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N. 4.194 - ore 17:00 - Lunedì 7 Aprile 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Re Carlo beve solo vini rossi, mentre la regina Camilla preferisce i bianchi: così, per la cena di domani, 8 aprile, a Villa Wolkonsky a Roma, residenza dell’Ambasciatore britannico Edward Llewellynm, nei calici di lui & lei saranno versate etichette diverse, ma entrambe made in Italy. “Per Re Carlo III ho scelto il Roma Doc Riserva Rosso Poggio Le Volpi 2020, per la Regina Camilla il Lazio Igp Bianco Poggio Le Volpi Donnaluce 2023” spiega a WineNews Franco Ricci - Fondazione Italiana Sommelier (Fis), che sarà presente all’evento, a conferma del suo rapporto di amicizia con il Re, tanto da averlo nominano Sommelier ad honorem nel 2017. | |
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| | Colpito dai dazi del 20% voluti dagli Usa di Trump, che non sono più una promessa ma una realtà da analizzare, valutare e allo stesso tempo reagire, e dal vento dei consumi giovanili che stanno mutando velocemente e a cui il settore è chiamato ad intervenire, il vino si trova ad affrontare quello che si può definire un “anno zero”. Ma un nuovo inizio significa anche opportunità e l’allarmismo può e deve essere cancellato a favore di un pragmatismo e una visione di insieme efficaci, con la convinzione che il vino italiano può continuare a scrivere la propria storia con successo. I dazi Usa e la trasformazione radicale dei consumi tra i giovani sono stati al centro dell’evento “Tra dazi e rivoluzione dei consumi: il vino a una svolta storica?” organizzato oggi da Federvini a Vinitaly n. 57, a Verona. Secondo i dati elaborati dal Nomisma Wine Monitor per Federvini, l’export di vino italiano verso gli Stati Uniti vale quasi 2 miliardi di euro l’anno, con una netta prevalenza di vini Dop: il mercato statunitense copre il 24% dell’export mondiale del vino italiano, e l’introduzione di dazi fino al 20%, metterebbe per Federvini a rischio l’equilibrio competitivo del made in Italy, con un aumento dei prezzi medi all’importazione dei vini Dop che potrebbe variare di +0,90 euro/litro per il Prosecco e fino a +2,60 euro/litro per i vini rossi piemontesi e +2,40 euro/litro per i rossi toscani. La preoccupazione è che nel canale “off-premise” i vini italiani, il cui prezzo salirebbe a 13,2 dollari (bottiglia da 0,75 litri), possano perdere terreno e che, ad avvantaggiarsi, saranno in primis i più convenienti vini californiani. I dati evidenziati dalle indagini condotte da TradeLab per la Federazione mostrano una profonda trasformazione nel rapporto tra i giovani e il vino. In Italia i consumatori dai 23 ai 34 anni rappresentano oggi il 20% del mercato a valore e il 19% delle visite complessive del fuori casa. Una fascia d’età che genera il 18% del consumo di bevande alcoliche - preferendo cocktail e spiriti lisci (24%) rispetto a vino (13%) e bollicine (16%) - e quasi il 30% delle consumazioni analcoliche. “Dobbiamo essere in grado di intercettare ed agganciare i gusti in evoluzione per poter garantire un’offerta in linea con le nuove tendenze” ha affermato la presidente di Federvini, Micaela Pallini (in approfondimento). | |
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| | I dazi, e non poteva essere altrimenti, hanno tenuto banco anche nella visita a Vinitaly 2025 del Commissario all’Agricoltura Ue Christophe Hansen, che, con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, e i vertici di Veronafiere, ha tenuto convegni e incontrati i produttori italiani. Tra le questioni trattate, a Verona insieme al collega alla Salute Olivèr Varhelyi, ha detto di essere “a Vinitaly per supportare il settore, perché vinca nel mondo con la qualità. Sta attraversando difficoltà e la Commissione si sta muovendo. I mercati sono scossi da tensioni. L’economia mondiale soffrirà per i dazi e nessuno ne avrà benefici. La Ue deve continuare a trattare”. Ma anche che il “Pacchetto Vino” che ha proposto a sostegno delle imprese (le cui misure abbiamo anticipato su WineNews) sarà approvato “spero entro l’autunno”. | |
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| | | Mentre a cadenze regolari si riaccende il dibattito sulle etichette con i rischi per la salute, a partire da quelle dell’Irlanda, e che vede otto italiani su dieci contrari, secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, il Commissario europeo alla Salute, Olivér Várhelyi, ribadisce come la Dieta Mediterranea, “sana ed equilibrata” comprendente il noto “bicchiere di vino al giorno” durante i pasti “non fa male”. E lo fa da Vinitaly 2025, dove ha sottolineato come “cibo e vino non riguardano solo il sostentamento e la sopravvivenza, ma sono anche ciò che rende la nostra vita piacevole”. Várhelyi ricorda l’importanza di informare correttamente i consumatori: “quando si parla di salute pubblica è fondamentale non solo adottare buone politiche, ma anche riuscire a influenzare positivamente i comportamenti delle persone. L’Italia è un ottimo esempio: più o meno tutti gli italiani del mondo seguono la Dieta Mediterranea e fanno ogni giorno 3 o 4 pasti così. Scegliere se consumare o meno un bicchiere di vino con un pasto è una decisione personale, ma non possiamo dimenticare che il vino può far parte di un’alimentazione equilibrata. E che studi hanno dimostrato come il consumo di vino abbia effetti benefici su diabete, malattie cardiovascolari. È il giusto equilibrio a non impedire la longevità”. | |
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| | | Hanno scritto la storia del vino italiano, ma sanno anche interpretare il presente ed i suoi cambiamenti, verso il futuro: sono i “Super Tuscan”, nei calici a Vinitaly con la degustazione (in approfondimento) firmata dal “Comitato Historical Super Tuscans”, che riunisce cantine come San Felice, Marchesi Antinori, Montevertine, Castello di Monsanto, Castellare di Castellina, Isole e Olena, Badia a Coltibuono, Querciabella, Castello di Fonterutoli, Ambrogio & Giovanni Folonari, Riecine, Fèlsina, Castello di Volpaia, Castello di Ama, Castello di Albola e Brancaia. | |
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| | La Guida Michelin Italia 2026 conferma l’Emilia-Romagna come sfondo per svelare le stelle al “gotha” della cucina italiana, e torna a Parma, “capitale” della “Food Valley” e “Città Creativa per la Gastronomia Unesco” (che ha già ospitato la “Michelin Guide Ceremony Italy” per ben tre anni, dal 2016 al 2018, seguita anche da Piacenza, e poi dal trasferimento in Franciacorta che è stata “Destination Partner” per tre anni, ndr), e che ha ricevuto il testimone da Modena (che, invece, ha ospitato l’ultima edizione della guida nel 2024), oggi, a Vinitaly 2025 a Verona. Dove Michelin e Regione Emilia-Romagna - il cui palmares stellato conta 24 ristoranti stellati, 6 Stella Verde e 33 Bib Gourmand (con il primato nazionale) - hanno annunciato che la première dell’edizione n. 71 sarà di scena il 19 novembre, ancora una volta, al Teatro Regio. | |
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| | | Le evidenze del primo “Altagamma-Bain Fine Wines and Restaurants Market Monitor”, con i vini “top” che fanno da traino ai territori e al made in Italy. Nei commenti, da Vinitaly 2025 a Verona, di Matteo Lunelli (Ferrari Trento e presidente Fondazione Altagamma), Maurizio Zanella (Ca’ del Bosco), Giampiero Bertolini (Biondi-Santi) e Claudia D’Arpizio, Senior Partner e Responsabile Globale Moda e Lusso di Bain & Company. | |
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