Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.536 - ore 17:00 - Mercoledì 21 Novembre - Tiratura: 31.110 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Pentole, elettrodomestici e stoviglie come quelli del proprio chef preferito: un sogno per gli italiani appassionati di cucina, che si traduce in realtà, visto che negli ultimi 5 anni il giro d’affari del settore è aumentato del 13,9%. Parola dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, secondo il quale gli italiani nel 2017 hanno speso 4,4 miliardi di euro per gli accessori da cucina. Un trend “che registriamo da un po’ di tempo - dice a WineNews Maurizio Di Dio, direttore marketing Pentole Agnelli - da quando si parla di cucina ad alto livello, specie ai congressi, da quando la tv l’ha rilanciata ed il gourmet si è acculturato ancora di più sulle tecniche di cottura”. |
|
|
|
|
Un’altra Top 100 firmata Wine Spectator è passata, la 2018, e come le 30 che l’hanno preceduta (la prima risale al lontano 1988) è destinata a portare una ventata di aria fresca per le aziende ed i vini capaci di entrare nella ristrettissima selezione del magazine Usa. E se per qualcuno è stato un successo fugace, ci sono aziende che negli anni hanno dimostrato enorme costanza, diventando vere e proprie habitué della chart di Wine Spectator. Su tutti, come emerge dall’analisi di WineNews, tre delle griffe più rappresentative del vino italiano nel mondo, con 13 etichette ciascuna piazzate nella Top 100: Marchesi de’ Frescobaldi, storica famiglia del vino di Toscana, Antinori, forse il nome del vino italiano più celebre nel mondo, e Gaja, le roi del Barbaresco ed artigiano del Rinascimento enoico dello Stivale. A seguire, con 12 etichette Fontodi, azienda di riferimento del Chianti Classico, davanti alla Castello Banfi, la cantina che ha contributo all’affermazione del Brunello di Montalcino nel mondo, a quota 10, ed a Tenuta dell’Ornellaia, “casa” di due delle etichette più amate dai collezionisti di vino di tutto il mondo, Ornellaia e Masseto, con 9 etichette. Quindi, a quota 8, un’altra icona del vino toscano, Felsina, e Paolo Scavino, griffe del Barolo, seguiti con 7 vini da Allegrini, tra i produttori simbolo dell’Amarone, Avignonesi, riferimento del Nobile di Montepulciano, e San Felice, la cantina del gruppo assicurativo Allianz. Con 6 etichette dalle Langhe, Beni di Batasiolo, seguita a quota 5 da Castello di Volpaia (Chianti Classico) e Poggio Antico (Brunello di Montalcino). Con 4 etichette Carpineto, “maison” con proprietà nei territori top di Toscana, Michele Chiarlo, Tenuta San Guido, dove nel 1968 è nata l’epopea del Sassicaia (n. 1 dell’edizione 2018 con la 2015), Casanova di Neri (in vetta nel 2001 con il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001), Planeta, protagonista del rinascimento del vino della Sicilia, Giuseppe Mascarello & Figli, griffe delle Langhe e del Barolo, e Altesino. Infine, con 3 presenze nelle top 100 di Wine Spectator, da segnalare anche Caparzo, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Feudi di San Gregorio, Luciano Sandrone, Isole & Olena e Terredora. |
|
|
|
|
Il vino italiano sta vivendo un momento magico a livello internazionale, fotografato perfettamente dalle due classifiche internazionali più attese ed ambite. Da una parte la Top 100 di Wine Spectator, che ha celebrato un vino mito come il Sassicaia 2015 di Tenuta San Guido, capace di unire in un plauso ampio ed incontrovertibile anche le guide enoiche di casa nostra. Dall’altra, la classifica dei migliori 100 vini del 2018 di Wine Enthusiast porta in vetta un’etichetta destinata a diventare il simbolo della ricchezza e della diversità del Belpaese, il Nizza Cipressi 2015 di Michele Chiarlo, che punta a portare la Barbera tra i grandi vini del Piemonte. In mezzo, i 40 anni di Wine Advocate, con le griffe dell’Italia del vino protagoniste della degustazione evento firmata Robert Parker “Matter of Taste” in giro per il mondo. |
|
|
|
|
|
Lo stato del vigneto mondiale, i numeri della produzione di uva e di vino, e ancora i consumi e gli scambi: dal Congresso dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, lo stato dell’arte del vino mondiale che conferma la crescita della Cina e la leadership economica degli Stati Uniti. La dimensione del vigneto mondiale nel 2017 si attesta a 7,53 milioni di ettari (-24.000 ettari sul 2016), con la Spagna in testa (967.000 ettari) davanti a Cina (870.000 ettari) e Francia (786.000 ettari), ed il vigneto comunitario a 3,3 milioni di ettari. La produzione mondiale di vino nel 2018 dovrebbe attestarsi invece sui 279 milioni di ettolitri, segnando un aumento del 13% sul 2017, una delle più alte dal 2000. L’Italia (48,5 milioni di ettolitri) si conferma primo produttore mondiale, seguita dalla Francia (46,4 milioni di ettolitri) e dalla Spagna (40,9 milioni di ettolitri). Crescono leggermente i consumi, a 244 milioni di ettolitri, con i Paesi produttori che proseguono la loro recessione a favore di nuovi poli di consumo. Usa al top, con 32,6 milioni di ettolitri, mentre gli scambi crescono del +3,4% in volume, a 108 milioni di ettolitri, e del +4,8% in valore, a 30 miliardi di euro. |
|
|
|
|
|
I grandi vini piemontesi e toscani, le bollicine di Franciacorta e Trento Doc, il top di Borgogna e Bordeaux, grappe e whiskey pregiati: domani a Torino torna l’“asta dei Vini pregiati e distillati” n. 9 by Bolaffi e Slow Food Editore. Sotto al martelletto 945 lotti, tra cui una ricca selezione di Riserva del Fondatore Fratelli Lunelli, i miti di Bolgheri Solaia e Tignanello, il Brunello di Montalcino rappresentato da Biondi Santi e Case Basse Soldera, etichette bianche e rosse di Bruno Giacosa, e tanti altri. |
|
|
|
|
La Brexit non scalfisce la voglia di cibo italiano: nei primi 9 mesi del 2018 importazioni pari a 1,3 miliardi di sterline, in crescita del +1,29%, trainate dal boom del vino, che vale il 20,57% dell’import britannico, per un totale di 438 milioni di sterline, secondo solo a quello francese. Sono i numeri con cui la Gran Bretagna apre le porte alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, appuntamento che celebra e promuove l’eccellenza dell’agroalimentare italiano, inaugurato a Londra, che ha fatto da cornice alla presentazione dell’edizione n. 6 di “Bellavita Expo Londra”, la fiera dell’agroalimentare italiano nel Regno Unito, il 7 e l’8 novembre 2019. Al centro, il vino, specie quello green, che cresce a percentuali superiori alla doppia cifra, ed i prodotti bio, che in Uk valgono 2,2 miliardi di sterline. |
|
|
|
|
|
Sempre più spesso al vino di qualità si legano progetti con valenza sociale. Ci sono però anche quei progetti che sono nati proprio con uno scopo utile alla società e alla collettività, e poi vitivinicolo o agricolo, che però sono diventati vere aziende che funzionano e che centrano in pieno la loro funzione primaria. Da Vivite, le testimonianze di Libera Terra, creata in Sicilia da Don Luigi Ciotti, e la comunità di San Patrignano, in Emilia Romagna. |
|
|
|
|