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N. 2.893 - ore 17:00 - Mercoledì 5 Maggio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La piccola, ma ricca, Olanda, è il nono importatore di vino al mondo, sesto per i vini fermi italiani, con un giro di affari di 125,7 milioni di euro nel 2019 (+17,1% sul 2018), cui vanno aggiunti i 19,8 milioni di euro di sparkling. Con l’Italia sugli scudi nei ristoranti di Amsterdam: secondo l’analisi MiBd, nella top 15 dei territori più presenti delle carte dei vini, ci sono la Toscana, al secondo posto assoluto, dietro alla Rioja, seguita da Barolo e Chianti Classico, da Barbaresco e Amarone della Valpolicella. I top brand, nell’ordine, sono Ornellaia, Marchesi Antinori, Allegrini, Gaja e Barone Ricasoli. |
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Tutto il mondo è in piena emergenza Covid. Ma se in alcuni Paesi, nel bene e nel male si agisce, e per le aziende agricole, i soldi per affrontare la crisi sono già arrivati, in altri, come l’Italia, le prime misure messe in campo non funzionano, frenate dalla burocrazia, e quelle della seconda ondata, ancora, non si conoscono, in attesa che la mediazione politica faccia il suo corso. “Ma è necessario agire e subito, e in modo chiaro, a sostegno delle imprese. La pandemia deve essere l’occasione per rivedere dal profondo e davvero la burocrazia”. A dirlo Piero Antinori uno dei grandi nomi del vino italiano, guida della prima cantina privata del Paese, nella tavola rotonda virtuale promossa da Assoenologi, guidata da Riccardo Cotarella. “In Usa il Governo ha dato fondi alle imprese agricole, pari al costo del personale per due mesi. Un mutuo, che diventa una sovvenzione se dimostri, nei due mesi successivi, di aver mantenuto immutati i livelli occupazionali”, ha detto Antinori. “Abbiamo chiuso un’intesa con le Regioni per la distillazione volontaria, da finanziare con 50 milioni di euro presi dai fondi europei. Parliamo anche di distillazione volontaria per Dop e Ipg, da finanziare con altri 100 milioni di euro. Ma nel Governo le decisioni di prendono in modo collegiale, vedremo”, ha ribadito il Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova. Ancora, però, niente di certo. Ma la priorità, di oggi e domani, è il taglio della burocrazia, che frena anche le misure di emergenza, tanto che “ad oggi, in tutta Italia solo 57.000 persone hanno avuto accesso alla Cassa Integrazione”, ha ricordato il giornalista e produttore Bruno Vespa. Un messaggio su tutti, dunque, mentre si guarda alla Cina che sta ripartendo, ha ricordato Silvana Ballotta di Business Strategies, ma anche a “sostenere l’enoturismo, perché oggi tra le motivazioni di viaggio Brunello batte Colosseo”, ha detto provocatoriamente la produttrice Donatella Cinelli Colombini. E mentre si riflette su una comunicazione da rinnovare, hanno ricordato il critico Luca Gardini ed il giornalista Luciano Ferraro del “Corriere della Sera”, arriva la proposta di Daniele Colombo, wine & spirit manager di Esselunga: “portare l’iva sul vino al 4% per il periodo dell’emergenza aiuterebbe la filiera”. Ma sarà più facile arrivare ad un vaccino per il Coronavirus. |
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Stoccaggio, distillazione di crisi, taglio delle rese, maggior promozione nei mercati del mondo ma anche in Italia, e non solo: sono tante le proposte messe nero su bianco da Piemonte Land, il coordinamento dei Consorzi del vino del Piemonte, guidato da Filippo Mobrici, per superare la crisi legata al Coronavirus, e per cercare di anticipare un futuro quanto mai incerto. Una serie di idee e misure pensate per il Piemonte ma che, ovviamente, possono valere per tutte le Regioni ed i tanti territori del vino, in ginocchio per la chiusura dei ristoranti, le esportazioni in frenata ed il calo complessivo dei consumi. “Chiediamo misure straordinarie per superare questo periodo - commenta Mobrici - e preparare il terreno per il futuro rilancio del comparto. Fin da ora dobbiamo pianificare una grande azione promozionale per rilanciare i nostri vini nel mondo”. |
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Il trend, nel mercato del collezionismo, è sempre quello: l’Italia che, sostanzialmente, tiene, e guadagna quote di mercato su una Francia che, pur rimanendo leader, continua a scendere. A dirlo i dati aggiornati al 30 aprile 2020 della piattaforma di riferimento Liv-Ex. Se nell’ultima settimana, tra i 5 vini del mondo che hanno mosso più valore ci sono il Brunello di Montalcino Riserva 2012 Biondi Santi ed il Barolo Monfortino Riserva 2013 di Giacomo Conterno (dietro soltanto a nomi come Penfolds Grange , Petrus e Chateau Latour), nel complesso, il Belpaese, ha rappresentato il 22% del mercato ad aprile. Un dato che fa si che, con un +3,1% negli ultimi 12 mesi, l’Italy 100 - formato dalle ultime 10 annate fisiche dei grandi Supertuscan, ovvero Sassicaia, Masseto, Ornellaia ed il “trittico” della famiglia Antinori (Solaia, Tignanello e Guado al Tasso), e ancora da diverse annata di Sorì San Lorenzo, Barbaresco e Sperss di Gaja e del Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno - sia l’unico in crescita insieme allo Champagne 50 (+1,6%). Sebbene il mese di aprile, abbia visto il primo segno negativo dell’anno (-0,8%), che porta in terreno negativo anche l’Italia, nel 2020, seppur di un modesto -0,2%. Molto meglio, comunque, dei cali tra il -2,6% ed il -4,6% degli indici dedicati ai grandi vini di Bordeaux e Borgogna. |
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Il 59% delle aziende alimentari ha dichiarato di aver subito un calo della produzione rispetto ad una situazione di normalità, con punte, per una azienda alimentare su 4, di almeno il 30%. Il 60% delle imprese stima un calo del fatturato per il 2020, che, per quasi un intervistato su 4, sarà superiore al 20%. Solo il 7% degli intervistati ritiene che attraverserà la crisi senza conseguenze. A dirlo una ricerca sull’impatto del Coronavirus nel settore, firmata dall’Università di Roma 3 per Unione Italiana Food, che rappresenta 450 imprese di oltre 20 settori merceologici. |
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Gestire la crisi Coronavirus come se fosse una nuova opportunità di cambiamento. Obiettivo difficilissimo, ma ambizioso. Che chiama in causa le imprese, le istituzioni, i Consorzi ed il sistema vino nel complesso, chiamato a lavorare “affinché non vengano vanificati 40 anni di intenso e proficuo impegno di tanti operatori di settore”. Pianificando e reagendo, e soprattutto non cedendo ad una guerra sui prezzi, che distruggerebbe valore, rendendo ancora più difficile la ripartenza. È, in estrema sintesi, il pensiero di Domenico Scimone, ad della storica Carpenè Malvolti, e tra i manager più esperti del mondo del vino. Che parla da uno dei territori che ha retto meglio, fino ad oggi, a questa crisi epocale, quello del Prosecco Docg che (come tutta la galassia Prosecco) ha chiuso un 2019 da record, con un fatturato a 524 milioni di euro (+1,2% sul 2018). |
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A WineNews la visione di Oscar Farinetti: “dopo le epidemie del 300 l’Italia ha vissuto il suo Rinascimento prendendo il meglio delle energie e delle risorse che aveva. Dobbiamo farlo anche noi oggi, facendo un passo in più. In futuro vincerà il vino che più sicuro e pulito. E quello italiano è già il migliore del mondo. La crisi? Oggi dobbiamo sopravvivere, e finché non arriveranno i sostegni e soprattutto il vaccino, sarà dura. Poi, però, credo in una grande ripartenza”.
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