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N. 4.221 - ore 17:00 - Lunedì 19 Maggio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Andiamo meno a mangiare al ristorante, ma quando lo facciamo spendiamo di più. È il quadro disegnato da Circana, azienda specializzata nell’interpretazione dei comportamenti dei consumatori, che ha analizzato i dati sul traffico nella ristorazione europea nel primo trimestre 2025. Se, infatti, la quantità, in termini assoluti, di persone che vanno a pranzo o a cena “fuori” è diminuita dell’1% sullo stesso periodo 2024, la spesa - nonostante il calo della clientela - è aumentata dell’1%, trainata da un aumento dello scontrino medio individuale. E in Italia sulla vendita di bevande all’ingrosso pesa il Codice della strada: -4% a febbraio 2025 rispetto a un anno fa. | |
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| | Un ritorno al passato indietro sui livelli di prezzo del 2013-2014, in molti casi, o comunque, per molti Chateaux importanti, ai prezzi di rilascio più bassi degli ultimi 10 anni: il percorso al netto ribasso della campagne “en primeur” di Bordeaux, sulla vendemmia 2024, è ormai evidente e segue a ruota quello che lo scorso anno, sulla produzione 2023, ha visto ribassi in moltissimi casi tra il -30% ed il -40%. Un trend forse leggermente meno intenso, ma, comunque, forte, con ribassi, spesso, di oltre il -20%, che, da una delle regioni comunque più influenti ed importanti del vino al mondo per valori e blasone (ed anche per la capacità di durare nel tempo delle sue migliori etichette), danno un segnale chiaro al mercato del vino mondiale: se si vuole tornare a vendere più bottiglie, anche nelle fasce di prezzo medio-alte, i prezzi devono scendere. Dopo i primi “big” a parlare che sono stati, già da qualche settimana, come Chateau Lafite Rotschild (uscito a 240 euro a bottiglia ex-chateau, il -27,2% sul 2023, tornando di fatto ai prezzi del 2013-2014) e Angelus (-30,2%, per 150 euro a bottiglia ex-chateau), alle voci grosse si sono aggiunte quelle di Chateaux Cheval Blanc, per esempio, che ha fissato il prezzo della 2024 a 276 euro a bottiglia ex-negociant, il più basso da oltre 10 anni, e di 3.300 sterline per una casa da 12 bottiglie sulla piazza di Londra, il 29,5% sul prezzo della 2023. Stessa strategia di un altro nome di primissimo piano come Chateau Mouton Rothschild, a 252 euro a bottiglia ex negociant, prezzo più economico dal 2014, e 3.042 sterlina a cassa dai wine merchant londinesi, con un -25,2% sul 2023. A tagliare i prezzi, magari di qualche punto percentuale in meno, sono anche tanti altri nomi celebri del panorama bordolese dalle quotazioni più abbordabili, come Lynch-Bages, Haut-Bataillery, Montrose, Leoville Barton, Carmes Haut-Brion, Cos d’Estournel, Pichon Baron, Rauzan Segla e Lascombes, per citarne solo alcuni esempi. Mentre, dai rumors dei media internazionali, emerge che, nonostante i ribassi, il sentiment del mercato è ancora piuttosto “prudente”, per usare un eufemismo. In attesa degli ultimi rilasci, che difficilmente cambieranno lo scenario, prima di una analisi definitiva della campagne “en primeur” che, però, da anni, segna il passo. | |
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| | L’Osservatorio di Unione Italiana Vini (Uiv) rileva che il “mercato globale del vino italiano” è “in forte contrazione nel primo trimestre dell’anno. Una spirale negativa che oggi si riflette anche nei dati export”. Per l’Uiv, “l’export verso i Paesi extra-Ue ha chiuso il primo trimestre con volumi in calo tendenziale di quasi il 9% (-0,1% il valore) nonostante il +4% degli Usa (che, però, chiude marzo in frenata)”. Per il presidente Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, “negli ultimi sei mesi abbiamo assistito ad un apparente paradosso: le spedizioni italiane verso gli Stati Uniti sembravano reggere o addirittura crescere in alcuni comparti, ma i dati reali sui consumi raccontano un’altra storia. La corsa pre-dazi ha illuso i mercati ma i consumi finali sono in calo o nella migliore delle ipotesi stagnanti”. | |
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| | | Nel calice, la complessa vendemmia 2024 e la ancor più difficile (e scarsa) 2023 per le versioni riserva, che hanno dimostrato però, la vocazione antica del vitigno e la capacità di produttori e Consorzio di gestire le operazioni di vigna e di cantina. Intorno, tutta la bellezza e la storia di San Gimignano, che ha celebrato il suo legame plurisecolare con la sua Vernaccia, vitigno autoctono tra i più antichi d’Italia, che ha legato le sue sorti a quelle della “New York del Medioevo”, la città delle torri che è tra le mete più visitate d’Italia, al punto da vederne sovrapposte la storia e la fortuna: dall’eccezionale successo internazionale del Medioevo e del Rinascimento - testimoniato dalle citazioni di “firme” come Dante, Boccaccio, Francesco Redi, Cecco Angiolieri, Lorenzo Il Magnifico, Vasari, Deschamps e Chaucer, e dalla presenza sulle tavole di Papi e Re di tutta Europa - al successivo lungo periodo di declino perdurato sino all’epoca moderna quando, dalla seconda metà del Novecento, entrambe hanno saputo rinnovarsi e ripartire con slancio, riconquistando una nuova, meritata attenzione. Un legame celebrato, nei giorni scorsi, a “Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano Wine Fest”, il Festival voluto dal Consorzio della Vernaccia, guidato da Irina Strozzi, insieme al Comune (in approfondimento i nostri migliori assaggi). | |
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| | | “Le macchine del vino” by Carpineto è il primo museo aziendale privato ad entrare nella Fondazione Musei Senesi, una delle istituzioni culturali più importanti del panorama museale del territorio, che riunisce oltre 50 musei: si trova nella tenuta al confine tra la terra del Vino Nobile di Montepulciano e Chianciano Terme, e nasce da un’idea di Antonio Mario Zaccheo, che, con Giovanni Carlo Sacchet, nel 1967 ha fondato Carpineto. Dal lavoro in vigna a quello in cantina, il museo è un viaggio “raccontato” da 180 oggetti tra macchine enologiche e utensili, e non solo. | |
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| | Lo spettro dei dazi e le guerre commerciali non fermano l’export agroalimentare made in Italy, che nei primi tre mesi 2025 fa registrare un nuovo aumento del 6%, il doppio rispetto al dato generale di tutti i settori. A dirlo un’analisi Coldiretti e Filiera Italia su dati Istat, con il cibo italiano che punta a superare il record nelle esportazioni fatto segnare nel 2024, quando è stata raggiunta quota 69,1 miliardi di euro. E mentre il Presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che invierà delle lettere a diversi Paesi per comunicare i nuovi dazi, le vendite dell’agroalimentare proprio negli Usa sono salite dell’11%. “Se riusciremo a colmare il gap infrastrutturale e rimuovere i tanti ostacoli commerciali - spiega Coldiretti - sarà possibile portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi di euro nel 2030”. | |
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| | | A WineNews Emanuele Rabotti, nuovo presidente del Consorzio del Franciacorta, che tutela uno dei territori top della spumantistica italiana. “La Franciacorta nasce 60 anni fa, il Consorzio 35 fa, e mio padre, Paolo Rabotti, fu tra i fondatori. Uno dei suoi insegnamenti è stato “io sono se noi siamo”, e grazie al lavoro e all'impegno di tanti Franciacorta oggi è un brand di prestigio, è il nome di un territorio, di un vino e di un metodo, e dobbiamo tutelarlo e valorizzarlo ancora. E farlo crescere, in Italia e all’estero”. | |
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