Barolo Cascina Francia di Giacomo Conterno, davanti al Barolo di Bartolo Mascarello, al Barolo Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa, il Barolo Sperss di Gaja, il Barolo Brunate di Giuseppe Rinaldi, il Barbaresco Sorì San Lorenzo ancora di Gaja, il Barolo Granbussia Riserva di Aldo Conterno, e ancora il Barbaresco ed il Barbaresco Sorì Tildin di Gaja, per fermarsi alla “top 10”.
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Tradizione ed innovazione sono le coordinate su cui si muovono le cantine del Belpaese: la tecnologia, del resto, è stata fondamentale nella crescita qualitativa di interi territori, messa al servizio sia del lavoro tra i filari che in cantina, a patto di non perdere il contatto con il sapere costruito nei secoli, che ha reso grandi vini come il Brunello di Montalcino. Dove, non a caso, l’innovazione fa un salto evolutivo potenzialmente epocale, questa volta non a livello produttivo, ma comunicativo e commerciale. Dall’incontro tra Ciacci Piccolomini d’Aragona e Microsoft l’esperienza degustativa diventa virtuale ed interattiva, con Teams, piattaforma di collaborazione, messaggistica e video-conferencing attraverso la quale comunicare, interagire e lavorare con clienti e wine lovers di tutto il mondo restando in azienda. |
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Perla della Toscana del Rinascimento, Montepulciano, con il suo vino Nobile, è uno dei diamanti del vino del Granducato. Vino antico, già cantato dal Redi, medico - il più alto in grado nel Granducato di Toscana - con la famiglia Medici e letterato, che nel 1685 lo definiva “d’ogni vino è il Re” nell’opera “Bacco in Toscana”. Vino che nasce in un luogo che vede cantine moderne e tecnologiche convivere a fianco di antiche grotte etrusche, di cantine medievali e rinascimentali. Prima Docg d’Italia, 40 anni fa esatti, con il Consorzio che custodisce la prima fascetta Docg del vino italiano, la serie AA n° 000001, la denominazione - che oggi in Anteprima ha celebrato una vendemmia 2019 a 5 stelle - è la prima che, per Vino Nobile, Rosso e Vinsanto di Montepulciano, ha deciso di inserire in etichetta, obbligatoriamente, il nome Toscana, già di per sé uno dei brand più conosciuti ed affermati nel mondo, del vino e non solo. Idea nata per distinguersi, una volta per tutte, dal Montepulciano d’Abruzzo, ma diventata poi scelta strategica per i mercati, dove, secondo Consorzio e produttori, la forza della Toscana come marchio sarà grande valore aggiunto, per un Vino Nobile che, per il 78% finisce nel mondo, Germania e Usa su tutti. Una strada, quella aperta dal Nobile, che potrebbe essere seguita, presto, da tanti altri territori del vino. |
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Il brindisi per eccellenza del Carnevale? Prosecco Doc, bollicina ufficiale del più famoso al mondo, il Carnevale di Venezia, cuore della “Prosecco dreamland”, dove accompagna i celebri party sul Canal Grande a Ca’ Vendramin Calergi, con il tema “Il Gioco, l’Amore, la Follia” (ma c’è anche il vaporetto brandizzato con le celebri bollicine venete). Le cantine protagoniste? Da Astoria a Ca’ di Rajo, da Collalto a Masottina, da Mionetto a Montelvini, da Riunite & Civ a Santa Margherita, dai Viticoltori Ponte a Zardetto e Zonin1821, per citarne solo alcune. |
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Alta cucina, grandi vini e sport insieme ancora una volta, per la gioia dei tifosi gourmet: a rinnovare un connubio amatissimo è Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti, che tra la bellezza delle sue vette Patrimonio Unesco si prepara ad ospitare le finali della Coppa del Mondo di Sci Alpino (18-22 marzo), raccontandosi e raccontando l’Italia anche con le eccellenze enogastronomiche. Sul podio ci sarà infatti anche lo Chef Team Cortina, 10 grandi cuochi simbolo di una ristorazione che è la punta di diamante di Cortina, e che ha scalato i vertici mondiali, con Fabio Pompanin del ristorante Al Camin e Graziano Prest del Tivoli che, dopo Pyeongchang 2018, saranno gli chef di Casa Italia anche a Tokyo 2020. Nei calici, invece, il Prosecco Doc, immancabili bollicine per innaffiare il podio in una delle località più famose del loro terroir, ma anche le etichette firmate Frescobaldi. |
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Idea nata per eliminare la confusione con il Montepulciano d’Abruzzo, sarà valore aggiunto sui mercati. Parola dei produttori del territorio: Andrea Rossi, presidente Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e della Vecchia Cantina, Luca Tiberini (Tiberini), Federico Carletti (Poliziano), Caterina Dei (Cantine Dei), Andrea Contucci (Contucci), Vincenzo Tassinari (Tenute del Cerro), Adriano Annovi (Tenuta Lunadoro - Schenk), Nicolò De Ferrari (Boscarelli), Antonio Michael Zaccheo Jr. (Carpineto) e Andrea Lonardi (Bertani Domains). |
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