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N. 2.605 - ore 17:00 - Venerdì 1 Marzo 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Da anni, in concomitanza con Vinitaly, la “cover story” di Wine Spectator di aprile è dedicata all’Italia. Se nel 2018 la copertina fu per Priscilla e Niccolò Incisa della Rocchetta, alla guida delle celebre Tenuta San Guido, culla del Sassicaia (e per i territori di Bolgheri, del Barolo e delle Marche), e prima ancora per altri big come la famiglia Antinori o la griffe dell’Amarone Allegrini, l’edizione 2019 vedrà per protagonisti Barbera, Pinot Bianco, Vernaccia di San Gimignano, Vermentino, Aglianico e Nero d’Avola. “Uve antiche, vini moderni e tesori culturali”, in un numero dedicato ad un’Italia meno conosciuta dagli americani, con 6 vitigni dalla storia secolare. |
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La Toscana del vino si avvia verso una riapertura degli Albi dei Vigneti delle principali denominazioni regionali. Strumento, quello degli Albi delle Dop enoiche, di cui, peraltro, la Regione Toscana è stata pioniera in Italia. È il rumors intercettato da WineNews, dopo che, nei giorni scorsi, il Consorzio della Doc Bolgheri, uno dei territori in maggior spolvero della Regione e d’Italia, ha chiesto ufficialmente alla Regione stessa la “concessione” di 190 ettari su poco più dei 1.370 attuali. Ettari che, per altro, fanno già parte del potenziale vinicolo del territorio, e quindi non si parla di nuovi impianti, bensì di ettari vitati ma attualmente non rivendicati a Doc Bolgheri. Ed ora, dopo l’invito della Regione ai Consorzi a presentare dei Piani di programmazione triennale, con l’obiettivo primario di arrivare ad un equilibrio sul mercato, pare che molti stiano valutando seriamente di seguire la strada aperta da Bolgheri. Un tema assai delicato, quello della gestione del potenziale viticolo, da un lato imbrigliato nel Regolamento europeo sulle autorizzazioni per i nuovi impianti, che consente ad ogni Paese Ue una crescita dell’1% annua (ma, nello specifico della riapertura degli albi, non è questo il caso, ndr), che, per alcune denominazioni, è più che abbondante, per altre decisamente insufficiente, dall’altro influenzato dalla tenuta del mercato, ma anche dai valore degli ettari che, nelle Docg e Doc più importanti, sono arrivati a quotazioni vertiginose. Nella stessa Toscana, per esempio, a Montalcino, per un ettaro vitato a Brunello siamo ormai sul milione di euro ad ettaro, a Bolgheri si oscilla tra i 400.000 ed i 500.000 euro, ma sono quotazioni importanti anche quelle di Chianti Classico (tra i 170.000 ed i 200.000 euro ad ettaro), del Nobile di Montepulciano (120-150.000 euro ad ettaro), mentre più “abbordabili” sono le quotazioni del Chianti, tra i 70.000 ed i 90.000 euro ad ettaro. Ma, al di là dei numeri, la probabile riapertura degli albi dei vigneti delle Dop toscane (il cui iter prevede, in ogni caso, la richiesta da parte dei Consorzi e poi l’approvazione da parte della Regione, sentita la filiera e le sue rappresentanze, che ha comunque l’ultima parola, ndr) sarebbe un segnale da cogliere con grande attenzione per tanti altri territori del vino italiano. |
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Premiumisation: è la parola magica che guida investimenti ed obiettivi dei gruppi del lusso e del beverage, alle prese con una epocale rivoluzione dei consumi, che premia sempre più la qualità, in un contesto in cui, specie nel mondo occidentale, si beve meno. Così, come anticipò a WineNews Margareth Henriquez, ceo di Krug e della divisione vino di Moet Hennessy (Lvmh), il gigante del lusso francese ha tutta l’intenzione di ampliare il proprio portafoglio, puntando, oltre che sulla Francia, sul Belpaese. Dall’altra parte dell’Oceano, Constellation Brand, uno dei più grandi gruppi del beverage al mondo, proprietario tra gli altri, della birra Corona e della storica realtà Chiantigiana Ruffino, ha messo in vendita i marchi del vino di fascia bassa, con l’obiettivo di raccogliere 3 miliardi di dollari da reinvestire sul segmento più alto della produzione enoica. |
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Doc dal 1970, Docg dal 2008, la Barbera d’Asti celebra i suoi primi 10 anni da Denominazione di Origine Controllata e Garantita, chiudendo così la prima fase del suo rilancio moderno, e aprendo al futuro. Una denominazione fondamentale nella storia del Piemonte, già presente nella storiografia dal 1512, e vino quotidiano per antonomasia del territorio, che oggi è forse uno dei vini italiani più in forma: nel 2017, erano 4.129 gli ettari rivendicati a Barbera, in costante crescita dal 2014, con una produzione di oltre 21 milioni di bottiglie. A raccontare questo stato di salute, il 2 marzo al Castello di Castigliole d’Asti sarà il presidente del Consorzio della Barbera d’Asti e vini del Monferrato Filippo Mobrici, che presenterà i dati di imbottigliamento e vendemmia 2018 e il piano di comunicazione 2019, per poi passare la parola ad esperti e studiosi nel convegno “10 anni di qualità garantita”. Il tutto, accompagnato dai piatti dei grandi chef del Piemonte e di Asti, uno dei territori a più alto numero di stellati in Italia, e Ian d’Agata, senior editor Vinous e direttore creativo del Progetto Wine & Food del Festival Collisioni di Barolo, e tra i maggiori estimatori e divulgatori della Barbera, che condurrà la “Verticale dei 10 anni della Docg Barbera d’Asti”. |
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C’è stato un momento, nella televisione americana, in cui il vino è diventato improvvisamente uno status symbol. Merito di “Sex and the City”, serie cult di fine anni Novanta, la cui protagonista, Carrie, interpretata da Sarah Jessica Parker, accompagnava spesso e volentieri il suo lavoro di blogger con un bicchiere di vino, quasi sempre bianco. Una passione sublimata, e superata, come spesso accade, dalla realtà: presto il vino di Sarah Jessica Parker, nato dalla collaborazione con la neozelandese Invivo, sarà sugli scaffali. |
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Se anni fa la vendita al dettaglio era l’unico modo per fare acquisti, oggi la consegna a domicilio si è fatta largo tra le abitudini degli italiani. Questo, infatti, è uno dei pochi settori in crescita, nonostante il generale rallentamento economico delle famiglie italiane: i dati di Univendita evidenziano nel 2018, un balzo del +3,7% sul 2017, pari ad un fatturato di 1,6 miliardi. Il comparto “alimentari e beni di consumo”, in particolare, registra un +0,7% sul 2017, secondo solo ad “altri beni e servizi”, in crescita dell’1,3%. E la carta vincente delle vendite a domicilio, spiega Univendita, è quella di offrire ormai un’esperienza d’acquisto che si fonda sul fattore umano, su quella relazione diretta che genera fiducia nel consumatore, che ormai si fida e conosce bene i prodotti che acquista da un certo marchio. |
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Nel progetto Collisioni, il festival agrirock ideato da Filippo Taricco che ogni anno porta a Barolo i protagonisti della musica, della cultura e della letteratura, il ruolo del wine & food è sempre più centrale. E diventa protagonista di un nuovo progetto, Gastronomix, che sotto la regia di Ian D’Agata ha coinvolto chef e sommelier da ogni angolo d’Europa e del Mediterraneo, alla scoperta delle tipicità piemontesi nel bicchiere e nel piatto , di cui farsi ambasciatori, a partire dalle proprie tavole. |
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