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N. 4.091 - ore 17:00 - Venerdì 15 Novembre 2024 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | É il Cabernet Sauvignon Puente Alto Puente Alto Vineyard 2021 di Viña Don Melchor, realtà indipendente ma riferibile alla galassia di Concha y Toro, il “Wine of The Year”, il n. 1 al mondo secondo la “Top 100” di “Wine Spectator”, la classifica più influente sul mercato, che ha incoronato, dunque, il vino cileno come “successore” del Brunello di Montalcino 2018 di Argiano, al top nel 2023. Due, quindi, gli italiani in “top 10”, ovvero un mito del vino italiano come il Tignanello 2021 di Antinori, al n. 3 (e già al n. 5 nel 2022, con l’annata 2019), ed un grande alfiere delle Langhe come il Barolo Albe 2020 di G.D. Vajra, al n. 9. | |
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| | Arriva a 5,17 miliardi di euro l’export del vino italiano nei primi 8 mesi del 2024, in crescita del 4,6% sullo stesso periodo 2023 e migliorando di fatto l’ultima rilevazione mensile, riferita a luglio (+4,1%). Positivo anche il dato per quanto riguarda i volumi, con 1,41 miliardi di litri, quasi il 3% in più rispetto a 12 mesi fa. A dirlo sono i dati Istat, analizzati da WineNews, a dimostrazione di un settore che, nonostante le note criticità, continua a mantenere il segno positivo, e quindi la fiducia, in un periodo storico che richiede di mantenere i piedi ben piantati in terra. Ancora una volta gli Stati Uniti si confermano il primo mercato per il vino italiano, con valori in crescita del 7,8% per 1,25 miliardi di euro, a dimostrazione di un feeling solido e un giro di affari ben superiore rispetto a quello generato con gli altri partner. Bene anche la Germania, primo sbocco continentale per il vino italiano, ad un passo dai 765 milioni di euro e che segna +4,5% nei primi 8 mesi 2024 sul 2023; una crescita che, invece, non accompagna la Gran Bretagna (-0,3%), che scende a 519,9 milioni di euro. Anche la Svizzera prosegue la propria discesa tra i principali mercati in valore (-3,1%), importando per 252,5 milioni di euro e facendosi sorpassare dal Canada, che conferma il proprio trend positivo (+3,6%), salendo a 254,3 milioni di euro. In leggero calo sono la Francia (-1,2%), prima potenza mondiale del vino in valore, che segna 201,1 milioni di euro, e anche il Belgio (-1,3%), che si ferma a 140,3 milioni di euro. Buona, invece, la risposta che arriva dai Paesi Bassi che migliorano di quasi il 7% per 159,2 milioni di euro, così come quella della Danimarca (+6,4% pari a 97,2 milioni di euro), e, soprattutto, dell’Austria con un miglioramento a doppia cifra (+16%) per un valore di 104,5 milioni di euro. E poi c’è la Russia che continua a stupire con performance notevoli, +70,1% sul medesimo periodo 2023, con l’import salito a 153,9 milioni di euro, continuando di fatto a scalare posizioni tra i mercati più importanti. Guardando ad Oriente, invece, la situazione è in chiaroscuro: la Cina continua ad allontanarsi dal vino, precipitando a 57,1 milioni di euro (-10,4%), il Giappone risale la china (+2,6%) con 129,4 milioni di euro in valore. Anche la Corea del Sud (-3,8%) perde terreno, andando sotto la soglia dei 33 milioni di euro. | |
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| | Il Brunello di Montalcino è uno dei vini top del Belpaese, che vede il suo successo sancito soprattutto dall’export, con il mercato a stelle e strisce a recitare il ruolo di traino principale. E in un contesto generale di contrazione delle vendite di vino - le performance globali a volume e valore mostrano segni negativi rispettivamente a -8% e -7% - il Brunello chiude i primi nove mesi 2024 con un tendenziale in crescita del 5% a volume e dell’1% a valore (dati Osservatorio Uiv su base SipSource, vedi focus). In questa situazione, arriva la presentazione del Brunello di Montalcino 2020, che disegna in qualche misura uno scenario confortante. Almeno a giudicare dal risultato nel bicchiere, con vini intriganti, caratterizzati da finezza e bevibilità (in approfondimento i migliori assaggi dello staff di WineNews). | |
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| | | Fondata dal sommelier Daniel Johnnes, mission de La Paulée, in linea con lo spirito de La Paulée de Meursault, la festa di fine vendemmia più antica di Borgogna, da cui nasce, è riunire i migliori vini di cantine top per far vivere ai wine lovers esperienze indimenticabili. E, ora, accanto ai prestigiosi incontri che firma, dalla Borgogna a New York, e non solo, ha annunciato il lancio del “Convivio del Vino”, nuovo evento dedicato al vino italiano a New York (3 maggio 2025) con il wine critic Jeff Porter e cantine come Emidio Pepe e Burlotto, da Graci a Occhipinti, Foradori, Le Macchiole, Petrolo, Istine, da Le Ragnaie a Castello di Solomeo. È qui che, in questi giorni, Brunello Cucinelli ha ospitato proprio La Paulée: a Solomeo, dove lo stilista produce anche vino (9.000 bottiglie, con l’enologo Riccardo Cotarella, in vendita con Fine+Rare), e dove si sono riuniti nomi come Johnnes, Jacky Rigaux, Marco Simonit, i critici Monica Larner (“Robert Parker Wine Advocate”), Robert Camuto (“Wine Spectator”) e Antonio Galloni (“Vinous”) e vignerons come Saskia de Rothschild (Château Lafite Rothschild), Guillaume d’Angerville (Domaine Marquis d’Angerville), Pierre-Henry Gagey (Louis Jadot), Olivier Krug e Pierre Lurton (Château d’Yquem), e il tristellato chef Michel Troisgros (con WineNews, ospite d’eccezione). | |
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| | | 438 “pieces”, ovvero botti, in asta “en primeur”, con l’annata 2024 dei vini di Borgogna, che pare destinata ad essere una di quelle storiche, e la “Pièce des Présidents”, pezzo unico da 228 litri, una Cuvée di Beaune Premier Cru Les Bressandes che andrà a finanziare le attività di due grandi associazioni come “Medicins Sans Frontieres” e la “Global Gift Foundation”: il 17 novembre torna l’asta dei vini degli Hospices de Beaune n. 164, tra le più longeve e ricche aste charity del mondo, il cui ricavato finanzia il lavoro degli “Hospices Civils de Beaune”. | |
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| | Se le tendenze dei consumi di vino vanno al ribasso, lo stesso non si può dire per la storica cantina dell’ospitalità del Governo britannico. Nel periodo 2023-2024, infatti, l’utilizzo totale è aumentato di circa il 4%, arrivando a 2.813 bottiglie di vino e liquori rispetto alle 2.713 utilizzate nel 2022-2023). Una crescita progressiva anche se sono lontane le cifre del passato, come le 3.336 bottiglie del 2019-2020, anno pre-pandemia. Da sottolineare l’aumento del costo medio per bottiglia, passato da 17,28 a 24,66 sterline. I vini britannici continuano a costituire la maggior parte delle bottiglie utilizzate, ma mantengono prestigio ed importanza i vini francesi, Bordeaux e Borgogna in primis. L’Italia sembra una grande assente, ma nella categoria dei vini da ricevimento è presente il Valpolicella di Allegrini (annate 2016 e 2018), uno dei nomi più importanti del vino italiano nel mondo. | |
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| | | A WineNews, le riflessioni di Matilde Poggi, presidente Cevi - Confederation Europeenne des Vignerons Independants. “Ci sono visioni diverse, tra i vignaioli indipendenti dei diversi Paesi, su alcune tematiche, come quella del ricorso agli espianti per riequilibrare il mercato. Perché ognuno ha esigenze diverse: quello che vorremmo è avere un paniere di misure a cui attingere in maniera flessibile. Ma il calo dei consumi è congiunturale, ci sono le guerre, il pericolo dei dazi di Trump, il cambiamento climatico: la preoccupazione è tanta, lavoriamo per non essere spazzati via dal mercato”. | |
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