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N. 2.669 - ore 17:00 - Venerdì 31 Maggio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Quando il vino si racconta, in modo diverso, ad un pubblico diverso dagli enoappassionati, ma non meno importante. Strada intrapresa da Vini Fantini (del grande gruppo abruzzese Farnese), che sponsorizza l’unico team europeo del Giro d’Italia che porta il nome di un vino, la Nippo-Fantini. Che ieri con Damiano Cima, ha colto la sua prima vittoria di tappa. “Questa, prima come Farnese, poi come Fantini, è la nostra nona partecipazione - racconta a WineNews l’ad di Farnese, Valentino Sciotti - un’opportunità enorme, che ci regala una visibilità davvero eccezionale, con i nostri ragazzi che hanno portato il nome di Fantini in oltre 100 Paesi nel mondo”. |
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I consumi di alcolici nel mondo scendono dell’1,6% nel 2018, spinti in basso dal calo di vino e birra, mentre corrono i superalcolici, ma il mercato crescerà del 3% nei prossimi cinque anni, come raccontano gli ultimi Global Beverage Alcohol Data di IWSR. In totale, sono state bevute 27,6 miliardi di casse di alcolici per un giro d’affari che ha toccato i 1.000 miliardi di dollari, che diventeranno 28,5 miliardi di casse nel 2023 per un fatturato del settore alcolici in crescita, nello stesso periodo, del 7%. Il declino dei consumi di Paesi come Cina, Italia, Francia, Germania e Spagna, legati al calo produttivo della vendemmia 2017, ha portato i consumi di vino a perdere l’1,6%, per un valore complessivo di 215,8 miliardi di dollari, che cresceranno fino a quota 224,5 miliardi di dollari nel 2023. L’unica categoria che crescerà ancora, in termini di consumi, è invece quella degli sparkling, al ritmo del +1,17% annuo fino al 2023. A crescere più di tutti nel 2018 è stato invece il gin, che ha registrato una crescita totale dell’8,3% sul 2017, con la Gran Bretagna che fa addirittura il +32,5%, ed entro il 2023 i consumi globali, trainati dalle Filippine, sorprendentemente il primo mercato mondiale per il gin, guadagneranno altre 88 milioni di casse. Bene anche il whisky, che guadagna il 7%, trainato dall’India (+10,5%), ed è destinato a crescere del +5,7% annuo fino al 2023, quando toccherà le 581 milioni di casse. Tequila e mezcal, ossia i distillati di agave, sempre più popolari anche nel mondo della miscelazione, crescono del +5,5%, ma fa bene anche la categoria dei sidri, che nel 2023 toccherà le 270 milioni di casse, in crescita del +2% annuo. Le bevande alcoliche mixate, aromatizzate ed i long drink hanno messo a segno nel 2018 il +5%, e nel 2023 puntano a quota 597 milioni di casse. Calano i consumi di vodka (-2,6%), legati ai mercati di Russia e Ucraina, con il segno negativo che resterà fino al 2023 (-1,7% annuo), e di cachaça brasiliana, che ha perso l’1,6% nel 2018. Infine, la birra, che nel 2018 ha perso il 2,2% in termini di consumi globali, con la Cina al -13%, gli Usa al -1,6% e il Brasile al -2,3%, ma la previsione per il futuro è di un rimbalzo positivo ed un ritorno alla crescita al ritmo del +0,7% annuo fino al 2023. |
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A pochi giorni dalla pubblicazione del decreto ministeriale in Gazzetta Ufficiale, come riportato da WineNews, ecco finalmente il bando per i fondi Promozione dell’Ocm Vino 2019/2020, pubblicato ieri dal Ministero delle Politiche Agricole. Bando che vale per le risorse della quota nazionale gestita dal Ministero delle Politiche Agricole (30 milioni di euro), mentre sono 70 i milioni di euro in mano alle Regioni. La scadenza per le domande relative alla quota nazionale è fissata al 1 luglio 2019. E puntuale, arriva la polemica: “stupisce che il Ministero non abbia ritenuto opportuno avviare un confronto pubblico e trasparente con le organizzazioni di rappresentanza per la definizione delle regole e dei contenuti del Bando 2019”, commentano, insieme, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza Cooperative, Unione italiana vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi. |
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La cosidetta “premiumisation” dei consumi di vino è un fenomeno che, dicono tutti gli studi, ha una portata planetaria, e riguarda grosso modo tutti i mercati del mondo. Ma ci sono alcuni in cui la fascia “premium”, ovvero quella sopra ai 10 euro a bottiglia allo scaffale, pesa più che in altri. E questa particolare classifica (che prende in considerazioni i Paesi dove il consumo supera il milione di casse da 9 litri, ovvero 12 milioni di bottiglie, ndr), che emerge dai dati dell’Iwsr sul 2017, analizzati da “The Wine Gourd”, presenta non poche sorprese. Per esempio, il Paese in cui la percentuale di consumo di vini premium rispetto al totale è maggiore, è la piccola Irlanda (66,9%), seguita da Hong Kong, (50,5%), Nuova Zelanda (47,1%), Canada (37,2%) e Australia (36,7%). In Usa i “premium wine” valgono il 22,6% dei consumi, in Uk il 22,3%. In Germania, invece, pesano appena per il 2,7%, mentre tra i grandi Paesi produttori, l’Italia è quella con la percentuale migliore (9,6%), davanti a Francia (7,8%), e Spagna (6,7%). Una graduatoria curiosa, da leggere al netto di fattori come la dimensione dei mercati, con una media dei consumi “premium” più elevata in quelli più piccoli, ma anche del peso delle importazioni sul mercato di questi Paesi, del regime di dazi e così via. |
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Con un balzo del 2,9% quello dell’agricoltura è il settore che fa registrare il maggior incremento congiunturale sulla base dei conti trimestrali del Pil dell’Istat che evidenzia anche un aumento su base annua del settore primario dello 0,1%. Ad affermarlo è Coldiretti che, comunque, sottolinea le proprie preoccupazioni per l’andamento climatico che ha condizionato la stagione: “Le difficoltà dei consumi alimentari interni ancora stagnanti sono state compensate dalle esportazioni con il record storico per il Made in Italy agroalimentare all’estero nel primo trimestre dell’anno”. |
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Nelle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del genio Leonardo da Vinci, che a Bacco ha dedicato studi importanti, antesignani della moderna viticoltura, e diventati oggi “Metodo Leonardo”, capitolato viticolo ed enologico, messo a punto da un comitato scientifico di enologi e studiosi e da cui nasce una linea di vini della Leonardo da Vinci dedicato al genio, esordisce il film documentario “Il Vino di Leonardo”, in anteprima il 3 giugno 2019 al Cinema La Compagnia di Firenze, introdotta dal racconto dei protagonisti, Alessandro Vezzosi, che ha setacciato la lettura di Leonardo e dedotto il suo rapporto con la natura, l’agricoltura e il mondo del vino, e Luca Maroni, analista sensoriale, che si è occupato della traduzione delle indicazioni del Genio in un metodo a cui riferire le tecniche odierne vitivinicole. |
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L’arte del “blending” e le sue implicazioni per un territorio, secondo Maurizio Ugliano (docente di enologia dell’Università di Verona), dal punto di vista di una cantina storica secondo Riccardo Tedeschi (Tedeschi), e per il mercato e gli appassionati, nella visione di Robert Camuto (“Wine Spectator”). Tra espressione delle diversità territoriale e filosofie aziendali, che si incontrano nella produzione di uno dei più grandi vini d’Italia. |
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