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N. 2.925 - ore 17:00 - Venerdì 19 Giugno 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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50 milioni di euro: è il budget che sarà a disposizione dei produttori di vino per la distillazione di vini generici, mirata a smaltire un po’ di scorte che rischiano di rimanere in cantina a causa dell’impatto del Covid. Risorse che, vale la pena precisarlo, non sono aggiuntive rispetto a quanto già previsto dal Piano Nazionale di Sostegno, ma che arrivano da quanto non si è potuto o non si è riusciti a spendere dalle altre misure come la promozione, la ristrutturazione e così via. In ogni caso, proprio in queste ore è arrivato il via libera della Conferenza Stato Regioni al decreto delle Politiche Agricole. |
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Con il mondo in pandemia che ha avuto ben pochi motivi per festeggiare, negli ultimi mesi il vino delle celebrazioni per eccellenza, lo Champagne, ha sentito eccome il colpo della pandemia. Secondo le stime del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne e riportate dall’agenzia Reuters, le vendite di champagne sono dimezzate, nei primi 4 mesi 2020, e le possibili perdite sono stimate in 1,7 milioni di euro da qui alla fine dell’anno. Ed allora, con la solidità di una storia di successo sui mercati antichissima, meglio guardare alla vigna, che va avanti noncurante del Covid, come racconta, a WineNews, Benoît Gouez, “chef de cave” di Moët & Chandon, realtà leader dello Champagne, il più grande dei Domaine, con oltre 1.000 ettari di vigneti, da cui ogni anno escono 24 milioni di bottiglie che da Epernay riempiono i calici in ogni angolo del mondo. E mentre ci si prepara alla prossima vendemmia, si ragiona sul futuro che, in buona parte, è rappresentato dalla sfida del cambiamento climatico, anche in Champagne. “È chiaro che il cambiamento climatico ha un impatto sulla qualità dei nostri Champagne. Forse potranno avare un nuovo futuro varietà che non si usano più ma sono autorizzata alla coltivazione, come Arbanne, Petit Meslier, Pinot Blanc e Pinot Gris, per esempio, o si valuteranno cloni diversi, come quelli di Pinot Nero e Chardonnay (i vitigni principali dello Champange, insieme al Meunier, ndr) che noi stiamo vinificando da qualche anno, o ancora nuove varietà resistenti, ma sono tutte opzioni che richiedono molto tempo”. Quello che non cambierà, invece, è un tessuto articolato fatto da tanti piccoli produttori di uva, da piccole maison che producono uva e imbottigliano il loro vino, grandi cooperative e grandi maison. Un modello costantemente messo alla prova dai cambiamenti del mondo, di mercato e non solo. “Moët & Chandon possiede il più grande domaine di Champagne. E questo impone una grande responsabilità: quella della cura del suolo e del suo ecosistema naturale. Lavoriamo con una comunità di 2.000 viticoltori e partner locali a beneficio della biodiversità dell’intera regione, e per aggiungere ricchezza e diversità ai nostri Champagne. Dobbiamo lavorare insieme, per consentire all’eccezionale terroir di Champagne di essere preservato per tutti, per i secoli a venire”. |
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Terra Madre & Salone del Gusto, manifestazione dedicata al cibo buono, pulito e giusto, all’ambiente e alle politiche alimentari organizzata da Slow Food, non si ferma e rilancia il proprio impegno: dall’8 ottobre e per sei mesi coinvolgerà tutti i Paesi della galassia Slow Food. Con un evento totalmente ripensato, e alcuni punti fondamentali: il futuro del cibo come tema centrale, la rete di Slow Food e Terra Madre come punto di forza, le nuove geografie e geopolitiche da delineare, e tanto digitale. “Oggi più che mai è necessario lavorare per affermare nuovi paradigmi economici, ambientali, sociali più sostenibili, e trasformare la crisi alimentare innescata dal Covid-19 in opportunità per ripartire dalla terra, da un’agricoltura, ristorazione, turismo che generino benessere per il territorio e la collettività”, ha detto Daniele Buttignol, dg Slow Food Italia. |
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Vinitaly rilancia a novembre, che, sperando in tempi migliori, sarà un mese di grande attività per il mondo del vino. Perché se, dal 6 al 10 novembre, è in calendario l’edizione “fisica” del Merano Wine Festival, dal 22 al 24 novembre Verona torna la capitale del vino italiano, con Wine2Wine Business Forum, a cui Veronafiere, per aiutare le imprese a far ripartire gli affari, affiancherà la novità della Wine2Wine Exhibition. “Una prima risposta concreta alle esigenze delle aziende al fine di creare occasioni di contatto e business per il mercato Italia e internazionale”, sottolinea VeronaFiere. Che è pronta, in contemporanea, a mandare in scena “Opera Wine 2020”, la degustazione, firmata da “Wine Spectator”, con le migliori 100 cantine italiane (inizialmente rinviata al 2021, come Vinitaly). Un evento di respiro internazionale, ed un segnale importante di ripartenza per tutto il settore, da parte della più importante fiera dedicata al vino italiano nel mondo, e con una investitura istituzionale di rilievo, rimarcata dal Ministro degli Esteri Luigi di Maio, e di quello delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che partecipano alla presentazione della Wine2Wine Exhibition, di scena “on line” il 22 giugno (ore 15). |
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Da 120 a 100 quintali per ettaro la resa massima dei vigneti tra i filari della Valpolicella, da 150 a 130 quintali per ettaro per la Doc e da 140 a 130 quintali per ettaro per la zona Classica tra quelli del Soave, salvaguardando le produzione bio e sostenibili. Sono alcune delle misure mirate evitare eccessi di produzione e, soprattutto, crolli di valore di uve e vini, adottate in vista della vendemmia dai Consorzi della Valpolicella e del Soave, tra le denominazioni più importanti del veneto e d’Italia. Una strada scelta da tanti territori importanti del Belpaese. |
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Non più semplicemente due eventi in contemporanea ed in sinergia, ma un unico e solo grande evento fieristico per il vino di Francia e del mondo, in testa al calendario delle grandi kermesse enoiche mondiali: Wine Paris & Vinexpo Paris si fanno uno, fissando le date dal 15 al 17 febbraio, a Parigi. E così, dopo un 2020 come concomitanza di due eventi, Wine Paris (organizzato da Comexposium) e Vinexpo Paris di Vinexpo Holding, firma della già storica fiera di Bordeaux (e controllata dalla Camera di Commercio di Bordeaux e della Gironda), ora guardano ad un percorso comune, sotto un unico cappello. Guardando anche oltre Parigi, però, perchè Vinexpo e Comexposium, spiega una nota, “sono in trattative esclusive per unire le forze e creare una nuova entità che diventerà il primo organizzatore mondiale di eventi dedicati ai vini e ai superalcolici”. |
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La riflessione di Ermete Realacci (Fondazione Symbola), sul ruolo delle migliaia di piccoli comuni, culle del nostro patrimonio enogastronomico di qualità: “ci puntiamo da sempre, sono un’idea di Italia del futuro che sarà più competitiva, grazie alla capacità di coniugare cromosomi antichi ed innovazione tecnologia. Soprattuto ora che, finalmente, tutti sono tornati a discutere di un nuovo modello di vita, e di un rapporto nuovo tra piccole comunità, non solo rurali, e città”. |
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