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WineNews
N. 4.217 - ore 17:00 - Martedì 13 Maggio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti,
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La News
Il Carapace compie 20 anni
Un unicum che fonde architettura, scultura e vino, punto di riferimento per il turismo enologico italiano e internazionale: sono passati 20 anni da quando, nel 2005, Arnaldo Pomodoro immaginò il Carapace, la prima cantina-scultura al mondo, progettata per le Tenute Lunelli nel cuore dell’Umbria. Un pezzo unico che celebra una storia di bellezza e passione, meta imperdibile per tutti coloro che ricercano esperienze autentiche, in cui arte, natura e saper fare italiano si fondono. La forma richiama il carapace di una tartaruga, simbolo di longevità che accomuna l’opera al Montefalco Sagrantino, noto per la sua straordinaria capacità di invecchiamento.
Approfondimento su WineNews.it
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Primo Piano
“Comunicare il consumo responsabile” di vino e alcol: i giovani parlano ai giovani
Il mercato del beverage “fuori casa” in Italia vale oltre 100 miliardi di euro al consumo, ed i giovani dai 23 ai 34 anni ne rappresentano il 20% in valore. Tra i loro gusti, quando si parla di bevande alcoliche, i preferiti sono cocktail e spirits (24%), altre bevande alcoliche (18%), birra (17%), e solo in coda vengono spumanti (16%) e vino fermo (13%). E quando si parla di vino, il prezzo e la sostenibilità che sono i primi driver di scelta (che il 95% di loro fa in autonomia, mentre solo il 5% chiede consigli a ristoratori e baristi), davanti al vitigno, mentre abbinamento con il cibo e territorio di provenienza vengono in coda ai criteri che contano secondo loro. Giovani che, dunque, hanno un approccio al vino diverso dalle generazioni precedenti, e che sono anche i più titolati a parlare ai loro coetanei di concetti importanti, come quello del bere moderato e responsabile. Riflessione da cui nasce l’iniziativa “Comunicare il consumo responsabile”, promossa da Federvini (e di cui il professor Alberto Mattiacci è il responsabile scientifico), in collaborazione con Università Sapienza di Roma, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Università di Firenze e Università di Verona, che, oggi, a Roma, ha premiato le migliori progettualità degli studenti delle quattro accademie (in approfondimento), tra le quali sarà poi selezionata quella che rappresenterà l’Italia alla finale del contest europeo il 19 novembre a Bruxelles. “Federvini ha sempre attribuito grande rilievo a questa iniziativa”, ha affermato la presidente Federvini Micaela Pallini, spiegando che “investire nel dialogo con i giovani, con il mondo accademico, significa contribuire attivamente alla diffusione di una cultura del consumo consapevole, fondata sull’informazione e sulla responsabilità individuale”. “Iniziative come questa dimostrano quanto il nostro comparto sia pronto a fare la sua parte lavorando con le nuove generazioni per diffondere l’educazione verso i valori di consapevolezza e moderazione - ha dichiarato Cristina Mariani May, Ceo di Banfi Wines Usa, casa madre che guida anche Banfi, una delle tenute vinicole più importanti d’Italia e del territorio del Brunello di Montalcino - progetti come questo sono la miglior risposta per riaffermare il ruolo positivo del nostro settore su scala globale”.
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Ancora alte le giacenze del vino italiano
Scendono ancora, ma pur continuando a restare alte, ben oltre il quantitativo di una vendemmia media, le giacenze di vino italiano, che, al 30 aprile 2025, erano di 49,7 milioni di ettolitri (-0,5% sulla stessa data 2024) e inferiori del 5,9% sul 31 marzo 2025. Un dato a cui vanno aggiunti i 3,5 milioni di ettolitri di mosti (-14,1%) e 116.749 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (+82,9%). È la fotografia scattata, nell’aggiornamento del report “Cantina Italia” by Icqrf, pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura. I trend sono quelli “storici”: il 58,5% del vino è, infatti, detenuto nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto; il 55,2% del totale del vino detenuto è a Dop, il 25,9% a Igp, mentre il resto è costituito da vini varietali (1,4%) e generici (17,5%) con le prime 20 tra Dop e Igp (su 526) che fanno il 57,6% delle giacenze.
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Focus
“Envisioning2035 Wine (R)evolution”, un manifesto per il futuro
Affrontare i temi caldi del mondo del vino, dalla creazione del valore alla gestione del climate change, dai cambiamenti di mercato al rapporto alcol-salute, passando però dalla teoria alla pratica, mettendo nero su bianco idee da realizzare, o quanto meno capaci si stimolare una riflessione tra gli addetti ai lavori, e non solo, che porti ad azioni il più possibile concrete: sono gli obiettivi del summit “Envisioning2035 Wine (R)evolution - Piano strategico per il vino italiano”, che sarà di scena l’11 giugno alla Terrazza Belvedere di Palazzo Regione Lombardia a Milano, promosso da FreedL Group, una multinazionale italiana a conduzione familiare, fondata da Edoardo Freddi nel 2018 ed Ettore Nicoletto, manager di lungo corso del mondo del vino e tra i promotori, negli anni scorsi, di “Vision 20/30”, “think tank” da cui, in forma più leggera e operativa, prende appunto le mosse “Envisioning2035 Wine (R)evolution”, come spiegato, a WineNews, dallo stesso Edoardo Freddi. Con esperti di tanti settori (in approfondimento). “Il vino italiano ha bisogno di un momento strutturato di riflessione collettiva. Come imprenditori, sentiamo la responsabilità di facilitare il confronto e stimolare una visione condivisa, che guardi oltre le singole aziende e punti al rafforzamento competitivo del nostro sistema Paese”, dice Freddi.
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Cronaca
Catalogna, Freixenet si ristruttura
Il climate change e le incertezze del mercato possono provocare delle conseguenze anche occupazionali. E in Catalogna, la patria del Cava, a causa delle condizioni meteorologiche impattanti che colpiscono l’area da anni, c’è chi si vede costretto a reagire, ristrutturandosi. È il caso di Freixenet (di proprietà del gruppo Henkell), il più grande produttore di vino spumante catalano: come riporta Vitisphere, ad aprile 2025, Freixenet ha annunciato un piano sociale che potrebbe coinvolgere quasi un quarto della sua forza lavoro (180 persone).
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Wine & Food
La Romania è il Paese europeo con più cantine per numero di abitanti. L’Italia è n. 9
L’analisi, nel mondo del vino, non può fare a meno dei numeri. E se spesso ci si concentra sugli aspetti “macro”, dall’export ai consumi, dalle importazioni alle fasce di età dei wine lovers, può essere interessante anche “fare luce” anche su aspetti meno battuti, come, ad esempio, il rapporto tra la popolazione e il numero di aziende vitivinicole. A vincere, in questa speciale classifica, è la Romania: secondo l’American Association of Wine Economists (Aawe), grazie a 44 aziende vitivinicole ogni 1.000 persone, la Romania è il Paese con più cantine per numero di abitanti, secondo i dati Eurostat. Al n. 2 c’è la Grecia (18,1), al n. 3 la Slovenia (13,6), e, a seguire, Cipro e Portogallo (11,1), Spagna (10,2), Croazia (8,2), Bulgaria (6,4) e Ungheria (2,7), a chiudere una “top 10” in cui c’è anche l’Italia al n. 9 (con 5,1 aziende vitivinicole ogni 1.000 persone).
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WineNews.tv
“L’impatto reale dei dazi Usa è ancora da capire, l’incertezza pesa su produttori e mercato”
A WineNews Micaela Pallini, presidente Federvini. “C'è il rischio concreto che gli operatori di mercato applichino dei rincari dei prezzi, anche se non ne ricevono dai produttori. Ma non dimentichiamo il tema “alcol e salute”, che resta centrale per il futuro del settore. Il tema del consumo responsabile è fondamentale, va inquadrato in un discorso ampio. L'impatto del nuovo Codice della Strada sui consumi? Dai dati di TradeLab è emerso che più della metà delle persone ha capito male le cose, i limiti di consumo sono rimasti gli stessi, chiediamo una migliore comunicazione”.
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