Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.362 - ore 17:00 - Venerdì 25 Febbraio 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Artémis Domaines, il comparto dedicato al vino di Groupe Artémis, la holding della famiglia Pinault, dopo gli investimenti a Bordeaux (Château Latour), Borgogna (Domaine d’Eugénie e Clos de Tart), Côtes du Rhône (Château-Grillet) e Napa Valley (Eisele Vineyard), sbarca in Champagne, entrando nel capitale di Jacquesson, di proprietà della famiglia Chiquet. La maison, diventata un punto di riferimento per gli amanti dello Champagne di tutto il mondo a partire dagli anni Duemila, con la svolta del “Manifesto dei 700”, con cui la griffe realizza ogni anno il miglior blend possibile, interpretando sempre lo spirito dell’annata, per Champagne ogni anno diversi, in 250.000 bottiglie. |
|
|
|
|
Nonostante la pandemia, o “grazie” ad essa e alle riflessioni sul tema della salute di persone e ambiente che ha amplificato, la sostenibilità, anche nel mondo del vino, è diventata sempre più importante, e centrale nelle strategie sia produttive che di mercato, che nelle analisi. Come quella del “Business Report”, firmato dall’Università di Geisenheim, presentato nel lancio della “Prowein 2022”, di Dusseldorf, la più grande fiera mondiale del vino, di scena dal 15 al 17 maggio 2022, con oltre 5.500 espositori da 60 Paesi del mondo, e l’Italia tra i principali Paesi per “dimensione” della presenza, con oltre 1600 realtà. “L’importanza particolare della sostenibilità per il settore vinicolo, è dimostrata dall’altissima quota di partecipazione di 3.000 esperti internazionali”, ha detto la professoressa Simone Loose, direttrice dell’Istituto del Vino e delle Bevande - “Institut für Wein-und Getränkewirtschaft” dell’Università di Geisenheim. “Tutto il settore affronta la sfida di adattarsi ai cambiamenti climatici e divenire allo stesso tempo ecologico e sostenibile nonché, convincere i clienti di tutto questo. Questo sarà possibile solo se l’industria unirà le sue forze ed i produttori di vino, i rivenditori e la gastronomia potranno trasmettere in modo credibile la sostenibilità”. Ma le incognite sono tante, perchè se il settore è uscito dalla pandemia in una situazione economica migliore del previsto, la redditività si è erosa. E, come spiega lo studio, solo aziende economicamente in salute possono investire nella sostenibilità. Che è economica, prima di tutto, ambientale e sociale, e va ben oltre il concetto del biologico, che ha comunque fatto da apripista. Non di meno, è forte la preoccupazione per l’aumento dei costi di energia e materie prime, che andranno trasferiti in qualche modo al consumatore. Che, peraltro, non sembra poi così disposto a pagare di più per un vino biologico o certificato sostenibile. Concetti generale che, ovviamente, sono avvertiti in maniera più o meno calzante da Paese a Paese, e percepiti in modo diverso tra chi il vino lo produce, e chi deve venderlo al consumatore finale. Fondamentale, però, per tutta la filiera, che si arrivi ad uno standard unico di certificazione della sostenibilità che, prima di tutto, si a credibile, per essere raccontato e spiegato al consumatore (l’analisi nell’approfondimento). |
|
|
|
|
La Cina, nel 2021, ha importato 1,5 miliardi di euro di vino (-13,3% sul 2020), per un totale di 424,3 milioni di litri, ed un prezzo medio di 3,54 euro al litro (-12%), come rivelano i dati delle Dogane cinesi analizzati dall’Oemv. Gli spumanti valgono 100,5 milioni di euro, l’imbottigliato 1,29 miliardi di euro, lo sfuso 86,5 milioni di euro. Il primo partner commerciale è ancora la Francia, che ha esportato 668 milioni di euro di vino in Cina (+38,6%), seguita da Cile (294 milioni di euro, +40%) e Italia (147 milioni di euro, +34,8%), con la Spagna poco lontano (130 milioni di euro), mentre crolla il vino australiano (-91%) dopo l’introduzione da parte del Governo di Pechino, a novembre 2020, di dazi sul vino che arrivano al 200%. Nel 2000 la Cina importava 32 milioni di euro di vino, e da quel momento la crescita media è stata del +20,1% a valore. |
|
|
|
|
|
Siccità, clima arido e cambiamenti climatici renderanno l’agricoltura sempre più difficile ed “eroica” e c’è chi rischia di pagare un prezzo più alto di altri. Uno studio dell’Università di Padova, pubblicato su “Nature Food” dimostra che, tra tre generazioni, il cambiamento climatico provocherà un’espansione di zone a clima arido con condizioni di scarsità idrica. I più penalizzati da questi mutamenti saranno i paesaggi agricoli in forte pendenza, i luoghi di agricoltura eroica e di grande valore storico culturale. Ce ne sono tanti, anche in Italia, basti pensare alla viticoltura eroica sulle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, o alle “marogne” del Soave e della Valpolicella, o ancora ai vigneti “arrampicati” sui terrazzamenti della Valtellina (nella foto), o della Liguria nelle Cinque Terre, o ancora, per scendere al Sud, ai vigneti ad alberello di Pantelleria, scaldati dal sole e sferzati dal vento, per citarne alcuni. Nel dettaglio, secondo lo studio illustrato dal professor Paolo Tarolli, “tra ottant’anni la percentuale dei terreni agricoli di collina e montagna delle zone tropicali saliranno al 27% e quelle aride al 16%: sostanzialmente il doppio di oggi. Mentre nelle regioni fredde si osserverà una riduzione di terreni agricoli di collina e montagna dall’attuale 28% al 13%, mentre in quelle temperate si passerà dal 46% al 44%”. |
|
|
|
|
|
Tracy Eboigbodin, cameriera di 28 anni di Verona, Carmine Gorrasi, studente di 18 anni di Montecorvino Pugliano (Salerno), Christian Passeri, studente di 20 anni di Bosconero, e Lia Valetti, bancaria di 30 anni di Bardolino: ecco i “Fantastici 4” che, dopo la semifinale di ieri sera, si sfideranno per la corona di miglior chef amatoriale nella finalissima di MasterChef Italia n. 11, il popolare talent show culinario prodotto da Sky con Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli. |
|
|
|
|
Mentre si consuma la tragedia della guerra e la Russia avanza in Ucraina, con l’esercito di Putin alle a Kiev, sono ormai in arrivo le sanzioni da parte dell’Unione Europea verso il Cremlino. Che colpiranno soprattutto la finanza ma che, come ha detto oggi il premier Mario Draghi, avranno ripercussioni anche sulla nostra economia, a partire dal gas. Ma intanto, già si vedono i rialzi su grano, soia, mai e altre materie prime, sottolinea Cai – Consorzi Agricoli d’Italia, mentre Coldiretti punta il dito sull’aumento monstre di fertilizzanti e concimi, che mettono a rischio raccolti e “sovranità alimentare”. Mentre la Confagricoltura chiede al Governo un “piano di emergenza per il settore agroalimentare, coordinato dalla Commissione europea” (tutti i numeri ed i commenti in approfondimento). |
|
|
|
|
|
“La storia dell’ultimo mezzo secolo è la storia del “Rinascimento” del vino italiano, e un esempio di come un comparto importante della nostra agricoltura possa rendersi autonomo ed autosufficiente, con un atteggiamento virtuoso che si potrebbe estendere anche ad altri comparti agricoli. È una speranza, in un momento in cui le esigenze del pianeta chiedono a tutti comportamenti virtuosi e di rispetto per l’ambiente, per cui il vino rappresenta un punto di riferimento”. Così, a WineNews, il fondatore Slow Food, Carlo Petrini, aspettando “Sana Slow Wine Fair” (Bologna, 27-29 marzo). |
|
|
|
|