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N. 4.107 - ore 17:00 - Lunedì 9 Dicembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Classico o al cioccolato, gourmet o solidale, griffato o creativo: anche quest’anno a Natale nessuno rinuncerà al panettone, anche se già si profila all’orizzonte lo storico scontro con il pandoro, che sta vivendo una nuova stagione di successo. Nel nostro Paese i consumi nel settore pasticceria rappresentano il 40,6% sul totale della categoria a livello europeo, per l’Osservatorio Sigep, il salone internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione e caffè (18-22 gennaio 2025, a Rimini). Ma l’importante è condividere: secondo una ricerca Swg by Deliveroo, per il 66% degli italiani il panettone è il dolce per antonomasia da mangiare in famiglia. | |
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| | C’è un tema che puntualmente ritorna, e che non trova un equilibrio tra informazione ed allarmismo, tra prevenzione dell’abuso e cultura di un consumo moderato propria di un prodotto, il vino, che non ha età e che rientra nelle nostre radici più profonde. Proprio in questi giorni la polemica è tornata a riaccendersi. Al centro della questione c’è la richiesta dell’obbligo di porre in etichetta, in modo esplicito, il contenuto presente nella bottiglia, in termini di ingredienti, ed un messaggio dei rischi non dell’abuso, ma del consumo di alcol, reso più forte agli occhi dei consumatori dagli “health warnings”, le cosiddette etichette salutistiche che già da tempo hanno provocato un “terremoto” nel mondo degli alcolici, come si ricorda per il “caso Irlanda”. Il dibattito è ripartito in occasione della Settimana europea di sensibilizzazione sui danni legati all’alcol (Awarh24, 3-6 dicembre), una campagna, gestita da Eurocare (una alleanza di Ong che lavora sull’analisi delle politiche dell’Ue e sul sostegno alla riduzione dei danni legati all’alcol in Europa) insieme ad altre realtà, e caratterizzata da uno stand espositivo interattivo nell’edificio principale del Parlamento Europeo. Tra le immagini esposte, una in particolar modo, che riporta una bottiglia di vino con l’immagine del “Bacco” di Caravaggio ed il riferimento diretto al fatto che il “consumo di alcol causa il cancro al seno”, ha fatto discutere ed intervenire in difesa di uno dei prodotti simbolo del made in Italy, la Federdoc, l’organizzazione che riunisce la quasi totalità dei Consorzi del vino italiano. Il presidente Federdoc, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, ha sottolineato che “non è accettabile che una campagna di comunicazione, finanziata dall’Unione Europea e dall’Ufficio Regionale Europeo dell’Oms, offra ai consumatori una comunicazione così fuorviante sul prodotto vino rappresentandolo come il frutto di ingredienti non ammessi dalla disciplina europea. Il settore vino per giunta rappresenta ad oggi l’unico settore, tra le bevande alcoliche, che, a livello europeo, si è dotato di regole di etichettatura sugli ingredienti, calorie e valori nutrizionali proprio al fine di informare i consumatori in maniera corretta e di dimostrare la sua trasparenza forte della qualità e salubrità dei propri prodotti” (in approfondimento). | |
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| | Che la situazione legata al mercato del vino, a livello internazionale, sia giudicata difficile da molti è un dato di fatto, parere giustificato, in primis, da fattori come cambiamento climatico, tensioni internazionali, inflazione e consumi che si dirigono altrove, soprattutto da parte delle nuove generazioni. Ma c’è anche chi “pensa positivo”, come Jean-Marie Cardebat, professore francese di economia (Université de Bordeaux - Inseec) e presidente dell’Euawe, l’European Association of Wine Economists. Cardebat, riporta il magazine online “Vitisphere”, in un suo intervento andato in scena alla fiera Vinitech, a Bordeaux, nei giorni scorsi, prevede che la crisi delle vendite di vino finirà entro il 2025 grazie alla stabilizzazione delle condizioni economiche globali e dalla rinnovata crescita del commercio, legata alla (prevista) crescita dell’economia Usa … | |
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| | | Il collezionismo di locandine cinematografiche è un trend in forte crescita negli ultimi anni e, tra gli amanti dei manifesti d’autore vintage - considerati vere e proprie opere d’arte grafica, oltre che oggetti di arredamento - sono in molti a specializzarsi su un determinato genere o periodo storico. Il food & wine è uno dei temi gettonati, chiave di lettura traversale e affascinante che lega tante grandi pellicole, italiane ed internazionali. Gli appassionati ricercano, con cura filologica, pezzi unici ed originali nelle aste, sui siti specializzati, nelle gallerie d’arte e nei mercatini, andando a costruire raccolte preziose e personalissime. Come quella di WineNews, composta da oltre 200 locandine d’autore che compongono una piccola collezione di titoli che hanno fatto la storia del cinema italiano - come “Riso amaro” (1949), “Un americano a Roma” (1954), “Miseria e nobiltà” (1954), “La grande abbuffata” (1973) - ma anche classici del cinema di tutti i tempi - tra gli altri “Colazione da Tiffany” (1961), “Indovina che viene a cena?” (1967) e “2001 Odissea nello spazio” (1968) - ai grandi successi di pubblico e di critica degli anni più recenti - tra i tanti “Chocolat” (2000), “Ratatouille” (2007), “Sideways” (2004), “Un’ottima annata” (2006), “Il profumo del mosto selvatico” (1995) e “Pane e Tulipani” (2000). E tanti altri ... | |
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| | | Un trionfo dell’italianità. E anche il vino italiano ha avuto il suo ruolo nella Prima della Scala del 7 dicembre, a Milano, nel giorno di Sant’Ambrogio, con 12 minuti di applausi per l’opera “La Forza del Destino” di Giuseppe Verdi, da parte del palco reale con le massime istituzioni italiane, e del pubblico con tanti vip, molti dei quali hanno levato in alto calici del Franciacorta Brut Teatro alla Scala 2020 della griffe Bellavista, che ha così brindato alla ventesima stagione di collaborazione con il grande Teatro. | |
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| | Il lavoro di potatura, per le viti, e per produrre qualità, è fondamentale. Ed in materia, il riferimento, a livello mondiale, è quello dei “Vine Master Pruners” Simonit & Sirch, che, con il loro Metodo di Potatura curano i vigneti delle cantine più prestigiose al mondo (da Château d’Yquem a Château Latour, da Château Angelus a Domaine Leroy, da Hennessy a Louis Roederer, da Biondi-Santi a Ferrari, da Bellavista a Feudi di San Gregorio, da Alois Lageder a Sella & Mosca, ed Allegrini, tra le altre), fondatori della Scuola Italiana di Potatura della Vite e di altre Pruning School all’estero, nonché del Dute - Diplôme Universitaire de Taille et Épamprage a Bordeaux, unico al mondo. Con appuntamenti “in vigna”, in questi giorni, ma anche sul web, con attività in Italia e all’estero, dalla California all’Australia, tra corsi online ed esercitazioni pratiche, in diverse fasi dell’anno. | |
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| | | “Sì, si può parlare di un filone enogastronomico nel cinema, specie in Italia. Io stessa ho scritto dell’attenzione per il cibo (con la serie di volumi “Il gusto del cinema”, ndr), che oggi è oggetto di studi sociologici perché rispecchia la vita”. Così, a WineNews, la giornalista Laura Delli Colli, tra le massime esperte di cinema, presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, che, dal 1946, assegna i “Nastri d’Argento”. “Da Fellini in poi il cinema racconta i territori, e oggi eventi come Venezia e Cannes sono per il vino occasioni di marketing importanti”. | |
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