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WineNews
N. 4.184 - ore 17:00 - Venerdì 28 Marzo 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Commissione Ue, ecco il “Pacchetto Vino”
Nuovi strumenti per prevenire e gestire le eccedenze, più flessibilità sulla gestione degli impianti, durata delle campagna di promozione nei Paesi terzi estesa da 3 a 5 anni, apertura della promozione dell’enoturismo ai Consorzi, etichettatura armonizzata, e non solo: ecco il “Pacchetto Vino” presentato, oggi, dal Commissario Ue all’Agricoltura Christophe Hansen (e anticipato, nei giorni scorsi, da WineNews). Un pacchetto (in approfondimento) che passerà da Consiglio e Parlamento Ue, ma che piace alle imprese, da quelle europee rappresentate dal Ceev, alla filiera italiana, nei commenti di Federvini, Unione Italiana Vini (Uiv) e Cooperative.
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Primo Piano
“The World’s Most Admired Wine Brands” 2025: Gaja n. 2 assoluto, e primo degli italiani
Gaja, simbolo indiscusso delle Langhe del Barbaresco e del Barolo, della famiglia Gaja, cantina guidata da Angelo Gaja con i figli Gaia, Rossana e Giovanni, e la moglie Lucia, è il miglior brand italiano (ed europeo) del vino mondiale, e n. 2 in assoluto, dietro al brand più ammirato, che è quello della cantina argentina Catena. È il verdetto della “The World’s Most Admired Wine Brands” 2025, la classifica stilata ogni anno dal magazine “Drinks International” e analizzata da WineNews, basata sui voti espressi da una “academy”, formata da 100 tra i più influenti wine writer, imprenditori dell’horeca, Master of Wine e non solo. Una classifica che vede il podio completato da uno dei nomi più importanti del vino di Spagna, La Rioja Alta, ma che, come sempre, vede anche una presenza importante dei grandi nomi del vino italiano. Al n. 4, infatti, c’è Antinori, storia e riferimento del vino italiano, guidata da Albiera Antinori con il padre Piero e le sorelle Allegra e Alessia, e l’ad Renzo Cotarella, che torna in classifica anche con uno dei suoi vini più iconici, il Tignanello (alla posizione n. 46.) In “Top 10” anche un altro marchio di livello assoluto del Belpaese, come Sassicaia della Tenuta San Guido, della famiglia Incisa della Rocchetta, che guida la storica tenuta bolgherese insieme al presidente di Tenuta San Guido, Alessandro Berlingieri, e con l’ad Carlo Paoli. Posizione n. 34 per un altro top brand del vino italiano, Frescobaldi, storica realtà guidata da Lamberto Frescobaldi, e gruppo che mette in classifica anche un altro gioiello dell’enologia tricolore, come Ornellaia. E, al n. 36, a portare in alto ancora una volta quella Sicilia che è ormai nel firmamento del grande vino mondiale, ecco Planeta, cantina che sotto la guida di Diego Planeta prima, e dei cugini Alessio, Francesca e Santi Planeta oggi, è stata ed è una delle grandi griffe del “rinascimento” enologico dell’isola. Ecco, dunque, l’Italia nella classifica dei 50 migliori marchi del vino mondiale (completa, in approfondimento), stilata guardando a fattori come “la qualità e la consistenza del vino”, il “rapporto qualità prezzo”, la forza delle azioni di “branding & marketing”, e altri fattori come la sostenibilità sociale e la “corporate responsability” delle aziende produttrici.
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Vino e dazi, il “peso” del blocco spedizioni
Non arretra la preoccupazione per i dazi al 200% su vini e alcolici Ue minacciati da Trump, che, ad oggi, sono solo una tetra prospettiva soprattutto per quanto riguarda l’export. Eppure, in attesa di conoscere gli sviluppi futuri, le prime conseguenze indirette si sono già iniziate a manifestare con il blocco degli ordini e delle spedizioni dall’Europa e dall’Italia. Secondo una stima della Consulta Vitivinicola dI Coldiretti, effettuata sulla base dei dati Istat delle vendite a marzo-aprile 2024, “il blocco delle spedizioni di vino verso gli Stati Uniti a causa dei timori legati ai dazi potrebbe costare 6 milioni di euro al giorno alle cantine italiane, con un danno economico immediato al quale rischia di aggiungersene uno a livello strutturale, con la perdita del posizionamento del prodotto sugli scaffali statunitensi”.
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Focus
“Il mercato delle aste sta cambiando”: parla Raimondo Romani
“Il rapporto qualità-prezzo è la vera forza del vino italiano, anche nel mercato delle aste. Un mercato che è cambiato: dobbiamo tornare ad invogliare gli appassionati che cercano l’affare. L’epoca della speculazione sui grandi vini è alle spalle: si sta tornando alla logica di chi cerca grandi bottiglie a prezzi interessanti per comprarle e berle, come fanno gli appassionati, non per investire”. Parola di Raimondo Romani, alla guida di Geraldini & Romani Wine Auction, la prima casa d’aste italiana specializzata in vino, ormai punto di riferimento del vino italiano ad Hong Kong, dove ha trovato casa stabile, e dove celebrerà, il 13 aprile, 20 anni di attività, con “The Perfect Provenance Auction”, asta dedicata ai grandi vini italiani con una provenienza perfetta, ovvero tracciabile dall’uscita dalla cantina ad oggi. Con Romani (l’intervista in approfondimento) che sintetizza: “semplificando, i Bordeaux sono considerati per i Boomers, la Borgogna “overpriced”, l’Italia “money for value” . In fondo le aste sono sempre state, ed a mio giudizio è bene che lo rimangano, il punto d’incontro tra domanda ed offerta per prodotti limitatamente disponibili, ma fungibili, del mercato secondario, e non solo una vetrina o uno strumento devoto ad alimentare la speculazione. Oggi, anche tra i “billionaires”, la parola d’ordine è sobrietà”.
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Cronaca
Le Anteprime dei vitigni autoctoni
Dall’“Anteprima del Ruchè di Castagnole Monferrato Docg” a Torino, con la nuova annata di uno dei vini-simbolo del Monferrato raccontato dai produttori del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato (31 marzo), a “Derthona Due.Zero” a Tortona, l’Anteprima della nuova annata del bianco che nasce dal vitigno Timorasso firmata dal Consorzio dei Vini Colli Tortonesi (29-30 marzo), ai “Vini delle Coste” italiane a Lucca (30-31 marzo), sono solo alcuni degli eventi segnalati nell’agenda WineNews con protagonisti i vitigni autoconi del Belpaese.
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Wine & Food
Francia, il Ministro Annie Genevard annuncia un fondo da 10 milioni per giovani viticoltori
La risposta del Governo francese per dare una mano ai giovani viticoltori, colpiti dai rischi climatici e dalle difficoltà economiche, è arrivata in un momento non facile per la prima potenza vinicola al mondo in valore, con l’ufficializzazione di una novità che vale 10 milioni di euro. Ad annunciarla è stata il Ministro dell’Agricoltura, Annie Genevard, in visita, nei giorni scorsi, nella Gironds, a Château de L’Hurbe. “Essere Ministro - ha detto Genevard - significa anche tendere la mano a chi si trova ad affrontare le maggiori difficoltà. In Gironda ho incontrato i nostri viticoltori che si trovano ad affrontare grandi sfide climatiche ed economiche. In questa occasione ho annunciato un fondo di emergenza di 10 milioni di euro per sostenere i giovani viticoltori e anche i vivai vitivinicoli. Sostenere i giovani agricoltori significa preservare il futuro”.
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Consorzio Vini di Romagna
WineNews.tv
Il mondo cambia, e con esso il modo di mangiare. Ma come sarà la cucina, tra 20 anni?
Le riflessioni di Chicco Cerea (Da Vittorio), Enrico Bartolini (Enrico Bartolini), Norbert Niederkofler (Atelier Moessmer), Ferran Adrià (El Bulli), Davide Oldani (D’O), Jeremy Chan (Ikoyi), Giovanni Luca di Pirro (La Torre-Como Castello Del Nero), Paolo Griffa (Al Caffè Nazionale), Moreno Cedroni (La Madonnina del Pescatore), Massimiliano Mascia (San Domenico), Marco Ambrosino (Sustanza), Stefano Guizzetti (Ciacco Lab), Riccardo Gaspari (SanBrite), Francesca Manunta e Giano Lai (Cosa Mangiamo Oggi) e Davide Rampello.
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