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WineNews
N. 2.643 - ore 17:00 - Martedì 23 Aprile 2019 - Tiratura: 31.110 enonauti,
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La News
Bollinger, dalla botte alla bottiglie
A Bollinger, una delle maison dello Champagne più celebri, l’uva non è la sola protagonista: a fianco dei 164 ettari di vigneti, infatti, sorgono 130 ettari di foresta, a Cuis, il villaggio in Côtes des Blancs che ha dato i natali alla famiglia Bolinger. Ed è qui che, nel 2016, è stato deciso di abbattere tre alberi, più che centenari, e produrre 10 botti per ciascuno di essi. Il progetto “autarchico” di Bollinger è stato seguito direttamente dallo chef de cave, Gilles Descôtes, che per la prossima vendemmia potrà contare su 30 botti autoprodotte, sufficienti appena per l’1% della produzione: una piccola parte, destinata a rimanere tale, ma assai simbolica.
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Primo Piano
Sassicaia il “most popular”, Giacomo Conterno il “most expensive”
Vere e proprie perle enoiche, tanto popolari da far parte dell’immaginario comune dei wine lovers di tutto il mondo: sono i “Most Popular” ed i “Most Expensive” tra i grandi vini italiani secondo “Wine Searcher”, messi in fila dalle ricerche e dagli acquisti online di milioni di utenti. Tra i più popolari, svetta il Sassicaia di Tenuta San Guido, forte anche dei premi della critica internazionale degli ultimi mesi (dal n. 1 della “Top 100” di “Wine Spectator” per l’annata 2015, ai 100/100 per la 2016 assegnato da “The Wine Advocate”), seguito dal Tignanello dei Marchesi Antinori, primo vino rosso moderno assemblato con varietà non tradizionali, come Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, e dall’Ornellaia, altro grande protagonista del mercato del lusso. Ai piedi del podio il Masseto, che ha da poco inaugurato la sua nuova casa, seguito dal Solaia dei Marchesi Antinori, quindi il Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, giusto davanti al Brunello Case Basse di Gianfranco Soldera, da qualche anno diventato Toscana Igt, senza perdere nulla del proprio fascino. A chiudere la Top 10, un’altra icona delle Langhe come il Barolo di Bartolo Mascarello, Le Pergole Torte di Montevertine ed un simbolo dell’Italia enoica come il Barbaresco di Gaja. Tra le etichette più care, invece, in vetta c’è il Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, che nelle centinaia di enoteche online messe insieme da “Wine Searcher”, si trova ad un prezzo medio di 1.053 euro a bottiglia, il Masseto a 667 euro ed il Brunello di Montalcino Case Basse di Gianfranco Soldera a 625 euro. Subito dietro ai primi tre, la storia del Sangiovese Grosso, il Brunello di Montalcino Biondi Santi - Tenuta il Greppo, a 499 euro a bottiglia, davanti al Colore di Bib Graetz (414 euro) ed al Barolo Etichetta d’Artista di Bartolo Mascarello (396 euro). Tra i grandi classici, in Italia come all’estero, il Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice di Avignonesi, che spunta un prezzo medio di 389 euro a bottiglia, proprio come il Barolo Rocche di Castiglione Falletto di Bruno Giacosa. A chiudere la classifica dei dieci vini più costosi del Belpaese, il Sorì San Lorenzo (384 euro) ed il Sorì Tildin (363 euro), entrambi di Gaja.
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Tenute del Cerro & Villa Russiz
Una partnership per il mercato, per ora, e domani chissà: Tenute del Cerro Spa, ramo agricolo e viticolo del Gruppo Unipol (cinque tenute di proprietà di cui quattro vinicole tra Toscana e Umbria per un totale di 5.000 ettari, di cui 300 coltivati a vigneto) e Villa Russiz, griffe del vino del Friuli Venezia Giulia (45 ettari di vigneti nel Collio), distribuiranno in sinergia i propri vini, tanto in Italia che all’estero, con focus in mercati in forte sviluppo come Cina, Russia, Canada, Asia e Nord Europa. Un accordo che, inizialmente, durerà 4 anni, e che lascia immaginare, secondo rumors, evoluzioni future anche a livello proprietario. Incontro intrigante tra due realtà ben diverse: Tenute del Cerro è nata nel 1978 come impresa dedicata agli investimenti in agricoltura, Villa Russiz fu fondata nel 1868 da Theodor Karl Leopold Anton de la Tour Voivrè, che introdusse nel Collio le varietà francesi.
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Focus
Russia, il vino in altalena e l’importanza della cultura
In Russia le preferenze e i gusti in fatto di beverage stanno cambiando rapidamente e, nonostante un periodo di crisi, l’interesse nei confronti del vino continua a crescere. Lo dicono i numeri, analizzati dal report “Il mercato degli alcolici in Russia 2018 vs 2017. Tendenze e prospettive di business per il 2019-2021” di Simple Group, che in Russia distribuisce il 9,5% del vino venduto nel Paese, anche grazie alla sua catena di enoteche, centri di distribuzione e ristoranti. Se nel 2017 il volume dei consumi di vino è quasi tornato al periodo pre-crisi, mostrando una crescita a doppia cifra ed una spesa complessiva di 3,9 miliardi di euro (con 880 milioni di euro di importazioni, in crescita del +33% sul 2016, e l’Italia primo fornitore grazie a 255 milioni di euro di vendite, pari ad una quota del 29%), il 2018, a causa delle nuove sanzioni, dell’instabilità del cambio e dell’aumento dell’Iva, è stato un anno interlocutorio, con le vendite al dettaglio uscite dal picco negativo, nonostante l’indicizzazione dei salari e la crescita del credito al consumo, mentre le previsioni per il 2019 indicano un rallentamento del retail dovuto all’aumento dell’inflazione, all’elevato carico del debito e da un generale pessimismo sulla situazione economica.
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Cronaca
Juventus, 8 scudetti e il brindisi Ferrari
La Juventus di Massimiliano Allegri è sempre più padrona di Italia, consolidando lo strapotere a suon di gol di Dybala, Mandžukić e del campione portoghese Cristiano Ronaldo, e portando a casa l’ottavo scudetto consecutivo, festeggiato in campo e negli spogliatoi con fiumi di bollicine, quelle del Ferrari Trento Doc, che ha bagnato lo scudetto n. 37 dei bianconeri con un’etichetta dedicata, #W8NDERFUL FERRARI , in un formato magnum. Le stesse che hanno accompagnato la festa scudetto della Juventus Women di Rita Guarino.
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Wine & Food
I vitigni autoctoni ed i produttori che li hanno difesi e salvati: Barolo apre le porte a BING
Dal Marzemino al Sangiovese, dal Pugnitello al Nebbiolo, dal Nero d’Avola all’Aglianico: con più di 600 varietà coltivate, l’Italia vanta un tesoro ampelografico unico al mondo, da tutelare e promuovere. Come fa, da anni, il wine writer internazionale Ian D’Agata, che agli autoctoni del Belpaese ha dedicato un appuntamento annuale, firmato con il Progetto Vino di Collisioni: “Indigena”, che quest’anno, a Barolo, il 4 e 5 maggio, ospita “BING - Best Italian Native Grapes and Wines”, con 100 tra i migliori produttori di vino del Paese che hanno contribuito alla salvaguardia o dedicato il proprio lavoro nel portare alla massima espressione una o più uve autoctone della loro regione, trasformandole in grandi vini apprezzati in tutto il mondo, e segnando la via a quello che sarà il futuro dell’enologia.
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WineNews.tv
Alta Langa, il “Ritorno al Futuro” delle bollicine nella terra dei grandi rossi del Piemonte
A WineNews, il racconto di Giulio Bava (presidente del Consorzio Alta Langa), Sergio Germano (Ettore Germano), Giuseppe Ravasini (Cascina Bretta Rossa) e Giovanna Bagnasco (Agricola Brandini), con il metodo classico piemontese al giro di boa del milione e mezzo di bottiglie e l’obiettivo di rilanciare e sdoganare zone ancora lontane dalla ribalta enoica nazionale ed internazionale.
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