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WineNews
N. 2.838 - ore 17:00 - Venerdì 14 Febbraio 2020 - Tiratura: 31.103 enonauti,
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La News
Se la Michelin sceglie la Barbera
Tra “Barbera e Champagne”, i francesi della Guida Michelin (e proprietari di “The Wine Advocate”, ndr), scelgono il vino “pop” del Piemonte. Almeno, per il lancio della guida “rossa” dedicata la Nord Europa, che riunisce Svezia, Norvegia, Danimarca Finlandia e Islanda. Una guida che sarà svelata il 17 febbraio, a Trondheim, in Norvegia, dove nella cena di gala il vino ufficiale sarà la Barbera d'Asti. Ennesimo attestato di crescita di un territorio, quello piemontese, che con la regia del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, guidato da Filippo Mobrici, si sta ritagliando sempre più uno spazio sotto i riflettori dei mercati del mondo.

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Primo Piano
2 miliardi di euro in vigna, 1,2 miliardi di euro nelle botti: il tesoro del Brunello di Montalcino
Sotto un tesoro fatto di terra e di vigna pregiatissima, stimabile in oltre 2 miliardi di euro, a Montalcino, ne riposa uno liquido altrettanto prezioso, in forma di vino, il cui valore finale è calcolabile in 1,2 miliardi di euro, il triplo rispetto alla “materia prima”. Nella terra del Brunello di Montalcino, per un ettaro di vigna iscritto al più importante vino rosso di Toscana si tratta a partire ormai da 1 milione di euro, secondo le stime WineNews in base agli ultimi episodi di “mergers & acquisitions” di cantine o di vigneti. Ma nelle cantine e nelle botti in cui riposa e affina il vino che, dopo 5 anni dalla vendemmia, come prevede il disciplinare, può essere messo sul mercato come Brunello di Montalcino, ad oggi, c’è un valore “liquido” di oltre 400 milioni di euro, che, di fatto, è destinato a triplicare, arrivando alla cifra enorme di 1,2 miliardi di euro. A dirlo, alla vigilia di “Benvenuto Brunello” 2020, il Consorzio del Brunello di Montalcino. Un dato, il primo, che deriva dal calcolo del valore del vino “sfuso” (quotato sui 1.200 euro ad ettolitro) attualmente in cantina delle ultime 5 annate - 340.000 ettolitri secondo i dati di Valoritalia - mentre il secondo è una sorta di “futures” che il valore del vino acquista al momento in cui viene effettivamente imbottigliato come Brunello di Montalcino, prendendo come base il valore dell’annata 2014. Una sorta di scommessa già vinta, dunque, per chi produce Brunello, con la certezza che il vino destinato a divenire il grande rosso amato in tutto il mondo, triplicherà il suo valore da quando viene portato in cantina, a quando finisce sul mercato. Un dato che si accompagna ad una rivalutazione dei vigneti, che, come stimato da WineNews, in 50 anni ha toccato il +4.500%. Per un valore fondiario degli ettari a Brunello di Montalcino, appena 2.100, dal 1997, che, nel complesso, è stimabile in oltre 2 miliardi di euro. E che, visto il crescente interesse degli investitori e della finanza del mondo, oltre che dei grandi gruppi del lusso, per il territorio di Montalcino, pare destinato a crescere ancora di più. Un quadro più che positivo, dunque, alla vigilia del debutto ufficiale, a “Benvenuto Brunello” 2020 (dal 21 al 24 febbraio. a Montalcino) di un Brunello di Montalcino 2015, che per alcuni nomi di primo piano della critica internazionale è una di quelle annate destinate a rimanere nella storia.
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Icqrf, 1 controllo su 3 riguarda il vino
Chi beve vino italiano, può bere quanto meno tranquillo. Altro non fosse perché dei 55.000 controlli messi in campo dall’Ispettorato Qualità e Repressione Frodi, oltre il 30% hanno riguardato il settore vitivinicolo, che è in assoluto più monitorato (18.179 controlli complessivi, tra i 13.925 ispettivi ed i 4.254 analitici), praticamente il triplo del secondo settore, che è quello dell’olio, con oltre 6.800 controlli. Il dato meno buono, però, è che su 395 notizie di reato riscontrate, ben 201 viene proprio dal settore vitivinicolo, delle 4.466 contestazioni amministrative, 2.138 sono imputate al settore enoico, e dei 585 sequestri messi a segno, ben 298 sono a danno di cantine e operatori della filiera. Il valore dei sequestri legati al vino è di 278 milioni, su 301 totali. Emerge dal report 2019 sull’attività dell’Icqrf.
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Focus
Montalcino, che le ha inventate, ripensa le “anteprime”
Fatte le debite proporzioni, il Consorzio del Brunello di Montalcino che decide di cambiare la formula di Benvenuto Brunello, è come Robert Parker che decidesse di rivedere il “100 point system”. Perché così come il critico americano e fondatore di “The Wine Advocate” - ormai ritirato a vita privata - ha inventato il sistema di giudizio del vino di maggior successo nel mondo, a Montalcino è ad opera del Consorzio del Brunello di Montalcino che, all’inizio degli anni ’90, è nata l’idea di un’anteprima per presentare le nuove annate che entravano sul mercato, in un format che, dalla terra del Brunello, è stato mutuato, con qualche sfumatura, da tutti i più importanti territori del vino d’Italia. Ma ora, come anticipato ieri dal Gambero Rosso, il Consorzio che tutela una delle denominazioni del vino più prestigiose del mondo, pare pronto ad una svolta, possibilmente già dal 2021. Niente di chiaro e di definito. L’unica certezza è che l’evento più importante della denominazione sarà a Montalcino, ha spiegato a WineNews il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci. Ma su date, format, target e tutto il resto si discute, per un “Benvenuto Brunello”, se si chiamerà ancora così, diverso da quello che ha tenuto banco per 28 edizioni, compresa quella alle porte (Montalcino, 21-24 febbraio).
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Cronaca
La svolta green di Moët Hennessy
Svolta green tra i filari di Moët Hennessy, il comparto enoico del gruppo del lusso francese Lvmh, che ha annunciato l'addio all'uso degli erbicidi entro il 2021 in tutti i suoi vigneti, da quelli del Cognac Hennessy agli 830 ettari di proprietà di Moët & Chandon, a quelli di Krug, Ruinart, Dom Pérignon e Veuve Clicquot in Champagne, Clos des Lambrays in Borgogna, Château Cheval Blanc e Château d’Yquem a Bordeaux. Inoltre, il gruppo ha stanziato 20 milioni di euro per un centro di ricerca sulla viticoltura sostenibile nello Champagne.
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Wine & Food
Nei primi 11 mesi 2019 le spedizioni di vino italiano a 5,92 miliardi di euro (+2,8%)
Gli Usa continuano a crescere, ma senza grosse accelerazioni, la Gran Bretagna invece frena, mentre Germania, Canada e Cina sono tutti in territorio positivo, con Giappone e Russia che corrono più veloci di tutti, ed alla fine di novembre 2019 le esportazioni di vino nel mondo - secondo gli ultimi dati Istat analizzati da WineNews - raggiungono quota 5,92 miliardi di euro, in crescita del 2,8% sullo stesso periodo del 2018. Nessuno scossone - alla prima rivelazione post dazi - in Usa, di gran lunga il primo sbocco commerciale, con 1,4 miliardi di euro di vino esportato (+3,7%). Bene il primo mercato Ue, la Germania, che arriva a 982 milioni di euro (+2,4%), mentre le dolenti note giungono dal Regno Unito: nonostante l’avvicinarsi della Brexit, si ferma la corsa allo stoccaggio, ed i primi 11 mesi 2019 segnano 716 milioni di euro (-4,7%).
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Massimo Bottura, il carisma di Papa Francesco e la dignità dei poveri costruita sulla bellezza
“Sono cresciuto in una famiglia cattolica, e ho ritrovato questo legame all'Expo di Milano 2015. Papa Francesco è una persona carismatica, quando ci siamo incontrati abbiamo parlato di tutto. Il Refettorio Ambrosiano è nato ascoltando i consigli del Cardinale Scola, e da lì siamo andati nelle periferie di Rio de Janeiro, e di tante altre città. Portando la bellezza, su cui si costruisce la dignità delle persone. A Modena, a Casa Maria Luigia, cuciniamo di fronte alle persone, che condividono il tavolo come i refettori: la condivisione ha un significato profondissimo”.
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