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N. 4.359 - ore 17:00 - Lunedì 1 Dicembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Per la prima volta, è un artista portoghese a firmare un’opera d’arte originale per Château Mouton Rothschild: Joana Vasconcelos, che illustra l’annata 2023 del leggendario Premier Grand Cru Classé di Bordeaux, con “Paraíso”, aggiungendo il suo nome a quello dei più grandi artisti contemporanei che, dal 1945 per volontà del Barone Philippe de Rothschild, hanno realizzato capolavori in bottiglia per la più prestigiosa collezione di etichette d’autore al mondo, da Salvador Dalí a César, da Juan Miró a Marc Chagall, da Pablo Picasso a Andy Warhol, da Francis Bacon a Balthus, da Jeff Koons a David Hockney, tra gli altri. | |
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| | Più dello Champagne francese e del Cava spagnolo, il Prosecco è la bollicina che, negli ultimi anni, è cresciuta di più, in termini percentuali, in valore e in volume, confermandosi un fenomeno non solo italiano ma internazionale. Una fotografia del mercato degli spumanti, dominati da Italia, Francia e Spagna, ci arriva dai numeri analizzati da Del Ray Analysts of Wine Markets. A livello generale, nonostante il trend positivo degli ultimi anni, a luglio 2025 su base annuale, l’export degli spumanti ha rallentato con le vendite a -0,6% in valore a livello mondiale (8,51 miliardi di euro) e +0,4% in volume, superando 1 miliardo di litri. Lo spumante si conferma il vino con il prezzo medio più alto al litro (7,83 euro), anche se è l’unica tipologia a registrarne una riduzione negli ultimi 12 mesi (-1%). Francia, Italia e Spagna rappresentano l’85% del fatturato globale totale e il 75% del volume degli spumanti. Guardando all’evoluzione degli ultimi anni il boom del Prosecco, che rappresenta il 75% delle bollicine italiane imbottigliate, è evidente. La crescita del fatturato in Italia, trainata dal Prosecco, è stata molto più costante dei competitors. Fino al 2009, le vendite di spumante erano molto simili a quelle della Spagna (388 milioni di euro per l’Italia e 334 milioni di euro per la Spagna). Ma poi il valore dello spumante italiano è aumentato di sei volte, arrivando a 2,4 miliardi di euro, mentre le vendite di spumanti in Spagna sono cresciute solo del 55% negli ultimi 16 anni, a 520 milioni di euro. Anche per quanto riguarda il volume dell’export, le differenze sono notevoli. Negli ultimi 16 anni, tra il 2009 e il 2025, le esportazioni italiane di vini spumanti sono aumentate del 276%, quelle francesi del 74% e quelle spagnole del 22%. Da sottolineare che l’exploit è stato ottenuto a prezzi medi con un’evoluzione migliore rispetto ai concorrenti. Sebbene i prezzi francesi, grazie allo Champagne, siano irraggiungibili, attestandosi in media a 19,43 euro al litro nel 2025, rispetto ai 4,61 euro dell’Italia e ai 3,24 euro al litro della Spagna, sono i prodotti italiani ad aver registrato i maggiori aumenti di prezzo dalla svolta del 2009. In questi 16 anni, i francesi hanno aumentato i loro prezzi del 41%, gli spagnoli del 34,1% e gli italiani del 64,1%, aggiungendo 1,8 euro ai prezzi del 2019 (in approfondimento). | |
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| | “Aumenterò le accise sugli alcolici in base all’inflazione”. Nel discorso sul bilancio 2025 del Cancelliere inglese Rachel Reeves, non sono arrivate buone notizie dal Governo per il mondo del vino e degli alcolici. E le reazioni non si sono fatte attendere, ad iniziare dalla Wine & Spirit Trade Association (Wsta) che ha parlato di decisione “deludente e miope” aggiungendo che “con l’Rpi (il tasso di inflazione, ndr) fissato al 3,66%, le imposte aumenteranno di 11 pence su una bottiglia di Prosecco e di 13 pence su una bottiglia di vino rosso”. Il WineGb, ente che rappresenta il settore vinicolo britannico, ha affermato che “un altro aumento delle accise sugli alcolici colpisce ingiustamente l’industria vinicola nazionale, mettendo a rischio posti di lavoro rurali, turismo e crescita, in un momento in cui il vino britannico sta guadagnando fama”. | |
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| | | Una sicurezza che, per il futuro, dovrà trovare più sbocchi per portare o promuovere ulteriormente il made in Italy anche in altre realtà, nonostante gli Usa, primo mercato di riferimento, restino insostituibili (per il vino l’incidenza supera il 25%). L’export resta una leva fondamentale per la competitività del settore agroalimentare italiano: l’Italia è l’esportatore mondiale n. 9 per valore (67,2 miliardi di euro nel 2024) e n. 2 per crescita nell’ultimo quinquennio (+55%). Uno sprint diffuso su quasi tutti i mercati, con risultati particolarmente rilevanti in Polonia (+112%), Spagna (+74%) e Stati Uniti (+69%). Una forte concentrazione geografica che, tuttavia, permane: i primi 5 mercati di destinazione (Germania, Usa, Francia, Uk e Spagna), rappresentano il 50% dell’export complessivo. Una dipendenza che rende urgente una maggiore diversificazione, soprattutto in una fase caratterizzata da incertezza e complessità. Sono queste alcune delle principali evidenze dello studio prodotto da Nomisma e presentato, oggi a Bologna, al Forum Agrifood Monitor n. 9. Le stime per il 2025 sono comunque positive: i dati gennaio-settembre mostrano una crescita per l’export agroalimentare italiano del +5,7% sul 2024, con il comparto che dovrebbe superare per la prima volta la soglia dei 70 miliardi di euro. | |
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| | | É il primo ed unico vino analcolico al mondo prodotto con fermentazione secondaria e affinamento sui lieviti: la start-up londinese Bolle (fondata dall’enologo trevigiano Roberto Vanin) lo ha appena lanciato - si può acquistare in Uk e negli Usa, per 60 euro - e potrebbe rappresentare una pietra miliare nel mondo dei no-alcol. La chiave è un lievito speciale che produce pochissimo alcol in condizioni controllate: la tecnica tradizionale, mai applicata prima ai vini analcolici, crea, per i produttori, una straordinaria profondità e complessità. | |
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| | 184 milioni di euro il Giappone, 17,4 milioni di euro Taiwan. Tanto hanno fruttato, per il vino italiano, questi due mercati orientali nel 2024. Con quello del Sol Levante, che da anni è il primo e più storico approdo in Asia per i produttori italiani, e con il secondo che è uno dei tanti piccoli ma dinamici mercati che si stanno sviluppando ad Oriente, soprattutto per i vini di maggior pregio. Paesi al centro del prossimo appuntamento “Simply Italian Great Wine” by Iem - International Exhibition Management, condotto da Marina Nedic e Giancarlo Voglino, tra le agenzie storiche in materia di internazionalizzazione del vino italiano, il 2 dicembre a Tokyo, nel nuovissimo e prestigioso JW Marriott Hotel, e il 4 dicembre a Taipei, nella cornice del raffinato W Taipei Hotel, con un programma che unisce masterclass di alto livello e degustazioni dedicate ai professionisti del settore. | |
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| | | L’uomo deve tornare al centro, e l’esperienza del viaggio deve partire dal rispetto del territorio che ci accoglie: ecco il nuovo “Manifesto dell’accoglienza italiana”, in cui anche cibo e vino sono importanti nel definire il concetto contemporaneo di benessere. Da “Gensy”, il Congresso de “La Sicilia di Ulisse” a Palermo, a WineNews, gli chef Tony Lo Coco (I Pupi), Pino Cuttaia (La Madia) e Filippo La Mantia, Luca Caruso (Hotel Signum), Francesca Planeta (Planeta), i giornalisti Sara Magro, Laura Donadoni e Alessandro Regoli, e Sandro Sartor (Wine in Moderation). | |
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