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WineNews
N. 3.610 - ore 17:00 - Martedì 14 Febbraio 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti,
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La News
Il “Best Sommelier of the World 2023”
Raimonds Tomsons, wine director della società di importazione “Barents Wine Collectors” a Riga, in Lettonia, e co-fondatore della piattaforma di educazione al vino di qualità “Wineteach”: ecco il “Best Sommelier of the World 2023”, incoronato dall’Asi-Association de la Sommellerie International, a Parigi, tra 68 grandi sommelier di tutto il mondo. Alla seconda finale di fila, Raimonds entra nella “hall of fame”, lasciandosi alle spalle gli altri finalisti, il cinese Reeze Choi e la danese Nina Jensen. E tra i sommelier protagonisti, c’erano anche gli italiani Salvatore Castano, già “Miglior Sommelier di Europa & Africa”, e Mattia Antonio Cianca.
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Primo Piano
Il bilancio del 2022 in positivo per il vino, soprattutto per i bianchi: i segnali dai Consorzi
Il vino italiano sembra essere uscito bene e senza troppe ammaccature dalla difficile congiuntura economica del 2022: lo confermano tanti importanti Consorzi del Belpaese, che tracciano il bilancio dell’anno appena trascorso e confermano il trend mondiale che vede bianchi e bollicine in netta ascesa nei gusti dei consumatori rispetto ai vini rossi, grazie alla minore gradazione, alla facilità di beva, alla versatilità negli abbinamenti e ad un più conveniente rapporto qualità/prezzo. La Franciacorta, uno dei territori più prestigiosi, chiude il 2022 con un segno decisamente positivo: vendute oltre 20 milioni di bottiglie, dato che supera i numeri del 2019 e rimane in linea con quelli del 2021. All’altro capo dello Stivale c’è ottimismo anche nell’Etna Doc: qui, se il 2021 ha rappresentato l’anno dell’auspicata ripresa, il 2022 certifica in modo chiaro l’ottimo stato di salute del vino del territorio (5,8 milioni di bottiglie), con una crescita del 28% sul 2021. Good news anche dal Collio, conosciuto in tutto il mondo per i suoi vini bianchi, che chiude il 2022 in crescita, con un imbottigliato superiore al 2021 del 9% e superiore al 2020 del 26%. Nel periodo compreso tra gennaio e novembre sono state imbottigliate oltre 6,5 milioni di bottiglie. Stesso ottimismo si respira nell’Alta Langa: qui il 2022 si è chiuso con un +40% delle vendite sull’anno precedente, e la produzione attesa è di 3 milioni di bottiglie dall’ultima vendemmia. In Veneto il Consorzio Doc Delle Venezie si conferma pilastro del “sistema Pinot grigio” del Nordest, da cui proviene l’85% del Pinot grigio prodotto nel Belpaese. A fine 2022 c’è stata una crescita del valore economico che ha toccato un +10%, un trend iniziato nel 2020. Nel 2022 si consolida anche il mercato dei vini della Doc Maremma Toscana: con 51.000 ettolitri e quasi 7 milioni di bottiglie la denominazione si mantiene in linea con il 2021 e si conferma una delle più performanti della regione. Principale protagonista di questo balzo in avanti è il Vermentino. Bianchi vincenti anche nel territorio del Garda Doc: qui i 250 tra produttori e cantine cooperative hanno prodotto 20,5 milioni di bottiglie nel 2022. Più del 50% sono vendute all’estero, in primis in Germania, seguita dal Regno Unito. Il valore economico della denominazione, tra uve e vino, si aggira sui 60 milioni di euro.
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Francia, costi di produzione del vino a +5/10%
L’aumento dei prezzi che ha segnato il 2022 a livello mondiale, a causa dell’inflazione e del rincaro delle materie prime, ha colpito pesantemente anche la viticoltura: in Francia, secondo la rivista specializzata “Vitisphere”, gli incrementi nei costi di produzione oscillano tra il 5 e il 10%, in base alle zone. E non sempre sono compensati da un equivalente innalzamento dei prezzi. In particolare, gli aumenti riguardano l’energia ed i carburanti, ma anche le attrezzature, come i trattori. Il lavoro è l’altro grande problema: i viticoltori faticano a trovare dipendenti e si rivolgono a fornitori di servizi o agenzie di lavoro interinale, che sono più costosi. Ad essere più colpiti sono i produttori di vini sfusi: secondo gli addetti ai lavori questo mercato, che ha una volatilità molto alta, è destinato a scomparire tra dieci-quindici anni.
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Focus
Se la Russia aggira le sanzioni sui fine wines
Dall’invasione dell’Ucraina, poco meno di un anno fa, i rapporti commerciali tra la Russia e i Paesi dell’Unione Europea sono ridotti, comprensibilmente, ai minimi termini. I dati Istat sulle esportazioni di vino italiano verso Mosca, comunque, segnano una crescita del +4,6%, a 120 milioni di euro, nei primi 10 mesi del 2022. Sorprendente, ma il vino non è sotto embargo, se non nelle sue produzioni di maggior valore, quelle esportate a 300 euro a bottiglia o più. Nel mondo globalizzato, però, pensare di fermare la circolazione di una qualunque merce è obiettivo talvolta utopistico. E infatti, come racconta un’inchiesta del magazine investigativo russo “The Insider”, la Russia non ha mai smesso di acquistare grandi bottiglie, usando stratagemmi diversi. Quello svelato dal portale di inchiesta russo riguarda la Ryatiko, società di proprietà del magnate dei farmaci Alexey Repik, che negli ultimi due mesi del 2022 ha importato in Russia 800 bottiglie, per un valore di 3,9 milioni di euro: quasi 5.000 euro a bottiglia. Come? Ci sono almeno tre modi: triangolando con i Paesi baltici, e beffando la dogana, comprando sottocosto da società europee compiacenti o, come in questo caso, facendo passare decine di cartoni di fine wines per “campioni da degustazione” ...
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Cronaca
San Valentino, boom degli agriturismi
Saranno oltre 5 milioni gli italiani che stasera festeggeranno San Valentino con una cena romantica in ristoranti, trattorie e agriturismi: Coldiretti stima una spesa di oltre 200 milioni di euro, che segna un ritorno ai livelli pre-pandemia per la ristorazione. Quest’anno si registra inoltre un vero e proprio boom per gli agriturismi (+30%), secondo l’analisi di Terranostra - Campagna Amica. Ma San Valentino è anche tra i momenti più importanti del settore florovivaistico, che vale 2,5 miliardi di euro e garantisce 200.000 posti di lavoro.
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Wine & Food
“Chianti Classico Collection” 2023: nel bicchiere il Chianti Classico annata 2021 e 2020
La “Chianti Classico Collection” 2023, che si chiude oggi a Firenze, alla Stazione Leopolda (edizione n. 30), coincide con una brillante condizione della denominazione, raccontata dai numeri, ma non solo: il fatturato del Gallo Nero ha fatto registrare nel 2022 un +17% sul 2021, +46% guardando al confronto con il 2020 (dati: Osservatorio Maxidata), con la crescita delle bottiglie vendute che si attesta su un +6% sempre sul 2021. Merito anche di una maggiore remuneratività del valore delle uve e dello sfuso (+10% sul 2021), con il prezzo di quest’ultimo saldamente nell’ordine di 400 euro ad ettolitro. Alla prova del calice, nei migliori assaggi dello staff di WineNews (in approfondimento), vini figli di millesimi “opposti”: annata calda la 2021, più “chiantigiana” e regolare la 2020.
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Consorzio Vini di Romagna
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Amarone della Valpolicella, il valore del riconoscimento Unesco dell’appassimento
Produttori, accademici ed istituzioni a confronto, nel percorso che potrebbe far diventare Patrimonio dell’Umanità la messa a riposo delle uve. Che sarebbe la prima tecnica vitivinicola a diventarlo. Con una ricaduta importante, culturale ed economica, sul territorio, sui produttori e sui viticoltori. Con il dossier sul tavolo dei Ministeri della Cultura, dell’Agricoltura e della Commissione Nazionale per l’Unesco, che, entro il 30 marzo, dovrà scegliere la candidatura italiana da inviare a Parigi.
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