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WineNews
N. 4.200 - ore 17:00 - Martedì 15 Aprile 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Il tricolore sulle fascette dei vini Dop
Il tricolore, simbolo dell’Italia, finisce sulle fascette dei vini a denominazione. Come annunciato nei giorni scorsi, la bandiera italiana, da oggi, “Giornata Nazionale del Made in Italy”, comparirà sui contrassegni di Stato per Docg e Doc, prodotti dall’Istituto Poligrafico e Zecca della Stato. Secondo cui “i nuovi contrassegni proteggeranno in maniera più efficace i vini italiani dai falsi grazie a tecniche di sicurezza simili a quelle presenti nelle banconote e ad un Qr Code”. “Difendiamo e garantiamo la tracciabilità delle nostre eccellenze da sofisticazioni ed Italian Sounding”, ha detto il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
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Primo Piano
A tavola, “voglio scegliere io”: no alle imposizioni, per gli italiani mangiare è libertà
In un’epoca di appelli, ma anche di fake news e di allarmi che possono apparire a volte ingiustificati o comunque privi di una solida base scientifica, gli italiani rivendicano la loro libertà nella scelta di cosa portare a tavola e dicono “no” alle imposizioni dall’alto. “Cibo e Libertà. Binomio inscindibile nello stile di vita italiano” è il Rapporto Federalimentare-Censis n. 2, presentato, oggi, alla Camera a Roma, nella “Giornata Nazionale del Made in Italy”, nel convegno promosso da Federalimentare “Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione” (alla presenza, tra gli altri, di Luigi D’Eramo, sottosegretario Ministero dell’Agricoltura, Paolo Mascarino, presidente Federalimentare, Giorgio De Rita, segretario generale Censis, e Enrico Del Prato, professore di Diritto Civile alla Sapienza Università di Roma, e con il messaggio del Ministro del Made in Italy Adolfo Urso), un titolo che racchiude alla perfezione il sentiment di un popolo per cui la corretta alimentazione significa scelta, ma anche tradizione, condivisione e cultura. L’insistenza sul cibo come minaccia, spiega il Rapporto Federalimentare-Censis. dovrebbe spianare la strada a presunte soluzioni come, ad esempio, i nuovi criteri di etichettatura o la dieta unica per tutti a livello globale, che oltre a generare più costi che benefici, sono connotati da una sfiducia esplicita nell’esercizio consapevole della libertà individuale da parte dei consumatori. E, invece, per gli italiani il cibo è piacere, tradizione, identità territoriale, competenza diffusa, convivialità e molte altre cose ancora e, in particolare il Rapporto certifica come essi concepiscano operativamente cibo e libertà individuale come un binomio inscindibile. Ma ogni libertà di massa ha bisogno di strumenti di consapevolezza, ovvero di flussi certificati di conoscenza e informazione per essere esercitata con cognizione di causa. E la libertà nello scegliere cosa mangiare resta fondamentale: all’89,1% degli intervistati, spiega il Rapporto, non piace che qualcun altro gli dica cosa e quanto mangiare anche se sono comunque visibili gli effetti negativi della retorica fuorviante, poiché emerge una colpevolizzazione dello stare a tavola.
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La ristorazione italiana tra luci e ombre
Scendono a 327.850 le imprese nel settore della ristorazione in Italia a causa soprattutto della crisi dei bar, ma crescono il valore aggiunto dei servizi di ristorazione stimato, nel 2024, in 59,3 miliardi di euro a prezzi correnti, e il mercato del fuori casa, con un valore stimato di 96,4 miliardi di euro. Ed ancora, oltre 1,1 milioni di dipendenti (la Fipe parla complessivamente di 1,5 milioni di unità), dato in rialzo, ma a cui va aggiunta la difficoltà delle aziende a trovare personale. Parla di un anno di moderata crescita, che vede il consolidamento dei trend positivi osservati nel 2023, ma anche la persistenza di diverse criticità strutturali, la fotografia scattata dal Rapporto Ristorazione 2025 di Fipe - Confcommercio.
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Focus
Lvmh: in avvio 2025 -1% per vini e Champagne, spirits a -17%
Da mesi, ormai, neanche il lusso, in ogni settore, vino incluso, è immune alle turbolenze del mercato. Lo confermano, ancora una volta, i numeri di Lvmh, il colosso della famiglia Arnault, che nei primi tre mesi 2025, a fronte di una sostanziale tenuta dei conti complessivi, a -3% sullo stesso periodo 2024, per 20,3 miliardi di euro, vede ancora una volta il comparto Wine & Spirits (che conta brand come Moët & Chandon. Krug, Cheval Blanc, Château d’Yquem, Ruinart, Dom Pérignon, Domaine des Lambrays, Veuve Clicquot, Cloudy Bay, Bodega Numanthia, Terrazza de Los Andes ed Ao Yun, tra gli altri), performare peggio di tutti gli altri. Con un -9% sul primo trimestre 2024, per un incasso di 1,3 miliardi di euro. Anche se, va detto, gran parte della perdita è legata agli spirits, visto che il saldo di Champagne e vino è del -1% sullo stesso periodo 2024, a 676 milioni di euro, mentre Cognac e liquori crollano del -17%, a 629 milioni di euro. In linea gli altri settori, come profumi e cosmetici (-1%, a 2,1 miliardi di euro), orologi e gioielli (in parità, a 2,4 miliardi) ed il selective retailing (-1%, a 4,1 miliardi), mentre la voce più corposa del bilancio, quella rappresentata da moda e pelletteria, fa -5%, a 10,1 miliardi di euro. 
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Cronaca
Le colture assicurate superano 9,6 miliardi
Una delle problematiche più note per il settore agricolo è legata alla presenza dei rischi climatici. Non a caso sempre più spesso le aziende corrono ai ripari. Nel 2024, secondo i dati Ismea, i valori assicurati delle colture vegetali hanno superato i 9,6 miliardi di euro, registrando un incremento del 5% sulla media 2019-2021. Nel comparto vitivinicolo, il più assicurato tra le colture, le polizze agevolate continuano a mostrare una forte concentrazione territoriale: il 77% dei valori è localizzato nel Nord Italia, con il Veneto in testa.
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Wine & Food
Vini “multi-vintage”, blend di diverse varietà: una nuova (ma anche antica) dimensione
In principio i vini “multi-vintage” sono stati in prevalenza gli Champagne, che hanno da subito catturato la curiosità di tutti, interpretando in modo estremo la propria forma più diffusa, la “Cuvée”, dispiegandosi in una vera e propria sinfonia di millesimi, suoli e uvaggi, assemblando differenti vini, di differenti vendemmie, di differenti terroir. Non semplici “sans année” e neppure “Cuvée de Prestige”, ma vini straordinariamente complessi che, in qualche caso, hanno richiesto anni di elaborazione. Una strada che torna attuale, come raccontano gli assaggi WineNews nella degustazione voluta da Pasqua, nei giorni scorsi, con i vini della cantina veneta, ma anche quelli di mostri sacri come la spagnola Vega Sicilia e la francese Louis Roederer e di realtà come Valdivieso dal Cile, Cain Vineyard & Winery dalla California, e K’Avshiri dalla Georgia (in approfondimento).
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Castello del Terriccio
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WineNews.tv
Enoturismo, un grande mercato per l’Italia del vino. Sui cui puntano cantine, territori e fiere
I dati, i trend e le prospettive da Vinitaly Tourism 2025 by Veronafiere, con case history eccellenti e la visione di tanti distretti del vino. Con le riflessioni di Adolfo Rebughini (dg Veronafiere), Roberta Garibaldi (Università di Bergamo), Stefano Tulli (Winedering.com), Violante Gardini Cinelli Colombini (Movimento Turismo del Vino) e dei vertici di Consorzi e territori che vanno dall’Alto Adige al Chianti Classico, dal Lugana al Bardolino, dalla Valpolicella alle Marche, dal Friuli Venezia Giulia (con il Collio) alla Sicilia (con Assovini).
Approfondimento su WineNews.tv
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