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WineNews
N. 2.820 - ore 17:00 - Martedì 21 Gennaio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti,
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La News
Piemonte, al top dell’enoturismo
I grandi vini, dal Barolo al Barbaresco, dalla Barbera al Nizza, dal Gavi all’Arneis, dalle bollicine dell’Asti a quelle dell’Alta Langa, per dirne solo alcuni, prodotte in cantine spesso ultracentenarie, sua maestà il tartufo bianco, e dai tajarin alla carne battuta al coltello, dai grandi formaggi alla pasticceria che ruota intorno a quel frutto piccolo e prezioso che è la nocciola. Un patrimonio gastronomico unico che si intreccia a paesaggi che mescolano le colline sormontate da castelli in cui si è fatta la storia d’Italia, alle Alpi, le risaie e i grandi noccioleti. Un mix magico, che fa del Piemonte una delle “7 best wine travel experiences 2020” per “Wine Enthusiast”.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
Europa, “vino 2030”: giù consumi interni e produzione, export in crescita, ma lentamente
Consumi interni in calo, export che continuerà a crescere ma ad un tasso decisamente minore che passato, e produzione in lenta e costante diminuzione, anche per effetto di vigneti piccoli e marginali che verranno abbandonati. È un quadro a tinte tutt’altro che brillanti quello del vino europeo, disegnato dalla Commissione Agricoltura Ue nel suo recente “Agricoltural Outlook 2019-2030”, strumento di previsione con cui si cerca di immaginare il futuro che verrà. Nel dettaglio, i consumi in Ue continueranno il loro trend di calo, ad un ritmo del -0,4% all’anno, con cui si dovrebbe arrivare ad un livello di 25 litri pro capite annui nel 2030. Un dato che può sembrare poco importante ma che non lo è, perché è frutto dei mutamenti di consumo del vino in Paesi come Italia, Francia, Spagna, Germania e Uk, che mettono insieme oltre il 70% dei consumi di vino nell’Unione. Che è, a sua volta, nettamente il primo mercato per i vini Ue, e pesa per l’80% delle produzione totale. In particolare, spiega il report, ad essere più colpiti da questo calo dei consumi interni saranno i vini rossi, mentre crescerà la domanda di rosé, spumanti, bianchi, e più in generale di tutti quei vini che hanno un minor tasso alcolico, tra versatilità di utilizzo e attenzione alla salute. Questo dovrebbe portare, si legge, ad un calo complessivo dei vini prodotti in Ue, del -0,5% annuo. Nello stesso tempo, crescerà ancora l’export, ma con il freno a mano tirato. Se nell’ultima decade il tasso di crescita è stato del +6,1% annuo, nei prossimi 10 anni si andrà a piccoli passi, con un incremento del +1% all’anno, che dovrebbe portare, nel 2030, ad un export complessivo di 26 milioni di ettolitri. Un combinato disposto che, secondo la Commissione Ue, porterà ad una diminuzione della produzione dello 0,5% all’anno, che si tradurrà in una perdita di 155 milioni di ettolitri di produzione, sempre tenendo conto, ovviamente, delle variabili legate ad ogni annata ed al clima. E l’aspetto più delicato di questo calo sarà l’abbandono, probabilmente definitivo, di piccoli vigneti, soprattutto in aree “minori” per la viticoltura, dove non ci sarà ricambio generazionale. Un fenomeno dal quale sembrano essere al riparo, invece, le zone più vocate e le denominazioni di maggior successo, dove, dunque, si concentrerà sempre di più la produzione di vino in Ue.
Approfondimento su WineNews.it
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La ristorazione italiana vale 86 miliardi
86 miliardi di euro di giro d’affari nel 2019, in crescita, 46 miliardi di euro di valore aggiunto, realizzato da 336.000 imprese, di cui oltre 56.000 gestite da under 35 ed una su tre con guida al femminile, per 1,2 milioni di posti di lavoro: sono i dati di sintesi del Rapporto Fipe sulla ristorazione italiana, che cresce ed è in salute nonostante le difficoltà generali, e si misura con i trend guidati dai consumatori, dalla sostenibilità alla territorialità dei piatti, all’origine delle materie prime. Non mancano, però, le difficoltà: da un lato il settore soffre ancora di un elevato tasso di mortalità imprenditoriale: dopo un anno chiude il 25% dei ristoranti; dopo 3 anni abbassa le serrande quasi un locale su due. Un dato che fa il paio con la bassa produttività di questo settore: il valore aggiunto per unità di lavoro è di 38.700 euro, il 41% più basso della media.
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Focus
La “pace dell’Amarone” non è vicina
La “pace dell’Amarone” sembra ancora tutt’altro che vicina. Dopo la sentenza della Corte di Appello del Tribunale di Venezia sulla querelle tra Famiglie Storiche e Consorzio della Valpolicella, che ha dato ragione a quest’ultimo, le Famiglie Storiche avrebbero fatto ricorso in Cassazione, che potrebbe - eventualità secondo alcuni remota - accogliere il ricorso per vizio di forma. Intanto, apprende WineNews, le Famiglie avrebbero proposto al Consorzio di utilizzare i fondi che avrebbero dovuto spendere per pubblicare la sentenza su grandi quotidiani nazionali come “Corriere della Sera” e “Sole 24 Ore” (tra gli obblighi previsti dalla sentenza) alla promozione della Denominazione di concerto con l’Ente di tutela. Proposta che non avrebbe però avuto seguito e che, probabilmente, ha diviso il Consiglio del Consorzio, che avrebbe anche chiesto quale contropartita l’ingresso tra i suoi ranghi delle aziende Famiglie Storiche. Ma, ad ora, le parti sarebbero ancora distanti. Le Famiglie, come già riportato da WineNews presenteranno in una conferenza stampa - il 23 gennaio in Camera di Commercio di Verona - una proposta indirizzata al Consorzio Vini Valpolicella, sui cui c’è il massimo riserbo. L’unica indicazione che emerge è che sarà tesa a “chiudere il contenzioso”, che ha fatto e fa male a tutto il territorio.
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Cronaca
Dazi: è tregua (per ora) tra Usa e Francia
Dopo la lettera dei 106 membri del Congressional Wine Caucus contro i possibili dazi fino al 100% sul vino Ue, arriva un’altra notizia che fa ben sperare per l’immediato futuro: la Francia di Macron e gli States di Trump si sono dichiarati una tregua nella querelle che vedeva i francesi minacciare una digital tax sui colossi del web che operano Oltralpe, con gli americani (i più colpiti) che, per tutta risposta, avrebbero introdotto dazi sullo Champagne e altri prodotti francesi. La speranza è che la stessa linea sia tenuta nella disputa tra Washigton e Bruxelles.
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Wine & Food
Cresce l’export, ma cala il reddito agricolo: l’Annuario dell’Agricoltura Italiana del Crea 
L’agricoltura italiana tiene, nonostante la difficile congiuntura economica, e rimane regina in Ue per valore aggiunto sia nel 2018 che nelle prime stime relative al 2019, pur tra alti e bassi di produzione e costi produttivi, che continuano a crescere erodendo i margini di reddito dei produttori. Ma la voce forte del sistema agroalimentare italiano nel suo complesso è soprattutto l’export: dopo un 2018 chiuso con un aumento dell’1,4%, a 41,6 miliardi di euro, l’agroalimentare italiano, trainato ancora dal vino, ha affrontato il 2019 con ancor più grinta i mercati esteri, mettendo a segno nei primi nove mesi dello scorso anno una crescita del 4,5%. Sono solo alcuni dei dati dell’Annuario dell’Agricoltura Italiana del Crea, presentato oggi a roma, insieme alla proiezioni dell’Istat sul 2019.
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Quarant’anni fa moriva Piero Ciampi, cantautore di donne, emarginazione, periferie, e vino
Era il 19 gennaio del 1980 quando, ad appena 46 anni, moriva Piero Ciampi: ancora dimenticato, il cantautore livornese non ha vissuto abbastanza per assistere al riscatto della sua musica. Poeta e cantante, vagabondo con una sensibilità fuori dal comune, reietto tanto della società quanto dello spettacolo, Piero Ciampi e la sua arte sono stati rivalutati anni dopo la sua scomparsa. E oggi è considerato fra i pionieri del nostro cantautorato di inizio anni ‘60, con i suoi pezzi, così come la sua vita, pieni di donne, romanticismo, emarginazione, periferie, vino.
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