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N. 2.961 - ore 17:00 - Lunedì 10 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Oggi 10 agosto, San Lorenzo, è la notte clou di Calici di Stelle del Movimento del Turismo del Vino che, anche nella citazione della Divina Commedia scelta come tema dell’edizione 2020, “E quindi uscimmo a riveder le stelle ...”, vuole essere un augurio al ritorno alla normalità. Tante le iniziative che coinvolgono le 800 cantine del Movimento fino al 16 agosto. Tre le curiosità, proprio stasera, l’osservazione della volta celeste dai vigneti di Serdiana ideata da Argiolas con l’astrofisica Barbara Leo, che racconterà i miti che legano stelle e agricoltura. Come quello della stella “Vindimmiatrix”, che sorge al tramonto in questo periodo, e annuncia la vendemmia ... |
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Attesa, forse mai come quest’anno, difficile ma con il lavoro in vigna e cantina che non si è mai fermato, in Italia è iniziata la vendemmia 2020, con il taglio dei primi grappoli di Chardonnay per gli spumanti in Franciacorta che, come da tradizione, inaugura la raccolta lungo tutta la Penisola, insieme al Pinot, e che poi proseguirà con le grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo per concludersi addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello. E se le tempistiche sono praticamente in linea con gli ultimi anni, l’annata si prospetta di buona-ottima qualità. Solo la produzione, però, è stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri, in calo del 5% sul 2019, secondo Coldiretti. A mettersi in moto, è un settore economico che genera oltre 11 miliardi di euro di fatturato solo dalla vendita di vino e che dà lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone, svolgendo un ruolo da traino del made in Italy in Italia e all’estero. Dove, per la prima volta negli ultimi 30 anni e dopo il record di 6,4 miliardi di euro nel 2019, con una storica inversione di tendenza, anche le vendite di vino italiano sono in calo del 4% nel 2020, sulla base dei dati Istat relativi all’export nei primi 5 mesi, per le difficoltà registrate dalla ristorazione mondiale nell’emergenza Covid. Tornando alla vendemmia (che in Francia porterà ad una produzione stimata tra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri ed in Spagna tra 43 e 44) per effetto dei cambiamenti climatici c’è un anticipo di circa un mese rispetto a 30 anni fa, e, nonostante l’alternarsi meteo tra caldo africano, bombe d’acqua e grandinate, si prevede una buona, se non ottima, annata, anche se come sempre l’andamento di agosto e settembre farà la differenza anche sul piano quantitativo. La vendemmia 2020 è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, con le misure di sicurezza anti contagio e le difficoltà di spostamento degli stagionali stranieri, ma anche dalle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi Usa - il verdetto il 12 agosto - e della Brexit con l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, e con la Cina dove il consumo di bottiglie tricolori tra gennaio e maggio 2020 è crollato in valore del 44%. In Uk le vendite sono scese di quasi il 12%, la Francia ha ceduto il 14%, mentre l’export in Germania e Usa è in leggero calo (- 1%).
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La pandemia da Covid-19 è tutt’altro che superata a livello mondiale, e avrà cambiamenti più profondi del previsto sull’industria del vino e dei liquori. Che, sostanzialmente, si tradurranno in una accelerazione di fenomeni già in corso, come la crescita del digitale, dell’attenzione all’autenticità ed alla tipicità dei prodotti, alla sostenibilità, alla salute, e così via. A sottolinearlo, tra gli altri, l’ultima analisi dell’International Wine & Spirits Research. Ad essere premiati saranno, da un lato, i prodotti di fascia premium ed oltre, soprattutto in Cina e in Usa, mentre dall'altro, tra le restrizioni per bar e ristoranti e ricambio generazionale, cresceranno formati pratici e sostenibili come lattine e “ready to drink”, anche per il vino. E ancora, occhio ai prodotti a basso tenore alcolico, e a tutto quello che è salute ed etica, dalla produzione al consumo. |
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La piemontese Terre del Barolo, davanti alla abruzzese Cantina Tollo, e alla veneta Cantina Valpolicella Negrar: ecco il meglio del meglio della cooperazione enoica italiana secondo la rivista tedesca Weinwirtschaft, che dal 2010 dedica una classifica ad un comparto, quello della cooperazione vitivinicola italiana, che sviluppa un fatturato di 6,8 miliardi di euro, il 47% del totale. Nella top 10, seguono la trentina Mezzacorona (che con un balzo di 15 posizioni è quella che cresce di più rispetto al 2019), ancora l’abruzzese Codice Citra, e di nuovo il Trentino, con Cavit, mentre a chiudere il troncone delle prime 10, ci sono due ex aequo, il primo diviso tra la veronese Cantina di Soave e la trevigiana Colli del Soligo, il secondo tra la Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano e la Cantina di La Vis e Valle di Cembra. A seguire, nell’ordine, realtà come Vinchio Vaglio Serra, Santadi, Cantina Valpantena, Vivallis, Cantina Clavesana, Cantine Ermes, Pertinace, Settesoli, Vitevis, Cantina di Venosa, Cantina di Carpi e Sorbara, La Guardiense, Caviro e Marchedoc (Colonnara). Capitolo a parte per l’Alto Adige, da sempre case history di eccellenza assoluta nella cooperazione del vino. Al vertice si conferma Cantina di Terlano, realtà pioniera nella produzione di vini bianchi da lungo invecchiamento. |
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Un brindisi per celebrare la più famosa nuorese, che ha portato alto il nome della Sardegna nel mondo, ma anche un’occasione per promuovere il territorio, tutto racchiuso in una bottiglia, o meglio, in un’etichetta. A 150 anni dalla sua nascita (nel 2021), 50 cantine di Sardegna celebrano Grazia Deledda, la prima donna italiana a vincere un Premio Nobel (alla Letteratura, nel 1926, ndr), con “Grazia 150 - Bevi con Grazia”, progetto firmato da Coldiretti che lancia un’etichetta in edizione limitata (150 bottiglie per ogni cantina aderente), sul mercato con la prossima vendemmia. |
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Sarà che la fatica di chi lavora in vigna e di chi gareggia in bici sono spesso simili, intense, a volte estenuanti, sarà che le gare ciclistiche attraversano i paesaggi più belli d’Italia, quasi sempre trapuntati di vigneti, fatto sta che tra vino e ciclismo, il rapporto, da anni, è intensissimo. Lo racconta, tra le altre cose, la passione per i vini italiani dell’uomo del momento, il belga Wout Van Aert, che, in pochi giorni, ha trionfato prima nella Strade Bianche, che ha toccato anche Montalcino, e poi alla Milano-Sanremo. “La scorsa settimana abbiamo festeggiato con il Brunello di Montalcino, dopo la Milano-Sanremo abbiamo brindato con il Barbaresco”, ha detto Van Aert ad Euronews. Un legame, quello tra vino e ciclismo, che si rinnoverà anche nella più celebre e affascinante delle corse a tappe, il Giro d’Italia: il 17 ottobre è di scena la “Prosecco Superiore Wine Stage”, tra Conegliano e Valdobbiadene.
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A WineNews Giorgio Vuilleumier (proprietario, con la sorella Paola, di Villa Cimbrone), Marilisa Allegrini (Allegrini) e Antonio Capaldo (Feudi di San Gregorio), in un progetto che coinvolge uno dei simboli della bellezza italiana, nella Costiera Amalfitana, con una storia millenaria e tanti personaggi famosi che ne sono rimasti innamorati, il grande vino con la “liaison” di due grandi griffe come Allegrini e Feudi di San Gregorio, e l’alta cucina. |
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