Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.114 - ore 17:00 - Lunedì 15 Marzo 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
La notizia per il record e perchè tenuta in presenza, l’asta di beneficenza n. 60 dell’Hospices de Nuits-Saint-Georges la Borgogna il 14 marzo. 1,9 milioni di euro la cifra raccolta, in crescita del +19,1% sul 2020, con un record per la botte di Nuits-Saint-Georges 1er Cru Les Saint-Georges Cuvée Georges Faiveley, aggiudicata per 32.000 euro, mentre la “charity pièce” - una 228 litri di of Nuits-Saint-Georges Premier Cru Les Saint-Georges - ha raccolto la cifra più alta di tutti i tempi per l’asta, 49.380 euro che andranno a sostegno dell’Institut Pasteur, centro di eccellenza delle ricerca scientifica, anche su malattie e vaccini. |
|
|
|
|
Un grande lavoro per mettere la fiera di Verona in assoluta e massima sicurezza e garantire un evento nel rispetto totale sia delle norme che del buon senso, guardando alla tutela sia degli espositori che di selezionati buyer ed operatori; grandissimi sforzi, anche a livello istituzionale, per garantire comunque una buona presenza internazionale, almeno dall’Europa. Ma forse tutto questo non è bastato. E così, tra una campagna vaccinale che va a rilento, almeno in Italia, una grande incertezza sia sull’evoluzione del quadro sanitario, sia normativa su cosa si può e non si può fare (il vulnus maggiore per azioni che richiedono programmazione lunga ed articolata), il vino italiano e Veronafiere vanno verso la rinuncia al loro evento più importante, il Vinitaly, a Verona, a giugno 2021. Con l’appuntamento che sarebbe rimandato, dunque, direttamente al 2022, secondo i rumors, sempre più concreti ed insistenti in tanti ambienti del vino, che WineNews è in grado di anticipare, in attesa comunque di conferme ufficiali (che, forse, presto potrebbero arrivare). Una scelta che, se confermata, sarebbe durissima, seppur obbligata, soprattutto alla luce degli sforzi già sostenuti da Veronafiere per garantire una fiera in totale sicurezza, tra investimenti sul quartiere fieristico e sui protocolli anticontagio, e che arriva in un contesto che, peraltro, vede le fiere italiane aver perso l’80% del giro d’affari 2020 (stimato in oltre 1 miliardo di euro), aver concentrato le manifestazioni nella seconda parte dell’anno, ma in un calendario ancora decisamente a rischio, e, soprattutto, non aver ancora ricevuto ristori concreti dallo Stato. Con il rischio reale di diventare facile preda di player stranieri, che potrebbero così sottrarre al controllo italiano asset che sono stati e saranno strategici per l’internazionalizzazione del made in Italy del vino, del cibo e non solo. A partire proprio dalle fiere tedesche, come quella di Dusseldorf (che, da mesi, ha potuto annunciare il rinvio della Prowein al 2022), che, da qui a giugno 2021, saranno “compensate” con oltre 640 milioni di euro, grazie al superamento del “de minimis” ottenuto dal Governo della Germania in un’Europa che si dimostra a due velocità, e che consentirà loro di vedere ristorate gran parte delle perdite causate dalla pandemia e delle misure per contenerla. |
|
|
|
|
Ognuno a casa sua, come la pandemia impone, ma collegati da tutto il mondo per condividere una grande tavola virtuale, per uno scopo concreto e nobilissimo: è il primo “World’s Biggest Family Meal (Wbmf), ideato dallo chef icona della cucina italiana, Massimo Bottura, con la moglie Lara Gilmore e Leiti Hsu. L’iniziativa nasce in collaborazione con Food for Soul, l’associazione no profit che costruisce in tutto il mondo dei Refettori destinati alle comunità locali. I fondi raccolti, infatti, saranno destinati a Food For Soul per assicurare una continuità del servizio alle mense del Refettorio Harlem e del Refettorio San Francisco. Oggi (alle ore 20.00) andrà quindi “on air” il primo “pranzo di famiglia” mondiale che nutrirà corpo e anima, al centro del quale ci saranno tematiche come la salute mentale e lo stato d’animo delle persone. |
|
|
|
|
|
Sta facendo il giro del web e dei media una foto che ritrae una giovane cuoca seduta con la testa china e le braccia incrociate davanti alla sua cucina, ovviamente spenta. Immagine già da molti eletta a simbolo di una crisi che pare senza fine, e che, da oggi, con l’entrata in vigore del nuovo decreto legge del Governo Draghi per fermare la crescita dei contagi, vede di nuovo fermarsi tutti i ristoranti di un’Italia tutta zona rossa o arancione (ad eccezione della Sardegna, in zona bianca, e della possibilità di lavorare con il delivery e l’asporto, ndr). Una batosta, l’ennesima, per uno dei settori più colpiti, che, nel 2020, ha lasciato sul campo 34 miliardi di euro sugli 84 miliardi di di euro del fatturato 2019 e 243.000 posti di lavoro, secondo la Fipe/Confcommercio, e che vive una emorragia che non si arresta con ricadute su tutta la filiera produttiva dell’agroalimentare italiano, compreso, evidentemente, il vino. Secondo la Coldiretti, la stretta che da oggi, per 3 settimane, arriva a Pasqua e Pasquetta incluse, chiude il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia, porterà una ulteriore perdita stimabile in 5 miliardi di euro. |
|
|
|
|
|
Già oggetti di culto, le bottiglie del Brunello di Montalcino della Tenuta Greppo Biondi Santi, dove alla fine dell’Ottocento è nato il mito del Brunello di Montalcino, sono sempre state prodotte “solo” nel classico formato da 0,75 litri. Ma ora arriva il formato magnum, che debutta con la straordinaria annata 2015, e che sarà accompagnato anche da pochissime bottiglie da 3 e 6 litri per il Brunello di Montalcino Riserva 2013. L’ad Giampiero Bartolini: “feedback straordinari da parte dei collezionisti e dei wine-lovers”. |
|
|
|
|
Sei bottiglie di Dom Pérignon Rosé (una 1966, due 1986 e tre 1996, base d’asta 35.000 euro), due bottiglie di Romanée-Conti Grand Cru, Domaine de la Romanée-Conti (una 1994 e una 1997, base d’asta 16.000 euro), undici bottiglie di Barbaresco Santo Stefano di Neive Etichetta Bianca 1970 di Bruno Giacosa (base d’asta 3.200 euro), cinque bottiglie di Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (1990, 1993, 1995, 1996 e 1997, base d’asta 2.800 euro), tre bottiglie di Masseto 2015 (base d’asta 1.600 euro), 6 bottiglie di Brunello di Montalcino 1987 di Case Basse Gianfranco Soldera (base d’asta 1.400 euro) e otto bottiglie di Sassicaia di Tenuta San Guido (1999, 2000, 2004, 2005, 2006, 2010, 2012 e 2014, base d’asta 1.000 euro): ecco le bottiglie più interessanti sotto il martello di Bolaffi, di scena - online - il 16 marzo, con 236 lotti di fine wine e spirits da ogni angolo del mondo. |
|
|
|
|
|
Il progetto della cantina che ha creato il distretto del Sagrantino di Montefalco, insieme alla Caritas, tra lavoro e vera integrazione, rivolte a persone che sono una risorsa importante, spesso la parte migliore dei Paesi da cui scappano, e dopo averli abbandonati forse per sempre, cercano di trovare un’opportunità e un posto in cui mettere radici. Persone vitali per la nostra agricoltura, e il vino in particolare, simboli di successo del made in Italy, anche grazie al loro lavoro, spesso sempre più qualificato e specializzato, in professioni che molti italiani non fanno più … |
|
|
|
|