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WineNews
N. 3.995 - ore 17:00 - Martedì 2 Luglio 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
“Cités de Bourgogne”, un successo
La rete enoturistica delle tre “Cités des Climats et Vins de Bourgogne” ha festeggiato il primo anniversario con risultati positivi: in 12 mesi, 80.000 visitatori hanno visitato uno dei siti di Beaune (che ha attirato l’80% dei visitatori, 65.000 persone), Chablis e Mâcon. “La grande maggioranza, pari all’80%, proviene dalla Francia” spiega Chloé Butet, responsabile Cultura e Comunicazione delle Cités. Belgio, Germania, Svizzera e Paesi Bassi sono i primi Paesi per visitatori stranieri. “Ogni tipo di pubblico ha trovato ciò che cerca e nella scelta delle attività per ciascuno dei siti”, ha aggiunto Olivier Le Roy, dg delle Cités, famiglie e studenti delle scuole compresi. 
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Primo Piano
Bordeaux, più ombre che luci per l’“en primeur” 2023, nonostante i forti ribassi dei prezzi
“Il calo forte dei prezzi sull’annata 2023 va contestualizzato dopo l’aumento scriteriato del 2022, ma il segnale è chiaro. Bordeaux è un mondo a parte, ma è il mercato a cui tutti guardano, e questo andamento avrà ripercussioni, lentamente, su tutti i grandi territori”. Parole, queste, a WineNews, di Alessandro Sarzi Amadè, che con la Sarzi Amadè distribuisce in Italia tanti top brand della Gironda (nomi come Lafite Rothschild, Latour, Margaux, Lynch-Bages, Petrus, Angelus, Cheval Blanc e Yquem, per citarne alcuni), e che, a campagna “en primeur” ormai conclusa, fotografano il momento particolare di uno dei territori da sempre “trendsetter” per il mercato dei fine wines, segmento che sembrava intoccabile, ma che come ogni altro settore del mercato enoico, sta vivendo mutamenti profondi. A partire proprio dal fatto che gli châteaux di Bordeaux, per esempio, sembrano iniziare a pretendere dai clienti meno acquisti di vini “minori” per concedere assegnazioni dei vini più blasonati. È una delle evidenze del report “Bordeaux 2023 - A small step in the right direction” del Liv-Ex, piattaforma londinese considerata punto di riferimento per il mercato secondario dei grandi vini. Secondo cui i ribassi dei prezzi richiesti dal mercato e accolti dagli châteaux, che hanno messo in vendita i loro vini ad un ribasso medio del -22,5% sull’annata 2022 (con punte anche del 41,1%, e ribassi sopra il -30% anche per i nomi più altisonanti), non sono bastati a far ripartire il mercato, tanto che ad oggi gli ordini sono sotto a quelli per l’annata 2022 del -13,4%, confermando il clima di attesa raccontato, a WineNews, ancora, da Alessandro Sarzi Amadè. In più, a pesare, c’è un’annata così così, con grandi picchi qualitativi, ma anche molti prodotti giudicati mediocri, con un giudizio qualitativo medio di 94,5 punti su 100 secondo i membri del Liv-Ex, di poco sotto a quello dato dai principali critici internazionali selezionati dal Liv-Ex (da Neal Martin e Antonio Galloni di “Vinous” a Lisa Perotti Brown, a Jane Anson), che posizionano l’annata 2023 al settimo posto tra le ultime 15, e non la rendono particolarmente desiderabile. E in effetti ad oggi le vendite non vanno benissimo, e i wine merchant Uk, per esempio, fondamentali per il mercato del Bordeaux, prevedono vendite a -25% dell’“en primeur” 2022.
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Turismo, frenano gli agriturismi
La stagione turistica è appena iniziata e sarebbe prematuro avventurarsi in previsioni sui flussi in arrivo. Ma qualche segnale comunque arriva, a partire dalle prenotazioni fino a questo momento effettuate in un comparto come quello degli agriturismi che ha il loro peso per l’enogastronomia. E dai primi dati che riguardano gli agriturismi della Toscana, la regione leader in Italia per numero di strutture, il 2024 è partito col freno a mano tirato. Un trend che fa pensare come la situazione non sia migliore nel resto del Belpaese: “in diverse zone della Toscana la stagione turistica degli agriturismi sta soffrendo un calo di prenotazioni per giugno e luglio in media del 25%. Ad agosto la situazione sembra leggermente in ripresa”. Questa la sintesi tracciata da Daniela Maccaferri, presidente Agriturist Toscana, sezione di Confagricoltura Toscana.
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Focus
Il vino rosato parla francese: mercato stabile nel 2022
Con la stagione estiva e con la tendenza, sempre più accentuata, che vede preferire nei calici vini più freschi e meno impegnativi, il rosé entra nel suo periodo ideale e ci arriva con un mercato stabile dopo anni di crescita. Secondo i numeri citati dall’“Observatoire Mondiale du Rosé”, pubblicato da FranceAgriMer e dal Conseil Interprofessionnel del Vins de Provence, i consumi del rosato, nel 2022, sono rimasti stabili, con 19,6 milioni di ettolitri (+0,5% sul 2021) rappresentando il 10% tra i vini fermi. I 16 Paesi dell’Europa Occidentale e gli Stati Uniti coprono il 78% dei consumi mondiali. ma la diffusione si sta allargando. La produzione per l’annata 2021 è stata di 21,8 milioni di ettolitri (-5,8%), un ribasso dovuto principalmente alla situazione francese (-1,6 milioni di ettolitri nel 2021), anche se, tra il 2011 e il 2021, si è registrata una progressione in Spagna (4%), Sudafrica (3%), Francia (3%) e Italia (2%), con il rosato che, a livello generale, è rimasto in terreno positivo. La Francia è il primo Paese produttore di rosé (30% del totale), davanti a Spagna (21%), Stati Uniti e Italia (10% per entrambi). Le esportazioni globali (fatturato di 2,4 miliardi di euro) si mantengono a 10,9 milioni di ettolitri nel 2022, la Spagna è il primo esportatore (38% dei volumi), davanti a Francia ed Italia.
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Roma Doc
Cronaca
Food experience, boom per le Cesarine
I turisti stranieri cercano esperienze autentiche e destinazioni meno battute, con l’Italia protagonista indiscussa grazie al ricco patrimonio enogastronomico. Aumentano le richieste di esperienze culinarie, e le Cesarine, la più antica e vasta rete italiana di cuoche e cuochi amatoriali, che offre esperienze culinarie e tradizionali nelle proprie case, registrano un aumento record: nel primo trimestre 2024 le loro esperienze food hanno segnato un +20%, dopo aver accolto 50.000 ospiti internazionali nel 2023 (+65% sul 2022).
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Wine & Food
Prosecco locomotiva del vino italiano. Anche per la promozione che non si ferma mai
Il Prosecco, tra la storica Docg di Conegliano e Valdobbiadene, e la più giovane e grande Doc, è la locomotiva del vino italiano. Basti pensare che le esportazioni 2023 hanno toccato 1,6 miliardi di euro, quasi un quinto del totale nazionale, in crescita sull’1,5 del 2022. E, nel primo trimestre 2024, l’export ha superato 368 milioni, a +7,7% sullo stesso periodo. Merito del lavoro dei produttori, ma anche di un’incessante attività di promozione tra Usa, Asia ed Europa, che non va mai in vacanza (in approfondimento le iniziative già compiute, quelle in atto e quelle da realizzare, ndr), guidata dai Consorzi, quello del Conegliano Valdobbiadene Docg, che ha visto Franco Adami salire alla presidenza dopo Elvira Bortolomiol, e quello del Prosecco Doc, oggi presieduto da Giancarlo Guidolin, successore del presidente di lungo corso, Stefano Zanette. 
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Castello del Terriccio
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Consorzio Vini di Romagna
Tenuta Sette Ponti
Bosca
WineNews.tv
Le difficoltà di vivere di vino in mezzo alla guerra: Cremisan, tra Israele e Palestina
A WineNews, la testimonianza di Fadi Batarseh, enologo della cantina creata dai Salesiani, che fa dialogare cristiani e musulmani. “Non riusciamo a vendere i vini, fermi da mesi alla dogana, e ovviamente il turismo, che per noi era una fonte di reddito importante, è azzerato. E se siamo in difficoltà noi, con la nostra cantina considerata “la madre” della viticoltura moderna della Palestina, figuriamoci le piccole cantine ed i piccoli viticoltori del territorio con cui lavoriamo, e che senza i vigneti si vedrebbero confiscare i terreni. Speriamo, per tutti, che la guerra finisca presto.
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