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N. 3.586 - ore 17:00 - Mercoledì 11 Gennaio 2023 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Tra vino ed eros, grande bellezza e triviale realtà, la “Domus” simbolo dell’antica città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., Patrimonio Unesco, apparteneva a Aulus Vettius Conviva e Aulus Vettius Restitutus, due liberti divenuti ricchi con il commercio di vino, ma che praticavano anche la prostituzione, come testimoniano gli straordinari affreschi della stanza degli Amorini vendemmiatori e del trionfo di Dioniso. È la casa dei Vettii di Pompei, riaperta al pubblico dopo 20 anni di restauri, grazie ai quali si torna ad ammirare un capolavoro che riflette anche la ricchezza del territorio, dove si produceva vino per esportarlo in tutto il Mediterraneo. |
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L’allarme dall’Irlanda risuona da giugno 2022, e ora il rischio è diventato una certezza e una minaccia per il settore degli alcolici e quindi del vino. La breccia, Dublino l’aveva aperta il 21 giugno 2022, notificando alla Commissione Europea il “Public Health Alcohol Labelling Regulations”, con il quale il Governo intendeva introdurre l’obbligo di riportare indicazioni relative al cancro, alle donne in gravidanza e alle malattie del fegato nell’etichettatura e presentazione delle bevande alcoliche. Una fuga in avanti che, di fatto, supera quanto stabilito dal “Beating Cancer Plan”, che era riuscito ad evitare l’introduzione degli “healt warnings”. Da quel momento, la Commissione Ue ha avuto tempo fino al 22 settembre per presentare le proprie obiezioni, che non sono, però, arrivate. Così, scaduto, a fine dicembre 2022, il periodo di moratoria, da oggi l’Irlanda potrà adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. Il via libera di Bruxelles arriva nonostante i pareri contrari di Italia, Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici nell’ambito del piano per battere il cancro, e adesso il pericolo è che l’esempio irlandese possa essere seguito da altri Paesi. Per il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, “il silenzio assenso di Bruxelles a Dublino relativo alle avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici rappresenta una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro”. Secondo Micaela Pallini, presidente Federvini, la normativa irlandese che, come ricordato, prevede l’applicazione di messaggi demonizzanti sul rapporto tra alcol e salute su tutte le bevande alcoliche vendute nel Paese, è “unilaterale, discriminatoria e sproporzionata”. Sul piede di guerra, insieme a Confagricoltura e Cia, oltre a Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, anche la Coldiretti, che parla di pericoloso precedente, che apre le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio una filiera che, in Italia, garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro. |
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Il vino è storia, cultura, tradizione, territorio ed economia e poi, in parte minoritaria, anche alcol, e quindi non va trattato come una qualsiasi altra bevanda, o peggio come un superalcolico, sostengono alcuni. Ma l’alcol c’è, e quindi i rischi per la salute ci sono, tout court, al di là del consumo più o meno moderato. Tra questi due estremi c’è un mondo, in cui il vino, in nome del salutismo, si sente più sotto attacco, e forse non a torto, come dimostra al “vicenda irlandese” di queste ore. Quello tra vino e salute è un rapporto complesso, dove la moderazione, da sempre, sembra essere la giusta regola, confortata anche da una ampia letteratura scientifica sui potenziali benefici per la salute di un consumo di vino moderato. Che sarà al centro del Simposio “Vino e salute, tra alimentazione e benessere”, il 13 e 14 gennaio, a Napoli, per volontà di Assoenologi (in approfondimento).
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Poca neve, caldo record, piogge scarsissime, e a pochi giorni dall’inizio del 2023, per l’agricoltura italiana ed europea è già allarme climatico. Anche tra i vigneti, per quanto la prossima vendemmia sia relativamente lontanissima. Da un lato preoccupano le temperature, costantemente superiori alla media, dall’altro la siccità, perché senza le precipitazioni invernali i vigneti si troveranno ad affrontare l’ennesima estate di passione. Del resto, per quanto la vite sia una pianta resiliente, “soffre la siccità esattamente come la pianta di pomodoro”, ha ricordato a “Vitisphere” l’ecofisiologo evoluzionista Sylvain Delzon, ricercatore all’Università di Bordeaux. Con delle differenze tra una varietà e l’altra, che vengono però “azzerate” dal portainnesto. “La varietà tollera la siccità insieme al suo portainnesto, e il risultato dipende dalla combinazione tra i due. Ci sono varietà geneticamente econome nella gestione dell’acqua, ed altre dissipatrici. Quando interviene il portainnesto, agli inizi del Novecento, modifica in modo sostanziale l’atteggiamento delle diverse varietà”. E questo perché “il cervello di una pianta, e quindi della vite, è nelle radici: cambiandole, con il portainnesto, cambiamo il comportamento della varietà”. (continua in approfondimento) |
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Il Douro, territorio storico del vino europeo e il più importante del Portogallo, dai cui vigneti nascono i vini che portano il nome stesso della valle che si sviluppa intorno al fiume Douro, ma anche il celeberrimo Porto, con i suoi 19 Comuni riuniti nel CimDouro - che raggruppano 22.000 produttori di vino - saranno la “Città Europea del Vino 2023”, secondo quanto stabilito a Bruxelles nel giugno 2022, nelle iniziative di Recevin, la rete europea delle Città del Vino. Il 4 febbraio la presentazione del programma, intorno al claim “Douro - All Around Wine”. |
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“Come ogni Festa, quella natalizia dura molto a lungo, perché inizia teoricamente il 23 dicembre, ma in Italia ormai comincia a fine novembre. Un lungo periodo in cui si creano tante occasioni di incontro a tavola, dove i pasti sono “per legge” abbondanti”, e nel quale si concentra la maggiore produzione di insulina, perché abbiamo introdotto più calorie e immagazzinato più grasso”. Con questa premessa, WineNews chiede consiglio per rimettersi in forma al nutrizionista Giorgio Calabrese, per il quale “è sbagliato smettere di mangiare, ma bisogna fare tanti piccoli pasti, ogni 2-2 ore e mezzo permettendo proprio all’insulina di bruciare subito gli zuccheri. Durante il giorno il pancreas produce insulina per cui se ne accumula così tanta che se mangiamo una sola volta al giorno una parte di grassi va a finire nel nostro addome”. |
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A WineNews il pensiero dei produttori di vino, al vertice di cantine con una storia forte alle spalle, e la voglia di scrivere il futuro. Come Cristina Ziliani (Berlucchi), Alessandro Ceci (Cantine Ceci), Marina Cvetic (Masciarelli), Sabrina Tedeschi (Tedeschi), Andrea Lonardi (Bertani), Nadia Zenato (Zenato Winery), e Valentina Abbona (Marchesi di Barolo). |
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