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WineNews
N. 3.873 - ore 17:00 - Lunedì 15 Gennaio 2024 - Tiratura: 31.215 enonauti,
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La News
Vino nel deposito di munizioni 
Il luogo più sicuro al mondo per custodire bottiglie pregiate si trova nella campagna inglese, 30 metri sotto terra: Octavian è un ex deposito di munizioni della Seconda Guerra Mondiale, trasformato in wine storage per clienti facoltosi. Al momento accoglie etichette per un valore di 2,5 miliardi di dollari. Nato come miniera nell’Ottocento, fu rilevato, negli anni Quaranta del secolo scorso, dal Ministero della Difesa inglese, che lo riconvertì in uno dei più grandi depositi di munizioni del Paese. Oggi, grazie alla temperatura costante, all’assenza di luce e all’umidità ottimale, l’ex miniera si è dimostrata un habitat perfetto per il vino. 
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Dal ritorno della vocazione ad una “mission” comune: il futuro del vino secondo Scienza
Un anno fondamentale e, se vogliamo, spartiacque, è quello che si appresta ad affrontare il mondo del vino, italiano e non solo. Tanti i temi: da un “riposizionamento” produttivo che è necessario tenga conto delle condizioni climatiche, sempre più instabili, ad una strategia nuova che deve guardare ai gusti ed agli interessi della “new age” dei consumatori che appare lontana dal prodotto vino tradizionale e, quindi, più vicina a qualcosa che nel calice esprima freschezza e meno contenuto alcolico. Senza dimenticare la questione della trasparenza, a partire dal contenuto nell’etichetta. Ma, soprattutto, serve un piano integrato e coeso di tutta la filiera, tracciando i punti più importanti che vanno di pari passo con l’evoluzione di un settore che non può guardare al futuro con immobilismo. Anche di questo, WineNews, ha parlato con Attilio Scienza, docente di Viticoltura all’Università di Milano, ricercatore, umanista del vino e presidente del Comitato Nazionale Vini. Che indica la strada da riprendere, ad iniziare dalla vocazione produttiva, che forse si è un po’ persa per seguire il mercato. “La qualità di un vino - spiega Scienza - è l’espressione di un rapporto vocazionale che esiste tra l’ambiente dove questo vitigno viene coltivato e le caratteristiche del vino: se la vocazione è questa speciale idoneità di un determinato suolo a produrre un determinato vitigno, non possiamo pensare di produrre dieci vini diversi in una denominazione”. Tra i tanti temi toccati (in approfondimento l’intervista completa) anche quello, riportato sotto i riflettori da “Report”, dell’uso del Mostro Concentrato Rettificato nelle denominazioni: “è veramente un prodotto di grande purezza dal punto di vista compositivo, è solamente glucosio e fruttosio che vengono ottenuti dalle uve”, spiega Scienza, secondo il quale, però le grandi denominazioni, ed in particolare quelle “monovitigno”, come Barolo o Montalcino, dovrebbero dare un segnale, e rinunciarvi, in nome del “rapporto privilegiato che esiste tra quel vitigno con quel territorio”. Ma il grande vuoto da colmare (anche attraverso la ricerca), per Scienza, è soprattutto “un grande progetto di una viticultura italiana che tenga conto di tutte le componenti della filiera, dal vivaismo al consumatore”, che ancora l’Italia non ha.
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Agricoltura, proteste in tutta Europa
Inflazione, leggi da cambiare, burocrazia. Su questi temi sembra concentrarsi la protesta dell’agricoltura che, dalla Germania alla Romania, ma recentemente anche in Francia e Polonia, è esplosa fino ad entrare nelle grandi città. Le immagini e le voci dalla Germania hanno fatto clamore, con i trattori, simbolo del dissenso, arrivati fino alla Porta di Brandeburgo anche oggi per dire no ai tagli ai sussidi al settore agricolo da parte del Governo. Il Ministro federale dell’Agricoltura, Cem Özdemir, non ha escluso una sorta di “tassa per il benessere degli animali” per favorire la conversione delle stalle. Situazione accesa anche in Romania dove, da Bucarest ad altre città, le voci di dissenso si moltiplicano, con gli agricoltori che hanno mostrato la loro insoddisfazione per l’inflazione che morde, e i prezzi della benzina e delle assicurazioni che costringono ad aumentare i prezzi. 
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Focus
Export, un buon ottobre rilancia le ambizioni di crescita 2023
Il vino italiano torna a sperare in un 2023 dal saldo positivo all’export: grazie ad un ottobre in forte recupero (+7,6% sullo stesso mese 2022, per 784 milioni di euro), i dati Istat sui primi 10 mesi dell’anno, analizzati da WineNews, raccontano di un importante recupero che porta il bilancio provvisorio ad un -0,7% in valore, per 6,4 miliardi di euro, accompagnato da un +0,8% in volume, a 1,79 milioni di ettolitri. Una buon miglioramento sul dato registrato fino a settembre, che diceva -1,9% in valore, a volumi stabili. Valori in crescita, tra i principali mercati guardati più in dettaglio da WineNews (in approfondimento), continuano comunque a registrarsi solo in pochi Paesi europei. La Germania, per esempio, cresce del +4,8%, raggiungendo i 980,4 milioni di euro, e più o meno lo stesso trend, a +5%, lo segue il Regno Unito, che arriva a quota 700,4 milioni di euro. Ancora in “profondo rosso” tutta l'Asia, e resta molto negativo il Nord America, che però, rispetto a settembre, mostra qualche miglioramento: gli Usa, che restano in assoluto il primo partner straniero del vino italiano, superano di poco gli 1,4 miliardi di euro, con un -6,8% nei primi 10 mesi 2023 sul 2022, rispetto al -9,9% registrato fino a settembre, così come il Canada, a 326,6 milioni di euro, con un -13,8%, migliore del -17,6% lasciato sul campo nei primi 9 mesi dell’anno. 
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Roma Doc
Cronaca
Castello di Volpaia nella “Top 10 Value” 2023 
Grandi vini, da 90 punti o più, a 40 dollari o meno a bottiglia: ad eleggere i migliori al mondo è la “Top 10 Value” 2023 by Wine Spectator, il cui n. 1 è il californiano Pinot Noir Sonoma Coast 2021 de La Crema (91 punti, 28 dollari), e nella quale unico italiano è uno dei territori storici che, negli ultimi anni, è cresciuto moltissimo in qualità e valore, il Chianti Classico, con il Chianti Classico 2021 del Castello di Volpaia (92 punti, 30 dollari), alla posizione n. 5 per la celebre griffe di proprietà della famiglia Mascheroni Stianti. 
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Wine & Food
Il cibo al cinema, una “grande abbuffata” di piatti cult, dai fratelli Lumière a oggi
Da “Le repas de bébé” dei fratelli Lumière a “Tempi Moderni” di Charlot, da Alberto Sordi in “Un Americano a Roma” a Totò in “Miseria e nobiltà”, dagli spaghetti “con meatballs” de “Il Padrino” a “Il pranzo di Babette”, dal Big Kahuna Burger di “Pulp Fiction” a “Sideways” o “Un’ottima annata”, il filone “gastronomico” del cinema mondiale è un susseguirsi di scene madri in cui il gesto culinario diventa metafora di vita. A dare l’occasione, a WineNews, per ripercorrere (in approfondimento) questa “grande abbuffata”, citando il film di Marco Ferreri, la offre un evento per cinofili gourmet (sold out, ma con lista di attesa): “CheFilm” all’Uci Cinemas Lingotto a Torino (24 gennaio), dove il pubblico cena in sala con 10 piatti di 10 film di 10 grandi chef piemontesi, guardando le scene che li hanno resi famosi.
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Castello del Terriccio
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Masottina
Consorzio Vini di Romagna
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Bosca
WineNews.tv
Sensori, dati, genetica, intelligenza artificiale: il futuro del vino passa dalla tecnologia
A WineNews le esperienze e le visioni di chi ha investito in progetti, aziende e startup che guardano al futuro, dalla vigna alla consumatore. Tra soluzioni “smart” per la gestione del vigneto, che consente di produrre meglio sfruttando meno le risorse naturali ed il suolo, applicazioni dell’intelligenza artificiale per predire “il gusto” di un vino e capire se incontrerà i gusti dei consumatori, senza dimenticare, ovviamente, la genetica.
Approfondimento su WineNews.tv
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