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N. 3.271 - ore 17:00 - Lunedì 18 Ottobre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Se per una recente analisi di “Infosfera”, l’89% degli italiani non riconosce una fake news, dato allarmante e che colpisce in particolare i social, anche sui social esteri il made in Italy alimentare è vittima delle bufale, con un incremento sorprendente. Secondo le anticipazioni di uno studio dell’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co. con Filippo Gallinella, presidente Commissione Agricoltura alla Camera, da gennaio a settembre 2021 le fake news sui nostri prodotti sono aumentate del 26% sul 2020, e il vino è il più colpito (+28%), seguito da mozzarella di bufala, prosciutto crudo, pane, Parmigiano Reggiano e Grana Padano. |
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Dopo mesi di grande euforia per le vendite in Gdo (nei primi 9 mesi del 2021 le vendite di vino e bollicine sono aumentate del 2% a volume e del 9,7% a valore), ed un quadro ancora positivo ma in grande frenata rispetto alla corsa tumultuosa degli ultimi tempi, soprattutto sul 2020 (e per i vini fermi), iniziano ad addensarsi diverse preoccupazioni lungo l’asse produzione-distribuzione-consumo che caratterizza questo canale, che è stato il vero argine al calo dei consumi nelle fasi più acute del lockdown. Il tema centrale è quello dei prezzi (che spesso vedono margini già molto bassi sia per chi vende alla Gdo che per la Gdo stessa), che sta andando verso una tempesta perfetta tra aumento di tutti i costi (materie prime, energia, logistica) che colpiscono tanto i produttori di vino quanto le insegne della distribuzione, ed una vendemmia 2021 che, ormai agli sgoccioli, si conferma tutt’altro che abbondante. La logica conseguenza, dunque, sarebbe un aumento dei prezzi del vino che i produttori praticano nei confronti della distribuzione, per non produrre sottocosto, ma anche dei prezzi che la distribuzione propone al consumatore. Con il rischio concreto allo stesso tempo, però, di vedere diminuire i volumi venduti - che già stanno tornando a diminuire, soprattutto per i vini fermi, anche per effetto della ripresa del fuori casa - dato che il potere di acquisto dei consumatori, invece, non cresce affatto. Sarà fondamentale, dunque, un confronto serrato e trasparente tra produzione e distribuzione, per capire come evolverà lo scenario, e per mettere in piedi una strategia “win win” per tutti, tendendo conto che, alla fine, il prezzo lo fa l’incontro tra domanda e offerta, ovvero “il mercato”. Cosa, però, tutt’altro che semplice, tenendo conto anche di un aspetto non secondario: il vino è un bene voluttuario, un piacere, non di prima necessità. È il messaggio che arriva dalla tavola rotonda (tutti i numeri e gli interventi nell’approfondimento) che, a “Vinitaly Special Edition” 2021, ha visto confrontarsi il mondo della produzione, rappresentato da Marcello Ancarani di Federvini (direttore vendita Italia del Gruppo Santa Margherita) ed Enrico Gobino di Unione Italiana Vini (direttore marketing Gruppo Mondodelvino), e dalla distribuzione rappresentata da Francesco Scarcelli (Coop Italia) e Giuseppe Cantone (MD Spa). |
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“Un “Manifesto del vino italiano”, il primo con un orizzonte temporale lungo, 10 anni, e il primo progetto dove manager, imprenditori e professionisti del vino qualificati, che vivono quotidianamente il mercato e l’operatività delle aziende, si confrontano con “spirito di servizio” e propongono istanze operative e concrete sui reali fabbisogni delle imprese, in linea con le dinamiche dei mercati. E che in un anno di incontri tra competitors che hanno deciso di condividere con trasparenza competenze ed esperienze, ha dato vita ad un “Think tank” di 24 di loro e 6 tavoli su temi strategici”. Ecco “Vision 2030”, raccontato dal promotore Ettore Nicoletto, presidente e ceo di Bertani Domains, a “Wine2Wine”, progetto “che vuole essere uno stimolo per la filiera a riflettere su un “Positioning paper” che metteremo a disposizione di tutti entro la fine del 2021”. |
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“Esprimiamo forte preoccupazione per le azioni che la Ue intende mettere in campo nel prossimo futuro: dal piano europeo di lotta al cancro presentato dalla Commissione Europea, con effetti sulla politica di promozione delle bevande alcoliche, fino ai metodi di valutazione semplicistici e incompleti come il Nutriscore, sono davvero troppi gli elementi che in questo periodo possono arrecare pregiudizio al settore”. Lo dice il Coordinatore del Settore Vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari Luca Rigotti, da “Vinitaly Special Edition” 2021, secondo il quale “fermo restando l’indiscutibile sostegno alle finalità del piano europeo e l’assoluta necessità di tutelare la salute dei cittadini europei, riteniamo che sia innanzitutto necessario promuovere una corretta educazione dei consumatori, che deve essere improntata ad un consumo moderato e consapevole di vino, così come occorre lavorare per raggiungere delle posizioni di equilibrio”. Si tratta di un concetto da ribadire, per Rigotti, considerando la costituzione presso il Parlamento Europeo di una dedicata Commissione e della recente presentazione di una relazione sul tema che, tra le altre indicazioni, promuove un’etichettatura di avvertimento per le bevande alcoliche, compresi i vini. |
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La registrazione della menzione tradizionale “Prošek” da parte dell’Ue, è la punta dell’iceberg della “guerra” scatenata a livello mondiale dai falsi in bottiglia che ogni anno sottraggono 1 miliardo di euro al vino made in Italy, con il Prosecco che è il più copiato del pianeta. È l’allarme lanciato da Coldiretti alla “Vinitaly Special Edition”, mentre è arrivata la firma da parte del Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, del Decreto di nomina dei membri del Consiglio Nazionale per la Lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding. |
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Sostenibilità (requisito basilare per accedere ai mercati), innovazione (fondamentale per concretizzare la sostenibilità), de-globalizzazione dei mercati (tra Paesi terzi in cui i consumi crescino ma che si stanno “chiudendo” alle produzioni straniere tra incentivi al vino nazionale, dazi, guerre commerciali) e cambiamento delle abitudini di consumo (con una crescente attenzione alla “salute”). Queste le sfide che il sistema vitivinicolo europeo dovrà affrontare da subito, nei quattro “megatrend” individuati dal professor Jean-Marie Cardebat dell’Università di Bordeaux e presidente dell’European Association of Wine Economists nell’incontro - organizzato dal professor Davide Gaeta dell’Università di Verona - su evoluzione e adattamenti del sistema biologico e della sostenibilità nei principali Paesi produttori europei (nell’approfondimento).
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Le tante vicissitudini vissute dalla viticoltura - dalle gelate primaverili alla siccità estiva - non spaventano il vino italiano, che affronta il calo quantitativo senza però retrocedere di un passo sul fronte della qualità. Ne abbiamo parlato con Valentina Abbona (Marchesi di Barolo), Alberto Mazzoni (Istituto Marchigiano Tutela Vini), Alessio Di Majo Norante, Marina Cvetic (Masciarelli), Sergio Zingarelli (Rocca delle Macìe) e Giuseppe Speri. |
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