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N. 2.534 - ore 17:00 - Lunedì 19 Novembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La “Vente des vins des Hospices de Beaune”, l’annuale asta di beneficenza di Christie’s arrivata alla n. 158, si è chiusa con il nuovo record di soldi raccolti, ben 14,18 milioni di euro. E un record sono stati anche i lotti venduti, ovvero ben 833 barriques (nel 2017 erano 787). L’ambìto “Cuvée des Présidents”, aggiudicatosi quest’anno per “soli” 230.000 euro da Anima Vinum Brazil, non è riuscito a battere il suo stesso record, raggiunto l’anno scorso quando era stato venduto per ben 420.000 euro. Questa edizione, ha visto anche il prezzo medio a botte salire del 19% sull’anno scorso: 16.850 euro contro i 16.657 del 2017. |
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Il giro d’affari della cooperazione del vino italiano vale 4,5 miliardi di euro, pari al 60% dell’economia della filiera, grazie al lavoro di 140.000 soci viticoltori e di 480 cantine cooperative che operano sul territorio nazionale. Numeri che, da soli, spiegano il peso di un comparto capace di portare a Milano, in quella che è la sua festa, “Vivite - Festival del vino cooperativo”, l’evento firmato dall’Alleanza delle Cooperative che si è chiuso ieri, i vertici della politica nazionale. I due vice Premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, le due anime su cui si regge il Governo di Giuseppe Conte, sono stati i veri protagonisti della “due giorni” di Milano, su cui si sono inevitabilmente accesi i riflettori dei media nazionali, facendo anche capire l’importante ruolo del vino cooperativo in un settore strategico del made in Italy nel mondo. Insomma, che sia più o meno veramente “sentito”, sembra che il vino conti molto nelle agende dei due politici. E WineNews, grazie all’opportunità di comunicazione offerta dalla Cooperative Italiane del Vino e dell’Agroalimentare, su vino e politiche agricole ha “interrogato” i due vice premier. Sabato 17 novembre è stata la volta del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che ha affrontato un tema caldo come quello della guerra dei dazi: “la situazione internazionale ci preoccupa, pronto un piano straordinario per l’export, dobbiamo muoverci meglio in Cina e valorizzare il made in Italy in una logica europea”. Domenica 18 novembre, invece, è stato il Ministro degli Interni Matteo Salvini a prendersi la scena, affrontando altri temi spinosi, a partire dalla prossima Pac, la misura più pesante in termini economici in capo alla Ue (vale il 38% del bilancio comunitario, ndr), su cui però vice premier frena gli entusiasmi, sottolineando come la scelta debba “spettare al nuovo Parlamento, dove porterò la battaglia per l’obbligo del made in Italy su tutti i prodotti, non solo alimentari”. Salvini, poi, si è concesso una divagazione sul tema enoico, ammettendo: “amo bere bene e italiano, meglio il Franciacorta ed il Prosecco dello Champagne. Il Sassicaia? Ottimo, ma mi “accontento” di qualcosa in meno, di uno Sforzato, di un Amarone, di un Barolo ...”. |
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“Oggi come oggi il ruolo dei Consorzi è importantissimo, permette a chi è piccolo di poter guardare oltre il proprio territorio. È un ruolo, però, da portare avanti e far crescere, diventando proattivi nella promozione, nel controllo e nella programmazione”. Così, a WineNews, il Ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, che disegna un futuro per i Consorzi in cui non si occuperanno più solo di vino, ma della promozione integrata del territorio. “Penso che il Consorzio debba imparare a raccontare un territorio più ampio di quello di un singolo produttore. Il Consorzio deve far sì che tutti i produttori possano andare a raccontare le loro storie in Italia ed in giro per il mondo. Serve un adeguamento, ho delle idee - conclude il Ministro - ma non voglio imporle, voglio condividerle”. |
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Se il Sassicaia, nelle sue prime ore da “campione del mondo” ha già visto crescere le quotazioni dell’annata 2015 del 25% sul mercato secondario dei fine wine (dati Liv-ex), la Top 100 di Wine Spectator ha messo in fila tanta altra Italia. 19 etichette. Innanzitutto, il Chianti Classico Riserva 2015 di Castello di Volpaia (3), e l’Etna San Lorenzo 2016 di Tenuta delle Terre Nere di Marco de Grazia (10). Quindi Nobile di Montepulciano Riserva 2013 di Carpineto (11), Barbaresco Rabajà Riserva 2013 dei Produttori del Barbaresco (13), Brunello di Montalcino 2013 di Canalicchio di Sopra (15), Brunello di Montalcino 2013 di Caparzo (17) e Chianti Classico 2016 di San Felice (19). E ancora, Tignanello 2015 di Antinori (24), Slatnik S Label 2015 di Radikon (51), Barolo Undicicomuni Arnaldo Rivera 2013 di Terre del Barolo (54), Chianti Classico Vigna del Sorbo Gran Selezione 2015 di Fontodi (60). Quindi Pinot Grigio Vigneti delle Dolomiti 2017 di Tiefenbrunner (67), Soave Classico Otto 2017 di Prà (73), Trebbiolo 2016 di La Stoppa (76). Infine, Critone Val di Neto 2017 di Librandi (81), Barolo 2014 di Paolo Scavino (88), Montefalco Sagrantino Colle alle Macchie di Tabarrini (96) e Lambrusco di Sorbara del Fondatore 2016 di Cleto Chiarli e Figli (99). |
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La Russia torna al centro del mercato enoico internazionale: con una spesa di 3,9 miliardi di euro nel 2017, raddoppiata in dieci anni, è il settimo consumatore a livello globale, al decimo posto tra i top-importer mondiali con 880 milioni di euro (+33% sul 2016). Per l’Italia, primo partner enoico della Russia, con spedizioni per 255 milioni di euro (pari al 29% dell’import), una meta privilegiata ed importante, dove è pronta a sbarcare Vinitaly, con un doppio appuntamento, oggi a Mosca e domani a San Pietroburgo. |
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Il vigneto italiano, negli ultimi 5 anni, ha conosciuto un calo delle superfici del 7%, e le riduzioni maggiori hanno interessato proprio le Regioni dove mancano cooperative strutturate e dimensionate. Campania, Sardegna, Lazio e Calabria, hanno non a caso conosciuto la contrazione più significativa: dal -15% della Campania al -21% della Calabria. Al contrario, a Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Abruzzo e Veneto, la significativa presenza di cooperative molto grandi per fatturato ha garantito una tenuta della coltivazione della vite: così i dati Nomisma per l’Alleanza della Cooperative Agroalimentari.
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A WineNews, da Vivite a Milano, by Alleanza delle Cooperative Italiane, il vice Premier Matteo Salvini. “Viva un buono Sforzato di Valtellina, un buon Barolo o un Amarone. Come si lavora in Italia, nel rispetto dell’ambiente, non si fa da nessuna parte del mondo, per questo mi batterò in Europa per il made in Italy obbligatorio nelle etichette di tutti i prodotti, non solo vino e cibo. Tanti stranieri nei campi d’Italia? Quelli che lavorano e pagano le tasse sono i benvenuti”. |
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