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N. 2.552 - ore 17:00 - Giovedì 13 Dicembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Un “Trionfo di Bacco”, con le silhouette stilizzate ispirate ai dipinti di maestri come Tiziano e Matisse, per sottolineare che un grande vino, se prima di tutto è piacere, è anche inseparabile da una tradizione culturale che richiede rispetto e moderazione nel consumo: ecco l’idea di “The Triumphs of Bacchus”, l’opera per l’etichetta di Château Mouton Rothschild 2016, firmata dall’artista sudafricano William Kentridge (lo stesso dell’etichetta della “Vendemmia d’Artista” dell’Ornellaia 2015). Una tradizione, quella che lega Mouton Rothschild all’arte, che ha coinvolto nomi come Dali, César, Miró, Chagall, Picasso e Warhol, per citarne alcuni.
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La DopEconomy non solo continua a crescere sui mercati mondiali, superando nel 2017 per la prima volta i 15,2 miliardi di valore alla produzione (+2,6% sul 2016), ma è diventata anche una star del web, con il top delle produzioni Do e Ig, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Grana Padano, Prosecco, Chianti e Barolo, campioni di like e condivisioni sui social, con 64 milioni di utenti coinvolti tra Instagram, Facebook e Twitter, ormai veri ambasciatori del made in Italy nel mondo, come rivela il rapporto 2018 Ismea-Qualivita sulle produzioni alimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg presentato oggi a Roma. Importante la crescita economica raggiunta dalle Indicazioni Geografiche, che se nel 2013 fatturavano infatti 5 miliardi, oggi superano i 15 miliardi, e dai 578 prodotti registrati a livello europeo si è arrivati a 822 su 3.036 totali nel mondo. L’export vola intanto a nuovi record, con il vino sempre sugli scudi: se il valore all’export del food Dop Igp Stg è di 3,5 miliardi, per una crescita del 3,5% sul 2016, quello del vino Dop e Igp nazionale è ancora più performante e raggiunge i 5,26 miliardi, per una crescita del 5,8% sul 2016. Grandi numeri anche sul valore alla produzione, con il settore food che sfiora i 7 miliardi (+3,3% sul 2016) ed il vino gli 8,3 miliardi (+2%). Per valore alla produzione, Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Prosciutto di Parma occupano, nell’ordine, il podio dei primi 15 prodotti Dop e Igp nel food, mentre nel vino comanda il Prosecco Doc, seguito dal Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e dal Delle Venezie Igp. Ma si dimostrano molto vivaci e in crescita realtà come Terre Siciliane Igp (al quinto posto, dietro l’Asti Dop, con una crescita del 29,9% sul 2016), Amarone della Valpolicella (sesto posto, +23,4%), Alto Adige Dop (settimo posto, +22,3%) e Valpolicella Ripasso (decimo posto, +35,9%). Nel Nord Italia continuano a concentrasi i distretti più rilevanti economicamente nel settore Ig, con il Veneto al top, seguito da Piemonte ed Emilia Romagna (insieme rappresentano il 60% del giro d’affari del settore) , mentre tra le province, la più ricca è quella di Parma. |
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Via i dazi doganali, con risparmi per oltre 112 milioni di euro annui a livello Ue: è solo uno degli importanti effetti che avrà l’accordo di libero scambio tra Ue e Giappone, il Jefta, che, dopo la ratifica europea, sarà attivo dal 1 febbraio 2019. Un accordo importante, per l’agroalimentare e anche per il vino italiano, hanno sottolineato Unione Italiana Vini e Agrinsieme. Tra le altre novità da segnalare, per il settore vitivinicolo, anche l’autorizzazione a pratiche enologiche fino ad oggi non riconosciute dalla normativa giapponese, la salvaguardia delle indicazioni geografiche, con 100 vini a Dop e Igp europei che avranno lo stesso livello di protezione previsto dalla normativa europea, e l’eliminazione di tutti i costi associati alla registrazione delle Ig italiane in Giappone per facilitarne la protezione. |
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Altro che calo dei consumi: gli italiani, negli ultimi 5 anni, hanno aumentato i loro consumi di vino dell’8%. A dirlo la Coldiretti, su dati dell’Oiv, nell’incontro “Mercati del vino e innovazioni in vigna”, promosso a Roma dal Comitato di Supporto alle Politiche di Mercato del Vino della Coldiretti, coordinato da Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, insieme al professor Attilio Scienza, dell’Università di Milano, e al dg di Ismea, Raffaele Borriello. Da cui, al di là dei dati, sono emerse evidenze e spunti. Dal fatto che per l’export sarà ancora record, ma solo grazie al Prosecco, mentre i vini fermi arrancano, ha ricordato il dg Veronafiere Giovanni Mantovani, sottolineando il ruolo primario di Vinitaly nella promozione del vino italiano, alla necessità di investire di più in comunicazione e mercati, perché “la qualità e l’eccellenza, che pur ci sono, non bastano più”, ha detto Cotarella, al bisogno di aprire all’innovazione, tanto sui vitigni resistenti, “sui cui c’è una questione politica, dopo che la scienza ne ha dimostrato la bontà”, ha sottolineato il professor Scienza, che nelle infrastrutture e nella viticoltura di precisione, come ricordato dal presidente di Coldiretti (e produttore di vino con Perla del Garda) Ettore Prandini. |
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La pastiera napoletana al primo posto, davanti al tiramisù, e alla carbonara: ecco il podio delle ricette più cercate del 2018 dagli italiani secondo l’analisi di Google Trends che, come ogni anno, riassume un anno di ricerche sul più importante motore di ricerca del mondo (che proprio oggi ha firmato con il Ministero delle Politiche Agricole un protocollo per promuovere gli agriturismi d’Italia). Con una curiosità in salsa enoica: nella categoria “biglietti”, i più cercati, dopo quelli della Lotteria Italia e quelli per Roma-Liverpool, sono stati quelli di Vinitaly. |
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Franciacorta, Abruzzo e, soprattutto, Sicilia: ecco le Regioni italiane protagoniste dell’ennesima classifica enoica di fine anno, ma questa volta non di un magazine specializzato. È la “The 50 Best Wines Under $50” di Bloomberg, la prestigiosa testata specializzata in economia e finanza, con i vini selezionati dalla wine editor, Elin McCoy. Che per il Belpaese ha selezionato il Franciacorta Rosé Brut 2012 della storica Barone Pizzini, il Montepulciano d’Abruzzo Spelt Riserva 2015 de La Valentina, uno dei nomi di riferimento della Regione, e poi un poker di vini della Sicilia, firmati da alcune della cantine più prestigiose del “continente enoico” siciliano, ovvero il Grillo Mozia 2017 Fondazione Whitaker di Tasca d’Almerita, il Santa Cecilia Nero d’Avola 2015 di Planeta, il Ben Ryé Passito di Pantelleria 2016 di Donnafugata ed il Frappato 2015 di Cos. |
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“Sulla qualità dei nuovi vitigni resistenti ormai non ci sono più dubbi. I problemi aperti sono altri. Il primo è che non si può pensare di rifondare la viticoltura italiana su 5 o 6 varietà resistenti, che sono tutti incroci con varietà del Nord, come Chardonnay e Pinot, ci vuole un progetto serio sui vitigni del Centro Sud. L’altro problema è quello della collocazione di queste varietà, perché attualmente sono ammessi solo per la produzione di alcuni IGT. In Francia l’Inao ha autorizzato le Denominazioni più importanti ad utilizzare fino al 10% di uve da vitigni resistenti”. |
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