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N. 4.374 - ore 17:00 - Martedì 23 Dicembre 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Tra le denominazioni pioniere del vino, a caccia di nuovi mercati, c’è il Chianti Docg, la più grande e “pop” dei rossi della Toscana. Per la prima volta, il Consorzio Vino Chianti vola in Africa, in Nigeria: il 27 gennaio 2026 la denominazione sarà infatti protagonista a Lagos, al Civic Centre, al Top Italian Wines Roadshow. Il Consorzio parte con una delegazione di 13 aziende e circa 30 etichette. Nel 2025 le importazioni di vino italiano, da parte della Nigeria, sono in crescita: nei primi 9 mesi, secondo i dati Istat analizzati da WineNews, siamo a 3,54 milioni di euro in valore, +118,5% sullo stesso periodo del 2024 (in approfondimento). | |
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| | L’avanzata del rosè francese, il ritorno del vino al calice e la crescita del Pinot Nero, varietà capace anche di rivitalizzare in parte il segmento dei vini rossi, da anni in costante calo. Sono alcune delle tendenze da tener d’occhio per il 2026 secondo le ormai tradizionali previsioni di Bibendum, uno dei più importanti player del mercato del beverage del Regno Unito, che, dal proprio osservatorio, anticipa i trend di consumo in uno dei mercati fondamentali del vino mondiale, ma anche e soprattutto di quello italiano: come l’Uk, il terzo mercato di sbocco dell’export tricolore dopo Stati Uniti e Germania. Nello specifico, le tendenze osservate riguardano i consumi di vino nel settore della ristorazione britannica, sottolineando come anche la situazione economica generale incida, dal momento che le persone hanno ridotto i pasti fuoricasa. Così i consumatori vogliono spendere per il vino solo per opzioni convenienti o significative, pertanto è prevista una riduzione delle “duplications” (i duplicati): inutile tenere in carta due Sauvignon Blanc a prezzi simili, spiegano, “i vini nella sezione intermedia necessitano una giustificazione convincente per stare nel menu”. Inoltre, con la moderazione e la ricerca della convenienza che avanzano, i vini al calice riducono la spesa e offrono una maniera per bere vino di qualità superiore. Allo stesso tempo, per il 2026 viene indicata la crescita dei rosè francesi (in particolare i provenzali) e rimarcata l’importanza di investire, per il ristoratore, su vini “sicuri” come i francesi ed italiani. Mentre Prosecco e Champagne rimangono i prodotti di punta, il 2026 dovrebbe sorridere a nuove tipologie, come lo spumante inglese, il Crémant francese e gli spumanti di Sudafrica e Australia. Poi un tema che da anni accompagna il dibattito sui vini rossi, spesso troppo alcolici o pesanti: Bibendum ha analizzato il trend (nel segmento premium) del Pinot Nero e del Garnacha osservando come stiano guadagnando quote di mercato tali da competere con bianchi e rosati più freschi (e anche birra e sidro). Non a caso il Pinot Nero è la tendenza n. 1 della “Top 10 Wine Trends for 2026” con al n. 2 i bianchi francesi e n. 3 lo Shiraz australiano. Poi l’Italia, al n. 4, con i vini bianchi piemontesi realizzati con vitigni come Cortese, Timorasso e Arneis, ma anche Nascetta e Favorita. | |
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| | L’Europa accompagnerà l’agricoltura del futuro con finanziamenti per la promozione. Nel 2026 la Commissione Ue ha annunciato che assegnerà 205 milioni di euro per cofinanziare attività di promozione di prodotti agroalimentari sostenibili e di alta qualità dell’Ue. Questo secondo il programma di lavoro della politica di promozione per il 2026, che segna la più alta dotazione mai dedicata a sensibilizzare i consumatori su prodotti agricoli e regimi di qualità europei. Fino a 160 milioni di euro saranno erogati in sovvenzioni per cofinanziare programmi da parte di associazioni di produttori e altri organismi del commercio agroalimentare: 150 milioni di euro sono ripartiti tra promozione nei Paesi terzi e mercato interno dell’Ue, con stanziamenti rispettivamente di 70,3 milioni di euro e 79,7 milioni di euro; 10 milioni di euro sono per le misure di crisi. | |
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| | | Dalla casa di Certaldo del Boccaccio che, a metà del Trecento, scriveva di “fiumicel di Vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi dentro gocciola d’acqua”, a quella di Leonardo da Vinci, ad Anchiano, che credeva “che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni”, o ancora ai luoghi di Giosuè Carducci, che, dalla sua casa di Bolgheri raccontava come “per le vie del borgo dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar”, fino a quella di Giovanni Pascoli, che con i suoi “Tre grappoli”, parlava dell’importanza di non affogare i propri dispiaceri nel vino, abusandone, spiegando che “ha tre, Giacinto, grappoli la vite. Bevi del primo il limpido piacere, bevi dell’altro l’oblio breve; e più non bere; ché sonno è il terzo, e con lo sguardo acuto nel nero sonno vigila, da un canto, sappi, il dolore; e alto grida un muto pianto già pianto”, queste sono solo alcune delle dimore di personaggi illustri, che hanno segnato la cultura, l’arte e la storia del Belpaese, aperte in occasione dell’iniziativa “Di casa in casa”, promossa dall’Associazione Nazionale Case della Memoria tra aperture straordinarie e percorsi guidati, anche a dicembre: dalla Toscana all’Emilia Romagna e, per la prima volta, dal Piemonte alla Sicilia. | |
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| | | Pilastro del vino italiano, il Piemonte vale da solo più del 14% delle esportazioni nazionali (553 milioni di euro nei primi 6 mesi 2025, dati Istat). Ed a segnare il primo grande appuntamento del calendario degli eventi enoici 2026 sarà “Grandi Langhe e il Piemonte del vino”, edizione n. 10 della rassegna nata da un’iniziativa dei Consorzi di Barolo e Barbaresco (guidato da Ettore Germano), del Roero (con Massimo Damonte al vertice) e supportata dal Consorzio Piemonte Land of Wine (condotto da Francesco Monchiero), a Torino, il 26 e il 27 gennaio, con oltre 510 cantine. | |
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| | Negli ultimi anni il panorama italiano della ristorazione, del retail e dell’ospitalità sta vivendo una trasformazione profonda e irreversibile: la crisi del modello tradizionale, dal negozio di prossimità al bar “classico”, insieme al calo delle visite registrato nel canale fuori casa, sta accelerando un cambiamento culturale: i locali non sono più semplici luoghi di consumo, ma spazi da vivere, attraversare e interpretare nelle più diverse occasioni della giornata. I dati confermano la trasformazione: in 10 anni in Italia hanno chiuso oltre 100.000 negozi e 21.000 bar, mentre cresce la domanda di luoghi polivalenti capaci di offrire socialità, lavoro leggero, eventi e atmosfere da vivere. Per Confcommercio, negli ultimi 10 anni in Italia hanno chiuso oltre 100.000 negozi, e nello stesso arco temporale Fipe conferma che più di 21.000 bar hanno cessato l’attività. | |
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| | | Le idee ed i suggerimenti (dal Festival “Food & Book” a Montecatini Terme) per libri da mettere sotto l’albero, tra divertimento e cultura gastronomica. Tra saggi sull’enoturismo, ma anche sulla sana alimentazione o su cibi specifici, e libri che raccontano storie, vere o di fantasia, d’amore, di vita o di mistero, dove il cibo è assoluto protagonista, o fondamentale cornice, o filo rosso lungo il quale si sviluppano le vicende dei protagonisti, tutte da “gustare”. | |
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