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WineNews
N. 3.633 - ore 17:00 - Venerdì 17 Marzo 2023 - Tiratura: 31.183 enonauti,
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La News
Uk, sale il prezzo del vino
Bad news in arrivo per il Regno Unito: il prezzo del vino è destinato a salire nei prossimi mesi, a causa dell’aumento dei dazi sull’alcol, basati sull’inflazione, e dell’entrata in vigore delle nuove accise sugli alcolici. Si stima che ogni bottiglia di vino costerà 45 pence (pari a 50 centesimi) in più. Sono due le cause combinate della crescita del prezzo sugli scaffali inglesi: l’aumento dei dazi, collegati all’inflazione, e il nuovo sistema di accise sull’alcol, annunciato per la prima volta dal Primo Ministro Rishi Sunak nel 2021, con il quale le bevande vengono tassate in base al loro grado alcolico, che entrerà in vigore dal 1 agosto.
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Primo Piano
Meno, ma più caro: la premiumizzazione guida i key trends del mercato globale del vino
Sul mercato globale dei consumi, il vino è una categoria in lento declino, e non ci sono segnali che questa tendenza possa essere invertita nel breve o nel medio termine. Come ogni altra tipologia di bevande alcoliche, ad eccezione dei Ready-To-Drink, ha registrato un calo netto dei consumi nell’anno del Covid-19, il 2020, ma mentre i superalcolici hanno vissuto un rimbalzo positivo e la birra è tornata a guidare i consumi dei Paesi in via di sviluppo, il vino ha proseguito nella sua dinamica negativa. Nei primi sei mesi del 2022, come ricorda l’IWSR nei sui “Key trends” per il 2023, i consumi dei primi 20 mercati di riferimento sono calati del 5%, e solo il Brasile beve più vino oggi di quanto facesse nel 2017. Al contempo, il numero di consumatori abituali di vino, in moltissimi mercati chiave, non fa che diminuire, specie nella fascia 18-34 anni. Dopo la pandemia, la crescita dell’e-commerce ha frenato, ma la quota delle vendite di alcolici online è in aumento, e ci sono ulteriori possibilità di crescita. Anche la categoria degli spumanti è uscita dalla pandemia più forte: la mancanza di occasioni celebrative formali ha portato Prosecco e Champagne a essere bevuti in modo più informale, a casa, e di conseguenza i consumatori hanno rivalutato il loro approccio alle bollicine. Se i numeri complessivi raccontano un calo, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone mostrano comunque una ripresa dopo la pandemia rispetto al 2021. Gran parte della crescita recente è stata trainata da quei consumatori che non vedevano l’ora di poter tornare al bar e al ristorante, ma questo boom potrebbe essere minacciato dalla corsa del costo della vita. Una delle più grandi tendenze globali nel settore delle bevande è la moderazione, e i tassi di moderazione sono più alti tra i giovani consumatori di vino. I vini premium stanno ottenendo risultati significativamente migliori rispetto alle fasce di prezzo inferiori, e questo è un trend che dovrebbe continuare nei prossimi anni, specie negli spumanti. C’è, inoltre, un approccio sempre più positivo verso i vini biologici, naturali e prodotti in modo sostenibile. La sfida chiave per il 2023 sarà continuare ad avere la fiducia dei consumatori, nel contesto di una recessione economica globale (in approfondimento).
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Slow Food “bacchetta” Coldiretti
“Mc Donald’s rappresenta l’italianità, le nostre eccellenze, la nostra biodiversità. La collaborazione con Mc Donald’s ha dato riscontro positivo sulla sostenibilità, sul benessere animale” ha dichiarato ieri il presidente Coldiretti, ma le parole sono importanti e noi queste non possiamo condividerle. Non solo perché Slow Food è nata in opposizione al fast food e alla fast life, ma perché qui è in gioco il significato stesso delle parole”. Così una nota di Slow Food “bacchetta” la Coldiretti. “L’accordo tra la principale organizzazione agricola nazionale e la più grande catena mondiale di ristoranti di fast food può avere una valenza commerciale importante e può dare risposte economiche a realtà produttive che attraversano momenti di crisi, ma non può essere presentato come operazione culturale e sociale che conduce verso l’eccellenza”.
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Focus
Verso Vinitaly, tra export, buyer e gdo
Se l’export italiano cresce anche in un 2022 difficilissimo (+9,8% sul 2021), sfiorando i 7,9 miliardi di euro, è merito di tante imprese che portano i loro brand, i loro vini e il made in Italy con successo nel mondo. E, per farlo, hanno bisogno anche delle grandi fiere a loro supporto. Sia quando vanno all’estero, sia quando è il mondo a venire in Italia (con il Prosecco “re” dei due mondi, traino della crescita all’export e vino più venduto nella distribuzione moderna italiana, ndr). Come sarà a Vinitaly, di scena dal 2 al 5 aprile, a Verona, dove, secondo Veronafiere, saranno presenti oltre 1.000 “top buyer” da 68 Paesi del mondo, il +43% sull’edizione 2022, grazie alle presenze record da Usa, Canada e Cina, che segna il grande ritorno dell’Asia. “La strada per la crescita del settore è sempre di più l’export, come emergerà dal rapporto Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia, che presenteremo, a Roma, il prossimo 22 marzo (nella conferenza stampa Vinitaly 2023, ndr)”, spiega l’ad Veronafiere Spa, Maurizio Danese. Intanto, occhi puntanti anche sulla Gdo italiana, che ha vissuto un 2022 in calo, come conferma la ricerca di Circana (già IRI, ndr) per Vinitaly (in approfondimento). Come detto, il Prosecco è di gran lunga il vino più venduto, in volume e valore, seguito da Chianti, Lambrusco e Montepulciano d’Abruzzo. 
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Cronaca
L’Associazione dei Paesaggi Rurali Storici
In tutta Italia, “custodi” dell’agricoltura tradizionale che lega uomo, cultura e natura, sono 25 i paesaggi, sui 27 iscritti al Registro Nazionale del Ministero dell’Agricoltura, che si sono uniti nell’Associazione dei Paesaggi Rurali di Interesse Storico (Pris). Tra questi, ci sono le Colline Vitate del Soave e le Colline di Conegliano Valdobbiadene del Prosecco Superiore, il Paesaggio policolturale del Mandrolisai, con i vigneti di Atzara e Sorgono, e i muretti a secco che contraddistinguono le coltivazioni sull’Isola di Pantelleria.
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Wine & Food
Per la Gdo italiana, nel 2022, una crescita dei ricavi del 6,7%. Eurospin al top: +7,7%
I dati preliminari dei grandi retailer internazionali indicano un aumento del 7,8% delle vendite nel 2022, ma con un calo dei margini industriali del 6,2%. Per la Gdo italiana, invece, è attesa una crescita dei ricavi del 6,7%, ma l’inflazione minaccia la tenuta della domanda, in calo del 6% a gennaio 2023, erodendo il potere di acquisto dei consumatori, nonostante per il 2023 si preveda un ulteriore incremento dei ricavi (+2,8%). La ricerca di maggiori opportunità di risparmio da parte dei consumatori spinge i prodotti a marchio del distributore (Mdd), che raggiungono vendite pari a 12,8 miliardi di euro nel 2022 (+9,4% sul 2021), e il canale dei discount, proiettati oltre il 22% del mercato (17,4% nel 2017). Ecco i dati più interessanti dell’Osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale a prevalenza alimentare 2023, curato da Mediobanca.
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Tappo di sughero vs tappo a vite? in Italia, a pro di quest’ultimo, ecco “Gli Svitati”
La sfida dell’associazione fondata da Franz Haas, Graziano Prà, Jermann, Pojer e Sandri e Walter Massa, pionieri del tappo a vite in Italia, convinti sostenitori della superiore affidabilità di questo tipo di chiusura rispetto al tappo tradizionale per la conservazione e la gestione dell’invecchiamento del vino. E già oggi, nel mondo, 4 bottiglie di vino su 10 hanno il tappo a vite, che conquista mercato.
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