Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.624 - ore 17:00 - Giovedì 28 Marzo 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Dopo l’Italia, il viaggio europeo di Xi Jinping è continuato in Francia, ed il “derby” enogastronomico, che pare inevitabile, lo vincono, duole ammetterlo, i cugini. Il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron ha scelto come luogo del bilaterale la località costiera di Beaulieu-Sur-Mer, portando a Villa Kérylos lo chef tre stelle Michelin Christophe Bacquié, dell’Hotel du Castellet. Tralasciando i piatti, meritano una citazione i vini serviti per la cena, svelati da “Le Figaro”: Champagne Pol Roger Sir Winston Churchill 2000, Petrus 2002, tra le griffe più prestigiose di Bordeaux, e Joseph Drouhin’s Marquis de Laguiche Montrachet 2011, gran cru della Borgogna. |
|
|
|
|
Investire fortemente nel supporto della promozione e del mercato del vino italiano nel mondo, soprattutto in Asia, perché è dai mercati orientali, Cina in testa, che passerà la crescita. È il futuro di Vinitaly, la più importante fiera del vino italiano, che si avvia alla sua edizione n. 53, a Verona (7-10 aprile), rilanciando la sua missione di sviluppo del business e promozione della cultura del vino nel mondo, anche con la creazione di due “avamposti” fieristici strategici in due aree di particolare significato per il vino italiano, Asia (nel 2020, con un partner locale che sarà annunciato a Vinitaly) e Stati Uniti (nel 2022), come spiegato oggi a Roma dal presidente Maurizio Danese e dal dg Giovanni Mantovani. Anche per rilanciare un export che è focus dell’attività di Vinitaly e dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, illustrato da Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, quest’anno incentrato proprio sull’Asia. Da cui emerge che l’area che comprende Cina, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud e gli altri Paesi vicini sta crescendo in modo esponenziale nella richiesta di vino straniero. Mercato che vale 6,45 miliardi, in crescita del 227% in 10 anni. Tanto che l’Asia è prossima all’aggancio del Nord America (Canada e Usa), che si attesta a 6,95 miliardi di euro (+65% negli ultimi dieci anni). Asia in cui domina la Francia, per un valore di 3,24 miliardi (la metà del mercato). Vanno bene anche Australia (al 15,9% del mercato) e Cile (8,9%), aiutati dai dazi favorevoli, mentre la quota di mercato italiana si ferma al 6,5% (419 milioni di euro). Ma si intravedono le prospettive per un cambio di passo e un futuro più roseo. Secondo l’Osservatorio, l’import di vini italiani registrerà, infatti, nei prossimi cinque anni, un tasso superiore alla crescita dei consumi dell’area: fino all’8% in Cina, dal 5,5% al 7,5% in Corea del Sud, e dal 3% al 4,5% a Hong Kong. Un’opportunità da cogliere, anche perché, aggiunge Mantovani, “c’è più di un motivo per credere in un positivo cambio di rotta in questa nostra lunga marcia verso l’Asia. Il clima sta cambiando, sia da parte dell’offerta italiana che dalla domanda asiatica. Al recente Vinitaly Chengdu, per esempio, abbiamo riscontrato un interesse senza precedenti con il raddoppio degli espositori e un incremento convincente dei buyer”.
|
|
|
|
|
Con 55 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2018 (+31% sul 2017), di cui quasi 20 milioni che prenderanno la via dei mercati esteri, l’Italia conferma il suo ruolo di leader mondiale nel settore, e consolida la sua posizione di esportatore, forte del record di 6,2 miliardi di export con cui il Belpaese mantiene il secondo gradino del podio dei maggiori fornitori mondiali. Sul futuro, però, pesa la prospettiva di una Brexit senza accordo. Secondo le elaborazioni Ismea, con 336 milioni di euro e una quota del 47% del mercato, Prosecco e spumante tricolore hanno scalzato nel Regno Unito lo Champagne francese, mentre sui vini fermi l’Italia è al secondo posto, ed il rischio è che la competizione con i produttori extra europei (Nuova Zelanda, Cile e Australia) diventi sempre più aspra ed eroda quote di mercato. |
|
|
|
|
|
Tanto vino fuori e dentro la fiera, e tanta politica, come sempre, a Vinitaly, sempre più appuntamento di riferimento per il business del vino italiano, ma anche per gli appassionati e per l’agenda politica enoica e non solo, per un settore che, anche per la sempre più assidua presenza delle massime istituzioni nazionali ed europee, nel suo evento più importante, conferma tutta la sua importanza economica, e non solo, per il Belpaese. Perché a Verona, dal 7 al 10 aprile, oltre a 4.600 cantine dall’Italia e da 35 Paesi, che incontreranno professionisti e buyer da oltre 140 Nazioni del mondo, “nel Vinitaly più grande di sempre”, ha ricordato il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, in apertura ci saranno i due vicepremier del Consiglio italiano, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e quello dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio, insieme al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, e al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, mentre sarà presenza fissa, ovviamente, il Ministro Centinaio, nella speranza di veder mantenuta la promessa del varo del Decreto Ocm Vino Promozione 2019, uno degli atti più attesi dal mondo delle imprese italiane. Con tante degustazioni in fiera, ed eventi tra vino, musica e glamour in città.
|
|
|
|
|
|
Niente più ristoranti, il trend sono le commistioni. Che vanno sapute fare: ci vuole un nome, la credibilità e la professionalità. È il caso di “Amor”, locale in apertura il 10 aprile a Milano nato dall’incontro tra lo chef tre stelle Michelin Massimiliano Alajmo e Phillippe Starck uno dei designer che hanno fatto la storia della creatività applicata al design di Francia. L’offerta gastronomica di “Amor” sarà improntata sulla pizza al vapore, brevetto di Massimiliano, col design firmato da Starck, ispirato all’arredo domestico ed urbano veneziano. |
|
|
|
|
“Too Good To Go”, la app nata nel 2015 in Danimarca per combattere lo spreco alimentare e già presente in 9 Paesi europei, con oltre 8 milioni di utenti, arriva anche in Italia, dove bar, ristoranti, supermercati potranno vendere online, a prezzi ribassati, il cibo invenduto “troppo buono per essere buttato”. I ristoranti biologici EXKi e i negozi Carrefour Italia sono tra i primi aderenti al progetto, insieme ad Eataly, con un pilota nel punto vendita di Milano Smeraldo. Il meccanismo è semplice: i commercianti iscritti all’applicazione mettono in vendita le “Magic Box” che contengono una selezione a sorpresa di prodotti invenduti, che i consumatori possono acquistare attraverso l’app a prezzi minimi, tra i 2 e i 6 euro, andandola a ritirare nella fascia oraria specificata e scoprire così cosa contiene ... |
|
|
|
|
|
La visita istituzionale del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping in Italia diventa una leva commerciale anche per il vino, e ne è convinto anche il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, che a WineNews, alla presentazione di Vinitaly, che torna a Verona dal 7 al 10 aprile, mette nel mirino non solo la Cina, “ma tutto l’Estremo Oriente, destinato a diventare il primo mercato al mondo”. Anche con la prima manifestazione interamente di proprietà italiana (e di Veronafiere) sul mercato cinese. |
|
|
|
|