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N. 4.152 - ore 17:00 - Venerdì 14 Febbraio 2025 - Tiratura: 31.289 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Da un lato, più di 1.050 cantine dall’Italia e da 30 Paesi per oltre 6.000 vini “buoni, puliti e giusti”, più della metà biologici e biodinamici, dall’altro i cibi bio sinonimo di sana alimentazione nel fuoricasa, dove sono sempre più richiesti: in comune, hanno rigorosi criteri di sostenibilità, custodia della biodiversità e dei territori più fragili, e rinuncia all’uso della chimica, e promuovono un nuovo modello di produzione e consumo attento a ambiente e salute, senza tralasciare il buono. Ecco la “coppia perfetta” che si racconta in contemporanea a BolognaFiere (23-25 febbraio) a Slow Wine Fair, con la direzione artistica di Slow Food, e Sana Food, la nuova veste del Sana.
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| | Malgrado le difficoltà e le incertezze di mercato, il vino toscano mantiene la sua solidità, grazie soprattutto alla qualità riconosciuta e al prestigio delle sue storiche denominazioni. Nel 2024 cresce la superficie vitata regionale, superando per la prima volta i 61.000 ettari, resta stabile quella coltivata a biologico (più di 25.000 ettari) e migliorano produzione (2,6 milioni di ettolitri, 900.000 in più rispetto all’anno precedente) ed export, soprattutto delle Dop ferme, cresciute del 5% in volume (601.161 ettolitri) e del 10% in valore (a 610,4 milioni di euro) nei primi 10 mesi del 2024. Dati di Ismea, che sottolineano come, se questo risultato fosse confermato anche dai dati degli ultimi due mesi del 2024, si supererebbero i 730.000 ettolitri per un valore di 740 milioni di euro. È questa, in sintesi, la fotografia scattata da PrimAnteprima, l’appuntamento che apre la “Settimana delle Anteprime” del vino toscano in cui si presentano al mondo le nuove annate, evento promosso da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, con la regia di PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana. Se l’export, in qualche modo, cresce ancora, la domanda interna evidenzia una situazione diversa, con i consumi domestici (Horeca escluso) che si sono ridotti del 3% per le Dop toscane, che rappresentano il 14% del valore dei vini Dop venduti nella grande distribuzione, mentre il valore complessivo della relativa spesa è sceso dell’1%. Anche per i vini Igt toscani, che nel 2024 hanno rappresentato l’8,5% del valore complessivo degli Igt venduti nella distribuzione moderna, si è rilevato un indebolimento della domanda, con flessione degli acquisti in volume del 3%. In ogni caso, il vino di Toscana è in salute, ma guarda al futuro con qualche preoccupazione, tra climate change, calo strutturale dei consumi, salutismo e non solo, come hanno spiegato, nel convegno di Palazzo Riccardi, tra gli altri, la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi, il presidente di Avito, che riunisce i Consorzi del vino di Toscana, Francesco Mazzei, Fabio del Bravo, della direzione servizi per lo sviluppo rurale di Ismea (in approfondimento).
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| | “L’ambizione dei nostri obiettivi è alta, il riconoscimento della figura giuridica del vignaiolo, la rappresentatività nei Consorzi e la semplificazione ed unificazione dei controlli, a livello nazionale, a cui si uniscono le sfide a livello europeo. Vogliamo poter vivere dignitosamente del nostro lavoro e garantire che il nostro “mestiere” esista ancora domani”. Parola di Rita Babini, vignaiola in Romagna, classe 1971, nuova presidente Fivi-Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti, eletta, ieri, ad Imola (dopo essere stata segretaria Fivi negli ultimi due mandati, e che, con il marito Claudio Ancarani, gestisce l’azienda Ancarani a Oriolo dei Fichi, sulle colline di Faenza). Succede a Lorenzo Cesconi, che ha annunciato l’intenzione di fare un passo a lato, per dedicarsi a tempo pieno all’azienda e alla famiglia.
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| | | La “zonazione” e le Unità Geografiche Aggiuntive sono una strada che, aperta per prima da Barbaresco e Barolo, e poi seguita da altri territori come Chianti Classico, Soave, Alto Adige e non solo, viene percorsa da quei territori che puntano ad innalzare ancora di più l’asticella della loro qualità, e ridisegnare la piramide qualitativa della loro produzione. Così è anche per le “Pievi”, le 12 sottozone disegnate dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano (in approfondimento), che, con il 2025, debuttano sul mercato (con la vendemmia 2021). E che si dovrebbero porre subito nell’alto di gamma, visto che, per il 60% degli operatori (ristoratori, enotecari e addetti alla distribuzione), le bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano Pieve dovrebbero andare a scaffale tra i 40 ed i 70 euro, e, per il 17%, addirittura da 70 ad oltre 100. A dirlo l’indagine Nomisma per Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, in vista dell’Anteprima, di scena il 15 e il 16 febbraio, nella “perla del Rinascimento” toscano, con il debutto dell’annata 2022 e, appunto, della Riserva e delle Pievi, con la 2021. Pievi che dovrebbero debuttare con una rivendicazione di 600.000 bottiglie, il 10% del Vino Nobile di Montepulciano. Un asset territoriale la cui economia è stimata in 1 miliardo di euro tra valori patrimoniali, fatturato e produzione.
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| | | Da oggi sono iniziate le “Anteprime di Toscana” (14-21 febbraio), tra Firenze, con Chianti Classico Collection (aperta ai wine lovers), “Chianti Lovers & Rosso Morellino” e “L’Altra Toscana”, a Montepulciano, patria del Nobile, e al Valdarno, terra della Doc. Il Carnevale di Venezia brinda con Prosecco Doc, a Milano Pandolfini mette in asta vini pregiati da collezione” (19 febbraio), a Torino c’è il fuori salone del “Salone del Vermouth”, e a Barolo nei “Dialoghi tra Vignaioli” c’è Carlo Petrini, fondatore Slow Food (20 febbraio). Ecco alcuni eventi nell’agenda WineNews. | |
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| | Figura professionale troppo spesso in secondo piano, nel mondo del vino, ma fondamentale anello di congiunzione tra produttori e consumatori, quella del sommelier, ora, formalmente, è una professione sempre più riconosciuta e “codificata”. Dal 1 aprile 2025, infatti, entrerà in vigore il nuovo codice Ateco 74.99.41, dedicato espressamente alle “Attività di consulenza fornite da enotecari e sommelier”. Un traguardo raggiunto grazie all’impegno di Aspi - Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, che ha lavorato al fianco del Comitato Istat per raggiungere questo risultato. “Il codice Ateco, pilastro fondamentale per la classificazione delle attività economiche nel nostro Paese, riconosce ufficialmente il sommelier come figura professionale autonoma e altamente qualificata” spiega una nota ufficiale di Aspi, guidata da Giuseppe Vaccarini.
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| | | A WineNews, da PrimAnteprima, Francesco Mazzei, presidente di Avito, che riunisce tutti i consorzi del vino della Regione. “Il calo è dovuto un po’ ad uno spostamento dei consumi sui vini bianchi, e la Toscana è a trazione rossista, anche se zone come la Maremma, con il Vermentino, crescono. Un po’ perchè le generazioni mature del consumo quotidiano piano piano spariscono. Il brand Toscana è un elemento molto forte, dovremmo lavorare tutti insieme intorno a questo”. | |
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