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N. 4.104 - ore 17:00 - Mercoledì 4 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Il mondo del vino, come altri, teme i dazi promessi da Trump perché perdere quota negli States vorrebbe dire azzerare o quasi la già debole crescita dei valori. “Gli annunciati dazi Usa rischiano di aggravare una congiuntura già difficile se non si diversifica il mercato e soprattutto se si perseguono politiche di chiusura commerciale. Per questo Unione Italiana Vini - Uiv sostiene fermamente l’accordo Mercosur e condivide il via libera dell’Italia ai vini dealcolati”. Queste le parole del presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi, aprendo i lavori dell’ultimo Consiglio nazionale 2024 dell’associazione di riferimento per il settore, oggi a Roma. | |
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| | La nave del vino italiano naviga un mare, quello del mercato, in gran tempesta, soprattutto nelle acque profonde delle esportazioni. Difficoltà economiche che frenano i consumi, crisi internazionali, guerre, salutismo, clima e concorrenza di altre bevande, soprattutto tra i giovani, ma anche il rischio dei dazi in Usa, diventato decisamente concreto dopo la vittoria elettorale del Presidente Donald Trump, nel primo mercato mondiale del vino e primo partner straniero delle imprese italiane, sono gli scogli che rallentano la navigazione, in una burrasca che non accenna a placarsi nei prossimi mesi. Di falle vere e proprie nello scafo che facciano temere un naufragio al convoglio del vino italiano, però, ad oggi non se ne vedono di evidenti, ma diventa sempre più importante che i timonieri, i capitani d’impresa, riescano ad interpretare, in maniera sempre più precisa e veloce, il mutare delle correnti, per evitare disastri. E tra loro, sono di più quelli che, all’orizzonte, scorgono nuvole ancora più scure e dense, spinte soprattutto dai venti delle difficoltà economiche del mondo, piuttosto che la luce di una nuova rasserenante alba. È il quadro che emerge dal sondaggio WineNews sulla chiusura del 2024 e le prospettive per il prossimo futuro, con la visione di 20 realtà di primissimo piano del vino italiano, che mettono insieme un fatturato aggregato superiore ai 2 miliardi di euro (che rappresenta oltre il 14% dell’intero giro d’affari, alla produzione, del settore), con un campione variegato, fatto di piccole aziende di grande blasone, grandi gruppi strutturati con cantine e brand di grande prestigio, e cooperative che, da tempo, hanno puntato sulla qualità e sulla costruzione di marchi importanti e ben posizionati sul mercato. Guardando alla chiusura dell’anno, in particolare, se la maggior parte delle cantine (il 40%) si aspetta di chiudere in linea con il 2023, il 35% prevede un saldo negativo del fatturato, nella maggioranza dei casi contenuto entro il -4%, ma con punte anche del -9%/-10%, contro un 25% che, invece, prevede una crescita del giro d’affari, nella maggior parte dei casi tra il +2% ed il +5%, con pochissime eccezioni che prevedono di arrivare al +9%. Un’attesa, quella per la chiusura dell’anno sostanzialmente in linea con quanto visto nei primi 9 mesi 2024 (in approfondimento). | |
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| | Natale si avvicina e per l’industria wine & food è un momento particolarmente atteso perché le festività, storicamente, favoriscono quello “sprint” vitale per far smuovere i consumi. Così è anche in Gran Bretagna dove, però, si assiste ad un cambiamento che abbraccia le nuove generazioni. E, in particolare, la Gen Z, per cui i brindisi di fine anno saranno all’insegna del “no alcol”. Come riporta il blog di Togather, importante piattaforma per la prenotazione e pianificazione di eventi, per la Generazione Z la salute è una preoccupazione fondamentale, e il 74% la cita come motivo principale per ridurre o evitare l’alcol. Un cambiamento che ha avuto un impatto notevole sul posto di lavoro, in particolare con l’aumento delle feste di Natale “sobrie”. E se nel 2023 il 19% delle prenotazioni di bevande è risultato analcolico, la cifra è salita al 21% nel 2024. | |
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| | | Un nuovo dibattito per ragionare di innovazioni e alleanze possibili per alleggerire il costo, economico e ambientale, del vino, e riflettere su cosa voglia dire che un vino è, oltre che “buono”, anche “pulito”, come racconteranno 1.000 cantine dall’Italia e dal mondo. Lo “accenderà” Slow Wine Fair 2025, all’edizione n. 4 a BolognaFiere (23-25 febbraio), il più importante evento dedicato al vino buono, pulito e giusto (che ha un suo Manifesto), con la direzione artistica di Slow Food e l’incontro mondiale della Slow Wine Coalition. E che, con la novità della contemporaneità con l’edizione n. 36 del Sana nella nuova veste di “Sana Food”, dedicata alla sana alimentazione fuori casa, sarà evento di riferimento mondiale sul biologico, come ha detto, Domenico Lunghi, direttore Manifestazioni Dirette Food & Beverage BolognaFiere, oggi nel lancio a Milano. Per i vignaioli - “oltre il 50% certificati bio”, ha ribadito Giancarlo Gariglio - e appassionati, ma anche per gli operatori del settore, dai buyer - oltre 300 con il supporto di Ice (+50% sull’edizione 2024) - a importatori e distributori, dai ristoratori ai cuochi delle osterie della Chiocciola, dai sommelier agli enotecari, tutti coinvolti nel dibattito. E “l’edizione 2025 vuole lanciare un appello - ha detto Federico Varazi, vicepresidente Slow Food Italia - dare pari dignità a tutti i vini”. | |
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| | | Ritrarre in modo creativo l’impatto del cambiamento climatico su vigneti e vignaioli. È quanto si era prefissata l’Oiv nel lanciare il concorso fotografico “Pau Roca” per celebrare i 100 anni dalla sua fondazione. A vincere è stata “The Blur” (“La Sfocatura”) immagine scattata dall’ungherese Kristian Kielmayer: “catturata durante un tramonto questa fotografia contrappone l’immobilità e il movimento di una singola foglia di vite e simboleggia la bellezza mozzafiato del pianeta, evidenziandone al contempo la delicata fragilità”. | |
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| | La filiera italiana della cannabis light impiega 10.000 persone, con un fatturato annuo di 150 milioni di euro. La legalizzazione potrebbe portare nelle casse dello Stato fino a 7 miliardi l’anno con la creazione di 35.000 nuovi posti di lavoro, secondo le stime del Consorzio Nazionale per la Canapa. Un mercato che entro il 2030, nel mondo, sarà popolato di brand di prodotti per uso domestico con cannabidiolo, spinto dall’impulso alla legalizzazione di molti Paesi del mondo, in testa gli Usa. E, a cavallo tra Usa e Italia, da un’idea di Joe Bastianich, imprenditore della ristorazione e del vino con Bastianich Wines in Friuli, e dell’azienda italiana Flower Farm, leader nella coltivazione di cannabis a basso contenuto di Thc, nasce il brand “Flower Good”, linea di distillati che valorizzazione gli aromi naturali della canapa. | |
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| | | A WineNews, Domenico Lunghi, direttore Manifestazioni Dirette Food & Beverage BolognaFiere, aspettando i due eventi per la prima volta insieme a Bologna (23-25 febbraio). “Slow Wine Fair è cresciuta tanto, ma ha sempre avuto una maggioranza di cantine bio o in conversione, Sana è il punto di riferimento per il cibo bio, unirli per la business community vuol dire molto. I due eventi saranno collegati, si entrerà con lo stesso titolo di accesso. Molti operatori internazionali del food service avranno un motivo in più per venire in fiera. E saranno ancora di più, grazie ad Ice”. | |
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