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N. 2.635 - ore 17:00 - Mercoledì 10 Aprile 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Veronafiere e Vinitaly mettono radici in Cina, per aiutare il vino italiano a colmare il gap enorme che lo separa dei principali competitor, in un’Asia che già oggi vale 6,4 miliardi di euro di importazioni enoiche, di cui la metà dalla sola Francia. Nasce per questo “Wine to Asia”: non solo una nuova fiera annuale organizzata direttamente da Veronafiere (a Shenzhen, prima edizione a giugno 2020), ma una nuova società per presidiare il mercato. Società con Veronafiere al 51%, e la partnership di “Pacco Cultural Communication”, società al top nella realizzazione di eventi e di servizi digitali avanzati dedicati al mondo del vino della Cina.
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Il rapporto tra architettura e mondo del vino è ben più complesso di come lo può narrare l’avvento delle archistar che, comunque, dagli anni Novanta hanno firmato le cantine più belle del Belpaese e del mondo, contribuendo a fare dell’enologia un driver ancora più attraente per il turismo di territorio, all’insegna, ovviamente, dell’equilibrio e dell’integrazione con la vite e con il paesaggio. Bisogna fare attenzione, però, a guardare tutto sotto la giusta luce, perché l’architettura ha iniziato a mettersi al servizio del vino, e più precisamente delle necessità degli enologi, ormai da tanti anni, ed in effetti, come hanno ricordato dalla tavola rotonda “La cantina, architettura di sintesi tra vino e territorio”, organizzata a Vinitaly dal Gruppo Terra Moretti, l’enologo del gruppo, Mattia Vezzola, gli architetti Smiljan Radic, che ha firmato una delle cantine più belle del mondo, quella di Vik, in Cile, e Fiorenzo Valbonesi, che negli ultimi vent’anni ha curato le ristrutturazione ed il restyling di numerose cantine della famiglia Antinori, la direttrice del Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi Magda Antonioli, il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella ed Evans Zampati, ad Moretti spa, non ha mai smesso di essere così, perché la cantina è, essenzialmente, un luogo di lavoro e di trasformazione, dove gli spazi ed il loro utilizzo devono essere funzionali alle necessità dell’enologo. L’architettura, in questo senso, è stata “geniale nell’aver trovato soluzioni economicamente sostenibili alle necessità della produzione enologica, trovando una declinazione artistica che rende merito al vino ed al suo territorio”, commenta Mattia Vezzola. “L’architetto - aggiunge Riccardo Cotarella - fa il contenitore, l’enologo il contenuto, e l’estetica non dovrebbe mai limitare la funzionalità della cantina”. Anche la bellezza, però, ha un suo senso profondo, è il modo con cui l’azienda si colloca nel territorio, e “le cantine create dagli architetti di fama internazionale diventano un motivo per attrarre non solo gli appassionati di vino, ma anche gli amanti del design e dell’architettura che vogliono entrare in comunione col territorio e le sue tipicità”, commenta Magda Antonioli. |
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La minaccia di Trump di introdurre nuovi dazi per le merci importante dall’Europa, vino incluso, per 11 miliardi di euro, ha agitato non poco il sonno di organizzazioni di categoria e produttori, in pieno Vinitaly. Ma una delle ipotesi sul tavolo è che sia stato “tanto rumore per nulla”. Perché “i dazi Usa sono pressanti, ma io ho sempre detto che la politica dei dazi americana è sempre stata “tattica” - ha detto Michele Geraci, sottosegretario del Governo allo Sviluppo Economico - e non credo che gli Stati Uniti aumenteranno i dazi sulle merci che importano. Gli americani li usano come arma negoziale. Spesso sono sfide lanciate che poi non vengono portate a termine, sono positivo. Anche con la Cina la tensione sta diminuendo, e anche con l’Europa ci sono minacce verbali, che credo e spero non si concretizzeranno”. Parole che fanno ben sperare. |
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I numeri del commercio mondiale di vino raccontano che le importazioni, nel 2018, di mercati storici come quello Usa, o emergenti come quello della Cina, rallentano o segnano il passo. Un trend che, nella piazza di riferimento, quella statunitense, riguarda vini rossi (-1,1%) e vini bianchi (-3,5%), mentre gli sparkling tengono (+4,6%), e i rosati corrono, in un mercato parallelo che lo scorso anno ha segnato una crescita delle importazioni del +23,3%, non a caso media statistica tra il +31% della Francia ed il +17% dell’Italia. Un vero e proprio boom, che nel lungo periodo si traduce, a livello mondiale, in consumi passati dai 21,9 milioni di ettolitri del 2007 ai 23,4 del 2017 (+6,8%, a fronte di una sostanziale stabilità dei consumi di vini fermi), come raccontano i dati raccolti da Denis Pantini, alla guida di Wine Monitor - Nomisma nella ricerca “Vino rosato italiano, mercato e trend”, promossa dal senatore Dario Stefàno e presentata a Vinitaly dalla Regione Puglia. L’Italia rappresenta il 10% della produzione mondiale, ben lontana dalla quota della Francia (28%), ma nel Belpaese appena una bottiglia su 20 di vino fermo stappata è di rosato, con i consumi quasi fermi ed il prezzo medio, e questa è la buona notizia, che cresce in modo esponenziale. |
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L’Italia del vino fa rotta sull’Africa, uno dei grandi mercati enoici del futuro. Da Vinitaly, con la presenza di Sunkarie Kabba-Kamara, sindaco di una delle più grandi città della Sierra Leone, Makeni, che ha incontrato molti produttori del territorio veronese, a partire da Nadia Zenato, a capo della storica griffe dell’Amarone e del Lugana, aprendo di fatto la strada al legame con la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, Sierra Leone, Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio, Gambia, Liberia, Guinea e Capo Verde, un mercato potenziale di 230 milioni di persone. |
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Immaginare il sommelier non solo come conoscitore di vino, curatore di carte e del servizio dei ristoranti, ma quasi come “guida turistica” del vino, come attore fondamentale dell’accoglienza in cantine e degustazioni, ma anche come accompagnatore degli appassionati nei territori, per aiutarli nella conoscenza non solo del vino, ma anche della cultura e della storia del territorio, a 360 gradi: è lo spunto lanciato dall’Ais-Associazione Italiana Sommelier, guidata da Antonello Maietta. “Serve una formazione specifica, come ogni professione richiede, in un percorso che stiamo mettendo a punto, pensando soprattutto ai giovani”. Tema che sarà al centro del Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, di scena a Verona dal 22 al 24 novembre 2019.
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I grandi chef stellati a fianco delle cantine per grandi eventi, presentazioni e cene di gala, in un trend fotografato a Vinitaly, con Cracco da Allegrini, Vissani da Zenato, Errico Recanati per l'Istituto Marchigiano Tutela Vini, Cerea per Pasqua, Garola per Caprai, Cedroni per Velenosi, Trapani per Cecchi, Aprea per l’Irpinia e Isabella Potì per Bellavista. Le parole dei maestri della cucina italiana.
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